NEW del 25 maggio 2006

 
     

Giornata per l'Africa : discorso presidente Napolitano
a cura di red

(...) E' con grande piacere che intervengo alla celebrazione della Giornata dell'Africa. Considero un privilegio iniziare i miei incontri con la comunità internazionale rivolgendomi ai rappresentanti di questo grande continente, culla dell'umanità, luogo di origine di millenarie civiltà, terra di antiche culture e realtà statuali.

Per la comunità internazionale, l'Africa è al tempo stesso fonte di sfide cruciali e di importanti opportunità, che riguardano da vicino l'Europa, in virtù della prossimità geografica, e in primis l'Italia. Europa e Africa devono riscoprire le radici comuni, come ebbe a dire cinque anni fa, in occasione di questa stessa ricorrenza, il mio predecessore, Carlo Azeglio Ciampi: "abbiamo di fronte a noi un compito epocale: collegare saldamente e durevolmente il futuro dell'Africa all'Europa". (...)

L'analisi dei rapporti con l'Africa deve partire dalla consapevolezza delle insufficienze del passato. Per lungo tempo, terminato lo scontro Est-Ovest, il continente africano non è più stato oggetto della necessaria attenzione da parte della comunità internazionale. Intanto, la sopravvivenza di intere comunità era minacciata; conflitti distruttivi si propagavano come metastasi da una regione all'altra; corruzione e inefficienza vanificavano gli sforzi per sconfiggere il flagello della fame; grandi epidemie disgregavano il tessuto sociale; si accentuava lo sfruttamento indiscriminato di preziose risorse non rinnovabili come l'acqua; l'Africa scivolava ai margini dei grandi flussi commerciali.

Gli effetti, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. E' superfluo citare i dati, qui a tutti noti, sulle vittime delle guerre africane, o le desolanti statistiche sulle stragi silenziose compiute dalla povertà estrema e dalle malattie. Anche se l'Africa è il continente nel quale il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio appare più distante, l'andamento dell'economia è, tuttavia, ora più incoraggiante e, soprattutto, negli ultimi anni l'Africa si è ricollocata nell'agenda internazionale. Una serie di importanti appuntamenti ha scandito, con esiti alterni, i tempi di un dibattito centrato sulle sue fondamentali esigenze : sviluppo, sicurezza, democrazia.

La strada da imboccare è ora più chiara: devono essere anzitutto gli stessi Paesi africani a definire la loro strada di sviluppo. Senza il rispetto dei diritti umani e delle minoranze, senza una sana gestione macroeconomica e una lotta senza quartiere alla corruzione, il continente difficilmente riuscirà a sfuggire al declino e alla marginalizzazione. Questa convinzione è alla base della creazione della nuova Unione Africana e delle sue istituzioni, a testimonianza della volontà dei popoli africani di riappropriarsi del proprio futuro.

La volontà di riscatto è tanto più significativa in quanto si è tradotta in una proposta di partenariato con il mondo occidentale, il NEPAD, fondato su un chiara ripartizione di responsabilità: da un lato l'impegno dei Paesi africani a migliorare le proprie capacità di governo; dall'altro lato quello dei Paesi industrializzati a garantire, più di quanto abbiano fatto finora, maggiori e migliori aiuti, a cancellare il debito e a rimuovere la barriere tariffarie e non tariffarie che impediscono l'accesso dei prodotti africani ai propri mercati.(...) Il partenariato tra l'Africa e il mondo industrializzato, basato sulla reciprocità degli impegni, è una scelta doverosa e lungimirante.

L'Unione Europea ha sostenuto con entusiasmo le proposte, illustrate compiutamente dai rappresentanti dei Paesi africani alla vigilia del G8 di Genova, nel 2001, e si è dotata, in occasione del Consiglio Europeo dello scorso dicembre, di una strategia per l'Africa. L'Europa riafferma la volontà di approfondire le relazioni con i Paesi del continente e di collaborare strettamente con le istituzioni panafricane per il mantenimento della pace, il consolidamento delle istituzioni democratiche e la promozione dello sviluppo economico e sociale. L'adozione di tale strategia è stata accompagnata da iniziative coerenti, come la scelta di destinare all'Africa risorse aggiuntive per 23 miliardi di euro l'anno entro il 2015 e la decisione di inviare, in adesione a una richiesta delle Nazioni Unite, una nuova missione militare nella Repubblica Democratica del Congo.

