NEW del 19 marzo 2006

 
     

Internet : Google non darà a governo parole chiave ma solo siti
di osservatoriosullalegalita.org

Google dovra' obbligatoriamente fornire alle autorita' inquirenti gli indirizzi ei siti visitati dai naviganti del suo motore di ricerca, ma solo in numero di 50.000. Lo ha sentenziato un giudice americano.

Il dipartimento della Giustizia USA aveva chiesto inizialmente l'insieme delle ricerche effettuate sugli ultimi due mesi. Google aveva fatto ricorso contro tale richiesta, denunciandola come illecita e lesiva della privacy degli utilizzatori.

Il governo operava nell'ambito di una inchiesta antipedofilia rifcendosi ad una legge feerale del 1998 destinata a proteggere i minori dai contnuti pornografici accessibili on line per realizzare il filtraggio e il blocco dei siti a rischio affinando i criteri pr introdurli in una nuova legge. La precedente era stata ritenuta incostituzionali perche' troppo estesa e quindi lesiva della liberta' di espressione.

In questa occasione a Google (in precedenza rampognata dallo stesso Congresso degli Stati Uniti per aver rivelato alla Cina dati su alcuni dissidenti e accettato filtri) si sono unite varie associazioni di difesa delle liberta' civili. Il governo aveva rivisto le sue richieste e non aveva chiesto tutti, ma solo 50'000 indirizzi che compaiono nella memoria del motore di ricerca e le 5000 parole chiave usati dai navigatori per raggiungere questi siti.

Ma il magistrato ha ritenuto che Google debba fornire al dipartimento della giustizia solo i siti, e non le parole chiave. Google ha dichiarato che si sarebbe conformata "interamente" alla decisione del giudice e che era soddisfatta della sua decisione di escludere le parole chiave anche se, ha sottolineato, il governo non aveva chiesto di identificare la gente personalmente.

Il ministero per giustizia aveva chiesto informazioni identiche ad altri motori di ricerca come MSN, AOL e Yahoo! che, secondo la stampa americana, si sono adeguate.

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