NEW del 09 settembre 2006

 
     

Putin tace sull'omicidio della giornalista che diceva la verita'
di Rico Guillermo

Proteste ieri a Mosca per la morte della giornalista Anna Politkovskaya, il tredicesimo giornalista russo ucciso - con quello che appare un omicidio commissionato - da quando il presidente Vladimir Putin e' salito al potere nel 2000.

Una folla si e' riunita al centro della capitale russa per esprimere la sua rabbia per l'assassinio della giornalista impegnata, che aveva trascorso buona parte dei suoi 48 anni di vita denunciando le storture del suo Paese, ed in questi ultimi anni aveva fatto tante denunce sulla politica di Putin, specialmente in Cecenia. Fra i cartelli portati dai manifestanti: "la liberta' di parola del Cremlino" e "Anna, figlia della Russia".

In particolare la donna aveva attaccato il capo del Cremlino e il suo uomo in Cecenia, Ramzan Kadyrov, in vari articoli per il giornale Novaya Gazeta, condannando le violazioni dei diritti umani a danno dei civili ceceni. I suoi libri "Una guerra sporca: una reporter russa in cecenia" e "Un piccolo angolo d'inferno: dispacci dalla Cecenia", sono stati acclamati in tutto il mondo. Proprio oggi avrebbe dovuto pubblicare un articolo sulla tortura ed i rapimenti commessi dalle forze filogovernative nella travagliata repubblica meridionale.

Politkovskaya e' stata uccisa sabato con tre colpi al torace e uno alla testa mentre entrava nel suo appartamento a Mosca. La polizia sta cercando un uomo filmato da una telecamera all'ingresso nella costruzione. Il procuratore generale russo ha preso ieri personalmente il controllo dell'inchiesta, informa la stampa, ma Vladimir Putin non ha fatto commenti sull'uccisione di una delle figure pubbliche piu' note anche all'estero ed uno dei suoi piu' feroci critici nel Paese. Un portavoce del procuratore generale ha detto alla televisione nazionale che si stanno esaminando i possibili moventi per il crimine, cominciando naturalmente dall'attivita' professionale della giornalista.

Ma i sospetti di colleghi e amici sono diretti sui servizi di sicurezza e le forze cecene filogovernative. Un commentatore radiofonico ha sottolineato che per capire quale possa essere il mandante occorre guardare i temi dell'ultimo lavoro di Politkovskaya, anche se i colpevoli non saranno trovati mai, perche' chi indaga su questo omicidio cammina per gli stessi corridoi di coloro che lo hanno ordinato. La Novaya Gazeta ha annunciato una ricompensa per chi fornira' informazioni che portino all'arresto di chi ha ordinato l'omicidio.

Gia' una volta Anna era stata arrestata e sottoposta ad una falsa esecuzione dalle forze di sicurezza in Cecenia. In un'altra occasione ha subito un tentativo di avvelenamento, finendo in ospedale. Eduard Limonov, un esponente dell'opposizione radicale ha detto: "È Putin che ha generato questa societa' di avversione dove i giornalisti sono assassinati ed altre nazionalita' divengono vittime della supremazia russa della razza". Non e' chiaro se il politico si riferisse ai ceceni, al razzismo crescente in Russia o alle recenti dichiarazioni della Georgia, secondo cui Putin sta portando avanti una politica di pulizia razziale.

Commenti giugono da Washington e dalle maggiori organizzazioni internazionali per la protezione dei giornalisti. Reazioni scioccate dal Consiglio d'Europa, del quale la Russia e' presidente pro tempore. Hanno espresso dolore e costernazione Terry Davis, il segretario generale del Consiglio, che ha chiesto piena luce sul delitto, Thomas Hammarberg, Commissario per i diritti umani, che ha parlato delle gravi violazioni dei diritti umani nel Caucaso e della crisi per la liberta' di espressione in Russia, e René van der Linden, presidente dell'assemblea parlamentare, che ha identificato l'attacco alla libera stampa con l'attacco alla stessa democrazia.

Anche il presidente pro tempore dell'OSCE (di cui la Russia e' membro), il belga Karel De Gucht, ed il rappresentante OSCE per la liberta' dei media, Miklos Haraszti, hano condannato l'omicidio e sottolineato l'impegno critico della giornalista, che nel 2003 aveva vinto il premio OSCE per il giornlismo e la democrazia per il suo coraggioso lavoro professionale a sostegno dei diritti umani e la liberta' dei media.

A Roma il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha espresso "profondo dolore per il brutale assassinio di Anna Politkovskaia, giornalista e scrittrice, coraggiosa e critica testimone delle degenerazioni del potere nella Russia di Putin".

"Più volte minacciata ed anche vittima di tentativi di aggressione - ha detto Serventi - Anna à caduta per mano di un sicario in circostanze che fanno pensare ad un assassinio politico. Il Presidente russo Putin dovrà dimostrare l'estraneità delle forze di sicurezza e dei servizi segreti della Russia e del potere filorusso in Cecenia, sospettati di avere più volte intimidito la giornalista". Il Sindacato dei giornalisti italiani, "insieme con i colleghi di tutto il mondo", chiede che sia fatta immediata e completa luce sul delitto.

"La lezione e il coraggio di Anna - ha continuato il segretario FNSI - non dovranno andare dispersi così come continuiamo a ricordare il collega italiano di radio radicale Antonio Russo, anch'egli ucciso in Cecenia. Ricorderemo entrambi in una iniziativa nei prossimi giorni a Roma e poi a Mosca dove nel 2007 si riuniranno i sindacati dei giornalisti di tutto il mondo per il Congresso della Ifj".

Una piccola manifestazione di protesta per chiedere di conoscere la verita' sulle 'strane morti' dei giornalisti Anna Politkovskaia e Antonio Russo di Radio Radicale si e' tenuta a Roma davanti all'ambasciata russa, da parte dei membri del comitato 'Studenti per Grozny Citta' Aperta'.

Anna Politkovskaya diceva: "Il dovere di un giornalista e' scrivere cosa questo giornalista vede in realta'", ed ora la gente di Russia dice che e' stata uccisa perche' diceva la verita'.

Il tentativo di avvelenamento

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Speciale libera informazione

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