NEW del 17 ottobre 2006

 
     

Ordinamento giudiziario : penalisti auditi alla Camera
di Mauro W. Giannini

L'ufficio di presidenza dell'Unione Camere Penali, guidato dal neopresidente, prof. Oreste Dominioni, e' stata ricevuti oggi pomeriggio dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati nel quadro delle audizioni relative alla modifica e sospensione della legge di riforma dell'ordinamento Giudiziario.

I penalisti infatti, pur essendo stati critici con diverse leggi introdotte durante il ministero Castelli, come la ex Cirielli, contestano infatti l'ipotesi di sospensione della riforma dell'ordinamento giudiziario e per questa ragione hanno anche condotto alcune tornate di astensioni dalle udeinze, fra cui l'ultima dall'11 al 13 ottobre. Dall'inizio della protesta pero', alcune modifiche sono state apportate al primo testo Mastella, con accordo fra maggioranza ed opposizione, portando all'approvazione del ddl il 4 ottore 2006.

Su questo testo i penalisti hanno comunque fatto alcuni rilievi in Commissione Giustizia, soprattutto sulla riorganizzazione delle Procure della Repubblica e sulla seprazione delle funzioni.

Pur riconoscendo bonta' di alcune correzioni introdotte al testo Castelli, i penalisti chiedono che la titolarita' dell'azione penale resti al procuratore capo, per garantire il "potere di controllo del titolare dell'ufficio" e il relativo "potere di revoca" dell'assegnazione di un caso ad un magistrato, e chiedono quindi il ripristino della locuzione "sotto la propria responsabilità" nel testo ed una maggiore precisazione sulla possibilita' per il responsabile dell'ufficio di impartire direttive ai magistrati, "con atto scritto, da inserire nel fascicolo delle indagini preliminari".

L'UCPI chiede poi che - mentre oggi e' previsto che il procuratore generale della Cassazione possa rivolgersi al CSM qualora riscontri anomalie e quindi che vicende disciplinari finiscano con l'avere effetti sul funzionamento dell'ufficio - le questioni disciplinari non si riflettano sull'attivita' dei procedimenti, su cui avrebbero "effetto destabilizzante", essendo essa radicalmente estranea alle funzioni degli organi disciplinari. In definitiva, il contrasto fra il procuratore capo e il magistrato dell'ufficio cui venga revocato un caso non deve subire - secondo i penalisti - "interferenze" da parte del CSM, ma rimanere all'interno dell'ufficio e agli atti nel fascicolo delle indagini preliminari.

I penalisti criticano infine recisamente la sospensione fino al 31 luglio 2007 dell'efficacia delle disposizioni circa la cosiddetta separazione delle funzioni. Essi infatti - in particolare l'avv. Dominioni - hanno sempre sostenuto tale separazione, che ritengono un nodo decisivo dell'ordinamento giudiziario, del processo penale e dell'amministrazione della giustizia nel solco dell'art. 111 della Costituzione, e pensano sia stato trattato in modo gia' insufficiente dalla riforma Castelli.

L'UCPI valuta la sospensione una scelta "di carattere squisitamente politico, senza alcun sostegno d'ordine tecnico o organizzativo" ed evidenzia che il CSM ha ormai avviato le procedure di scelta, da parte dei magistrati, tra funzioni di giudice e pubblico ministero, entro il 28 ottobre 2006.

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