NEW del 08 ottobre 2006

 
     

Giustizia : disciplinare per i magistrati , tutti d'accordo , ma...
di Alessando Balducci

Forse Beppe Grillo ha esagerato quando ha lanciato l'idea di celebrare il 6 ottobre come "free information day". Lui e' un comico ed ovviamente fa bene (anzi benissimo) il suo mestiere: che e' anche quello di esagerare per farci ridere (e riflettere). Tuttavia un fondo di verita' si potrebbe scorgere nelle sue posizioni.

E' innegabile che uno dei vantaggi degli scioperi dei giornalisti - anche se ovviamente si possono condividere le motivazioni della protesta - e' che quella poca informazione che circola e' libera da commenti, falsi abbellimenti e fronzoli vari ed e' - per forza di cose - ridotta all'essenziale. Internet, durante i due giorni di sciopero, e' rimasta la fonte primaria di queste informazioni scarne ed essenziali. Ed allora ecco che girovagando su internet nei giorni di silenzio stampa, trovo sul sito del corriere della sera uno "scarno ed essenziale" scritto, nel quale si parla dell'accordo tra CdL e Unione sulla legge che ridisegna l'ordinamento giudiziario, anche nota come "Legge Castelli".

Nello scritto di corriere.it si riportano alcuni punti sui quali si e' verificato accordo tra maggioranza ed opposizione (anche se prima delle elezioni, l'allora minoranza aveva detto a piu' riprese che se fosse andata al governo la legge Castelli sarebbe stata non modificata ma cancellata):

"ILLECITI DISCIPLINARI - Il Senato ha apportato alcune modifiche sia sul versante delle procedure per i procedimenti disciplinari, sia su quello della fattispecie degli illeciti.
Resta ferma l'obbligatorieta' dell'azione penale, con l'introduzione di un filtro per gli esposti «manifestamente infondati»; viene cancellata la presenza del delegato del ministro della Giustizia in tutte le fasi del procedimento disciplinare, che deve concludersi, pena la prescrizione, entro due anni.
Sono state definite meglio, con qualche modificazione, e in qualche caso cancellate, alcune tipologie di illecito. È stato il punto su cui si è registrata una forte dialettica tra maggioranza e opposizione. In particolare:

  • l'iscrizione ai partiti: costituira' illecito la «iscrizione o la partecipazione sistematica e continuativa a partiti politici ovvero il coinvolgimento in attivitá» di soggetti operanti nel settore economico e finanziario che possono «condizionare l'esercizio delle funzioni o comunque compromettere l'immagine ( che sostituisce il termine «credibilità») del magistrato».
  • dichiarazioni o interviste: sono vietate dichiarazioni o interviste che riguardino soggetti coinvolti negli affari in corso di trattazione, ovvero trattati e non definiti con provvedimento non soggetto ad impugnazione ordinaria quando sono dirette a ledere indebitamente diritti altrui e la violazione del divieto di cui all'art.5, comma 2 del decreto legislativo 20 febbraio 2006 n.106».
  • condotta disciplinare irrilevante: si configura quando «il fatto è di scarsa rilevanza». - provvedimenti abnormi: sono provvedimenti non previsti da norme vigenti ovvero sulla base di un errore macroscopico o di grave e inescusabile negligenza.
  • comportamenti indecorosi: non sará più illecito, per il magistrato, «anche fuori dall'esercizio delle proprie funzioni», tenere comportamenti che compromettano «la credibilitá personale, il prestigio e il suo decoro o della istituzione giudiziaria»."

In questa sede non ci proponiamo di discutere l'impostazione della legge Castelli o della sua versione modificata (la legge Mastella); allo scopo vale la pena soltanto ricordare che il sito dell'Osservatorio, con gli interessanti scritti di Sergio Chiarlone apparsi nel 2002, ha gia' ampiamente analizzato e commentato i contenuti e gli obbiettivi della legge sull'ordinamento giudiziario fatta dal precedente esecutivo.

E neanche saremo qui a discutere sull'opportunita' o meno di definire per legge come si deve comportare un giudice, visto che e' ancora materia di discussione o di "dialettica" (per dirla alla moda del corriere.it) non solo tra le forze politiche ma anche tra magistratura e Parlamento.

Tuttavia, quella parte della legge Castelli, poi cambiata dalla versione Mastella, che parlava dei "comportamenti indecorosi" - lo confesso - mi era sfuggita. Ed e' un peccato perche' e' una pezzo di inaudita comicita'. O di tragedia, a seconda dei punti di vista.

Siamo in effetti sorpresi noi, cittadini comuni, che assistiamo ogni giorno allo squallore di vicende di malaffare, di mafia e di corruzione che vedono coinvolti uomini politici a tutti livelli, dai consiglieri comunali fino ai ministri; che proprio oggi, leggendo i resoconti della motivazione delle sentenza di Cassazione che ha annullato il processo d'Appello per il Lodo Mondadori, ci rendiamo conto dell'esistenza di un gruppo di faccendieri senza scrupoli, tra i quali un noto parlamentare, che comprava e vendeva sentenze; che abbiamo votato liste elettorali bloccate dai partiti col risultato di trovarci un Parlamento in cui 25 rappresentanti del popolo hanno ricevuto una condanna; che dobbiamo sorbirci lo spettacolo di onorevoli e uomini del Palazzo che raccomandano questo e quello per un posto alla Rai diventata ormai una mangiatoia per familiari, parenti, amici ed amici degli amici degli stessi politici (a spese di chi paga il canone, ovviamente!); che ci tocca sopportare i comportamenti poco decenti di esponenti di primo piano del mondo politico coinvolti - stando ai verbali delle intercettazioni telefoniche - in storie a base di "luci rosse" e televisione, slanci amorosi (si fa per dire!) e raccomandazioni.

Bene - dicevamo - siamo sorpresi dal rilevare come questi signori, nella scorsa legislatura (ma in misura ridotta anche in quella attuale) siano animati da un irrefrenabile desiderio di punire quei magistrati che tengono "comportamenti che compromettano la credibilita' personale, il prestigio e il suo decoro o della istituzione giudiziaria."

Una analoga irrefrenabile volonta' da parte dei parlamentari non riusciamo a vederla pero' quando si tratta di mettere mano ad uno straccio di legge che impedisca di candidarsi a chi, o gia' condannato in primo grado o in Appello o trovandosi gia' ad essere oggetto di procedimento giudiziario, sfrutti l'elezione in Parlamento al solo scopo di sfuggire ai suoi personalissimi problemi con la giustizia.

"Comportamenti corretti", dunque. Purche' in casa d'altri!

Speciale giustizia

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