NEW del 27 novembre 2006

 
     

Riforme giustizia : ANM chiede confronto e annuncia agitazione
di osservatoriosullalegalita.org

"La situazione di gravissima crisi in cui versa, nel nostro paese, la giustizia civile e penale rende indispensabile un'azione" per la realizzazione di "tre obiettivi di rinnovamento: la sollecita approvazione di leggi idonee a garantire un efficace funzionamento della giurisdizione, un nuovo ordinamento giudiziario davvero moderno, depurato dai tratti arcaici, punitivi e mortificanti dei decreti Castelli ed incisive misure amministrative ed economiche dirette al miglioramento dell'organizzazione ed alla funzionalità degli uffici".

Lo afferma la mozione conclusiva dell'assemblea generale dell'ANM riunitasi ieri a Roma. In particolare, secondo la magistratura associata, occorre sollecitare al governo alcuni interventi immediati diretti a "definire un razionale e trasparente progetto di priorità nell'uso delle risorse disponibili, realizzando tra l'altro il cosiddetto 'ufficio del giudice', essenziale strumento di efficienza del lavoro giurisdizionale; razionalizzare il processo civile, i cui riti sono oggi moltiplicati senza logica, e il processo penale".

Quest'ultimo potra' essere velocizzato ad esempio "con appropriati interventi in tema di notifiche, nullità e impugnazioni ed eliminando le evidenti distorsioni normative, che mortificano il principio di uguaglianza e continuano a produrre effetti devastanti, con particolare riferimento alla disciplina della prescrizione". Inoltre va predisposto "un progetto di revisione delle circoscrizioni giudiziarie per porre fine alle disfunzioni e agli sprechi derivanti dall'esistenza di uffici sottodimensionati".

In quest'ottica e con questi intendimenti l'ANM ha aperto una vera e propria "vertenza per la giustizia" e chiede al Governo la apertura immediata di un tavolo sui temi del trattamento economico dei magistrati, del funzionamento del processo, dell'ordinamento giudiziario e delle risorse per la giurisdizione.

In quest'ambito si chiedono all'esecutivo ed al parlamento "gli strumenti normativi ed i mezzi economici necessari per esercitare una giurisdizione che svolga il compito di efficace tutela dei diritti, che la Costituzione le attribuisce; nuove norme che semplifichino le procedure e modifiche ordinamentali - in particolare sulla carriera, sull'assetto degli uffici di Procura e sulle condizioni di esercizio dell'azione penale, sull'assetto e sulle finalità della Scuola della Magistratura - capaci di restituire senso e dignità alla professione di magistrato".

L'Associazione delle toghe avverte che "il confronto serrato, e con scadenze certe, da aprire con il governo sarà accompagnato e scandito da iniziative volte a rappresentare all'opinione pubblica cause e responsabilità della gravissima crisi della giurisdizione ed a sollecitare l'attenzione e l'impegno delle diverse forze politiche sui diversi aspetti della 'questione giustizia'".

Per realizzare queste finalita' l'ANM "sceglierà di volta in volta le forme di azione più appropriate e non mancherà di adottare, in mancanza di risposte adeguate, tutte le più incisive forme di protesta a sua disposizione, compresa quella dello sciopero", che la categoria ha adottato fino ad oggi solo quando "vi è stata costretta da irrinunciabili ragioni di principio" e che quindi "non potrà non assumere il valore di una forte testimonianza del disagio dei magistrati italiani per lo stato della giustizia e per le condizioni in cui sono costretti ad esercitare il loro difficile lavoro".

Quindi l'Assemblea di ieri ha invitato il Comitato direttivo centrale e la Giunta esecutiva a mantenere lo stato di agitazione già deliberato, a chiedere al Governo la immediata apertura di un confronto sulle richieste della magistratura e ad adottare "ogni iniziativa adeguata", sulla base delle risposte del Governo, da valutare in un CDC appositamente convocato entro la data fissata per l'inaugurazione dell'anno giudiziario.

Speciale giustizia

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