NOTIZIARIO del 5 settembre 2004

 
     

Ossezia , Beslan : stampa russa denuncia censure di Putin
di Rico Guillermo

Una giornalista russa sarebbe stata avvelenata per impedirle di recarsi sul luogo del sequestro di Beslan - in Ossezia del Nord - mentre un suo collega e' stato fermato due volte dalla polizia con pretesti, impedendogli di prendere l'aereo per recarsi sul posto.

Lo denuncia Le Monde di oggi, mentre la stampa russa aveva denunciato ieri pressioni governative su radio e televisioni affinche' non dessero il numero di morti e feriti prima della diffusione di dati ufficiali. Infatti - sottolineano i giornali russi - il numero degli ostaggi e' stato minimizzato fino a quando non e' stato pił possibile nascondere la cifra esatta.

Anche alle forze dell'ordine locali e' stato detto di tacere sul punto. Lo ha confermato una poliziotta del contingente osseto che presidiava la scuola, che parlando con i giornalisti ha commentato irosamente che il governo e' abituato a mentire ai cittadini ma, ha aggiunto "io ve lo dico lo stesso: ci sono 1200 persone nella scuola".

La giornalista Anna Politkovskaļa, esperta di problemi ceceni, intendeva invece recarsi a Beslan anche per offrirsi - in caso di bisogno e insieme ad un suo collega, Andreļ Babitski - come mediatrice fra il commando e le autorita', ruolo che aveva gia' giocato nella presa degli ostaggi nel teatro di Doubrovka.

Giornalista della Novaļa Gazeta, uno dei pochi media russi che osano criticare il governo, Anna Politkovskaļa ha cercato di prendere lo stesso aereo del dottor Leonid Rochal, eminente pediatra accreditato presso il servizi di sicurezza russi e la cui mediazione era stata accettata. Ma le e' stato impedito per due volte il passaggio. Al terzo tentativo si e' imbarcata su un aereo per Rostov, grande citta' del sud della federazione russa, ma si e' sentita male dopo aver bevuto un the sull'aereo. All'ospedale di Rostov i medici hanno diagnosticato un'infezione intestinale acuta che l'ha costretta a rientrare a Mosca.

Alla redazione del giornale confrontano la sua vicenda con quella di un suo collega, Juri Chtchekotchikhin, deceduto nel luglio 2003 in un ospedale moscovita dieci giorni dopo essere entrato in coma. Deputato e membro di una commissione d'inchiesta sugli attentati del 1999 - in cui rimasero uccisi 300 civili e che servirono da pretesto per l'avvio della seconda guerra alla Cecenia - egli mori' in modo misterioso, anche se nulla ad oggi permette di affermare che egli sia stato avvelenato.

Nemmeno degli autori degli attentati del 1999 si seppe piu' nulla e forse nessuno mai sapra' nemmeno cosa e' successo veramente ad Anna Politkovskaļa, tuttavia un'altra strana circostanza concomitante parrebbe sostenere la tesi di una volonta' di tenere la giornalista lontano da Beslan.

Il 2 settembre, lo stesso giorno in cui la giornalista ha preso l'aereo, Andreļ Babitski, un reporter di Radio Svoboda (cioe' radio liberta', finanziata dagli Americani), anch'egli esperto di tematiche e guerre cecene, si era recato all'aeroporto di Mosca, Vnukovo per recarsi sul luogo del dramma. In passato egli aveva reso conto nei suoi articoli delle sofferenze dei civili di Grozny bombardata e non era certo propenso, quindi, a dare una visione adulcorata o asservita al governo della storia. Nell'inverno 2000 fu pure arrestato dall'esercito russo con la falsa accusa di aver favorito lo scambio fra soldati russi e guerriglieri Ceceni.

All'aeroporto, tre giorni fa, il giornalista e' stato bloccato con la scusa che il suo bagaglio era stato annusato da cani usati per la ricerca di esplosivo e bloccato, ma non si trova traccia dell'esplosivo. Intanto l'aereo parte senza di lui. Fuori dalla stazione di polizia, Babitski viene appellato malamente da due giovani in abiti civili e l'alterco che ne segue lo riporta nel posto di polizia, dove viene accusato di disordini e rischia 15 giorni di prigione. Nonostante le richieste di vedere un medico per le ferite riportate nell'aggressione, viene interrogato, guardato a vista e tradotto il giorno seguente al tribunale di Mosca.

Nessuno dei due giornalisti e' riuscito quindi a raggiungere l'Ossezia del Nord. Ma Putin non riesce a metter il bavaglio al resto della stampa russa, che ieri ha fortemente criticato il massacro nella scuola di Beslan e la strategia del governo di bloccare sostanzialmente l'informazione o dare false notizie. Anche la copertura televisiva sul rilascio degli ostaggi e' stata molto criticata dalla stampa russa, che l'ha definita "vergognosa" e che ha paragonato la presa diretta degli avvenimenti da parte della CNN con la lettura da parte della radio nazionale russa di dispacci dell'agenzia governativa.

I media russi ritengono che la vicenda della scuola numero uno di Beslan si sia conclusa "secondo il peggior scenario possibile", ed hanno criticato il "caos" delle operazioni condotte dalle autorita'. L'orrore delle scene e' stato fedelmente riportato dalla stampa, che pure e' sempre stata abbastanza controllata dal governo, tanto da suscitare i dubbi degli osservatori OSCE sulla democraticita' delle elezioni parlamentari.

"Tutto il terreno era coperto di bimbi morti", ha titolato il quotidiano centrista Izvestia pubblicando le foto dei civili che trasportavano sulle braccia gli ostaggi finalmente liberi. "Il giorno nero della Russia" titola per parte sua la liberale 'Gazeta', mentre il giornale comunista Sovetskaya Rossia denuncia in prima pagina "il caos del Dubrovka a Beslan", con riferimento alla massiccia uccisione di ostaggi del teatro moscovita, anch'esso "liberato" dalle forze speciali di sicurezza russe che provocarono un'ecatombe.

"Le autorita' non sono incapaci di pianificare e organizzare niente e non vogliono farlo", accusa il giornale, ed aggiunge, citando testimoni, che quando erano necessari gli aiuti del ministero delle emergenze, i suoi funzionari non erano li'. Ma le forze dell'ordine accusano gli abitanti della citta' di aver intralciato el operazioni di soccorso ed assicurano che se gli agenti non fossero intervenuti morti e feriti sarebbero stati molti di piu'.

Il giornale racconta gli orrori del sequestro: bimbi costretti a mangiare petali di rosa e bere la propria urina e corpi di giovinetti dilaniati dall'esplosione nel ginnasio. Secondo una bimba liberata citata dal periodico, i sequestratori hanno violentato gli adolescenti. Tutti i bimbi erano nudi.

Insomma, nulla di quanto si sa dello svolgimento dei fatti e' stato risparmiato al popolo russo, ed anche con tono critico nei confronti del governo, accusato chiaramente di aver impedito che i giornalisti svolgessero il loro lavoro informativo nell'interesse della societa', al fine di evitare che la propria immagine ne uscisse infangata.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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