NEW del 06 settembre 2006

 
     

Internet : polizia postale analizza il cybercrimine
di Mauro W. Giannini

Le diverse tipologie di crimini commessi in internet stanno evolvendo e sono necessarie competenze ad hoc per investigare e contrastare il fenomeno. Questi aspetti emergeranno oggi e domani a Roma, dove si svolge la 47ª conferenza sul 'computer crime' organizzata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, sotto l’egida del Segretariato Generale Interpol nell’ambito del gruppo di lavoro europeo Working Party on Information Technology Crime.

Ai lavori, aperti dal Prefetto Alessandro Pansa, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e Direttore Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno, partecipano 60 delegati in rappresentanza delle unità di Polizia dedite alla lotta al Cyber-crime di 20 Paesi. (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Norvegia, Portogallo, Russia, Spagna, Svezia, Svizzera, Olanda, Regno Unito e gli Stati Uniti in qualita' di appartenente allo Steering Committee). Partecipera' per la prima volta una delegazione di funzionari di polizia in rappresentanza della Russia.

Nel corso dell'incontro, coordinato dal Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Domenico Vulpiani, saranno esaminati dai cyberpoliziotti i fenomeni criminali informatici di maggiore interesse per la comunità internazionale tra i quali le più recenti e pericolose tecniche di intrusione informatiche adottate dagli hachers quali i “Botnet” ed il Phishing, e saranno definite le rispettive investigative tecniche di contrasto.

All’ordine del giorno anche l’analisi delle più moderne tecniche per il recupero dei dati telematici presenti sui sistemi compromessi dagli hackers, ed una sessione dedicata al confronto con il settore privato sul tema della sicurezza informatica per il quale saranno presenti rappresentanti di Microsoft, Symantec ed Ebay. Ai lavori parteciperanno anche funzionari dell’Associazione Bancaria Italiana che forniranno una testimonianza importante nelle problematiche che maggiormente interessano il settore bancario.

I cyberinvestigatori si confrontano quotidianamente con hackers, insiders, truffatori telematici, pedofili, criminali, mafiosi e terroristi intenti a sfruttare le potenzialità della Rete per conseguire fini illeciti. Infatti un computer, collegato in rete puo' essere il bersaglio o lo strumento di un reato. E’ il caso, ad esempio del hacker che penetra in un sistema informatico cambiando l’homepage del sito vittima realizzando un defacement, o di un impiegato di banca che prelevi informaticamente dai conti correnti dei clienti piccole somme di denaro accreditandole suul proprio conto, o di chi che divulghi via internet notizie infamanti ed ingiuriose.

Come gia' evidenziato in passato dal dott. Vulpiani, una figura di cybercriminale molto pericolosa per le aziende e' l'insider, l'impiegato che si appropria di segreti industriali, finanziari o commerciali per venderli alla concorrenza. L’avvento dei sistemi informatici ha reso molto piu' agevole questo crimine, che costituisce uno dei casi più frequenti denunciati alla Polizia Postale e delle Comunicazioni. Un altro caso molto frequente si registra sul fronte della violazione della privacy, dove si possono inserire cookies all’insaputa del navigatore, modificare i browser, inviare spam.

Vi sono poi i pedofili che individuano e contattano via internet le potenziali vittime, o che scambiano materiale pedopornografico ed esperienze in 'stanze' chiuse, all'isaputa dei provider. La rete internet puo' anche infine essere usata da criminali organizzati o terroristi per contatti indiretti, riciclaggio, scambio di informazioni, etc. Per fronteggiare la pedofilia on line, l'Italia ha varato nel 1998 una normativa specifica relativa allo scambio di immagini pedopornografiche in internet.

Per quanto riguarda gli altri reati, gia' nei primi anni '90 era stata approvata una legge che ha introdotto nel codice penale specifiche ipotesi di reato ed ha ampliato i poteri degli inquirenti nella fase di acquisizione delle prove prevedendo intercettazioni informatiche e telematiche. Le nuove ipotesi di reato sono frode, falso e sabotaggio telematico, danneggiamento di dati o programmi informatici, abuso telematico ed intercettazione non autorizzata di comunicazioni telematiche.

L'Italia e' anche fra i Paesi fondatori del Working Party on Information Technology Crime, che ha raccolto numerosi successi nel campo della lotta al cyber crime, fornendo un forte sostegno scientifico ai cyber investigatori dei 184 paesi aderenti ad Interpol, con l'istituzione di una rete di punti di contatto per i casi di crimine informatico che interessano piu' Paesi e con il “Computer Crime Manual”, testo base per i programmi didattici per investigatori “informatici” di tutto il mondo.

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