L'impulso dell'Europa a costruire un legame forte e duraturo con il continente africano va sostenuto con tenacia. Sono convinto che una svolta decisiva potrà essere data dalla realizzazione del Vertice dei Capi di Stato o di Governo dell'Unione Europea e dell'Unione Africana, da tempo in calendario e troppe volte rimandato. L'Italia intende adoperarsi affinché ciò avvenga, nella convinzione che il destino dell'Africa e quello dell'Europa siano indissolubilmente legati. L'impegno del nostro Paese a favore dell'Africa si sviluppa non solo nell'ambito dell'Unione Europea, ma anche all'interno del G8 e nel quadro della collaborazione con le Nazioni Unite e le sue agenzie, primi tra tutti gli istituti del polo agroalimentare di Roma.

L'Italia contribuisce a numerosi programmi di assistenza bilaterali e multilaterali ed è stata tra coloro che hanno promosso una generosa politica di cancellazione del debito, anche quello maturato nei confronti delle istituzioni finanziarie internazionali. L'Italia continuerà ad essere vicina all'Africa - e desidero assicuravi, Signore e Signori, che farò tutto quello che rientra nelle mie responsabilità per incoraggiare questo impegno: con la partecipazione alle iniziative di pace ; con il sostegno economico ; con il contributo alla lotta all'AIDS e alla ricerca di efficaci vaccini per le grandi malattie ; con il trasferimento di tecnologie ; con il contributo dei nostri esperti nei fondamentali programmi di tutela ambientale ; infine, con lo slancio dei moltissimi volontari che operano nelle zone di crisi.(...)

Il sostanziale buon esito delle prove elettorali testimonia come le istituzioni democratiche si stiano consolidando intorno ai principi dello stato di diritto, del multipartitismo, del buon governo e della tolleranza. Particolare apprezzamento hanno destato le elezioni in Liberia, dove, per la prima volta in Africa, una donna - la Signora Ellen Johnson-Sirleaf - è stata eletta Capo dello Stato. Questi elementi rafforzano la mia convinzione che il peso politico ed economico dell'Africa sia destinato a crescere ; è opportuno che ciò si rifletta anche in una sua maggiore partecipazione ai meccanismi decisionali delle grandi organizzazioni internazionali.

Occorre tuttavia non deflettere dagli obiettivi fissati, per creare durature condizioni di stabilità e sicurezza. Troppi sono ancora i conflitti aperti : le crisi non ancora risolte in Costa d'Avorio, nella Repubblica Democratica del Congo e nei Grandi Laghi, la pace armata tra Etiopia ed Eritrea, gli scontri tra opposte fazioni in Somalia dimostrano quanto sia duro risalire la china. Particolare gravità presenta la situazione nel Darfur, per le perduranti violenze malgrado la firma di un accordo di pace. Queste crisi non sono la manifestazione di un destino ineluttabile, né il frutto di calamità naturali ; sono, purtroppo, opera dell'uomo. Proprio per questo, però, possono essere scongiurate.

Voglio rendere omaggio, a questo proposito, agli sforzi profusi dall'Unione Africana, all'instancabile attività di mediazione svolta dai suoi responsabili, all'eccellente lavoro svolto dalla missione AMIS in Darfur, che ha creato i presupposti per la conclusione delle recenti intese di Abuja.(...) L'Italia e l'Europa intendono essere al fianco dell'Africa nel suo percorso, per creare insieme quello spazio comune di civiltà sognato da un grande poeta e statista africano, Léopold Senghor, della cui nascita ricorre quest'anno il centenario: egli lo definì Eurafrica. Un progetto audace e di lungo periodo, nel quale tutti possiamo riconoscerci: l'unione di due mondi attraverso il Mediterraneo, che deve tornare ad essere, come fu in passato, mare aperto, luogo di incontro di civiltà, culture e tradizioni.

Speciale pace e diritti

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