NEW del 05 maggio 2006

 
     

Prevenzione genocidi : ONU , Tutu e Dallaire fra consiglieri
di Carla Amato

Con la nascita del comitato consultivo per la prevenzione dei genocidi, Kofi Annan prosegue un discorso ideale, cominciato con le scuse espresse in occasione del decimo anniversario del genocidio del Ruanda.

In quella occasione Kofi Annan ammise di non aver saputo capire ed agire tempestivamente per bloccare sul nascere l'ondata di violenze etniche che in poche settimane uccise oltre 800.000 persone. Non a caso oggi compare nel panel internazionale per la prevenzione di tali orrendi crimini il canadese Romeo Dallaire, ex comandante della forza delle Nazioni Unite in Ruanda all'epoca dei fatti.

Fra i sette esperti nominati ieri dal segretario generale Kofi Annan per fornire supporto al suo consigliere speciale sulla prevenzione dei genocidi, anche il vescovo premio Nobel sudafricano Desmond Tutu e David Hamburg, presidente emerito della Carnegie Corporation di New York, che ne sara' il presidente. La commissione si incontrera' almeno due volte quest'anno, e la prima riunione e' prevista per il 19-20 giugno.

Annan aveva nominato Juan Méndez primo consigliere speciale per la prevenzione dei genocidi nel mese di luglio 2004, con mandato a raccogliere le informazioni sulle gravi violazioni dei diritti dell'uomo che oggi potrebbero condurre al genocidio e portare le situazioni di genocidio potenziali all'attenzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU.

Fra le altre cose, Méndez e' stato in Darfur. Nella commemorazione del dodicesimo del genocidio del Ruanda, Mendez ha scritto un articolo pubblicato da parecchi giornali europei ed asiatici in cui ha evidenziato che, malgrado gli obblighi internazionali, la risposta globale contro il genocidio continua ad essere inferiore a quella richiesta. "Non possiamo sostenere di aver imparato la lezione del genocidio ruandese del 1994 se la nostra azione di fronte alla violenza genocida rimane incerta", ha scritto il consigliere dell'ONU.

Sul genocidio ruandese il generale Dallaire, comandante dei caschi blu all'epoca, ha scritto un libro, "Shake hands with the devil" ("Stringi la mano al diavolo"), che racconta la sua esperienza sulle atrocita'. In esso Dallaire - che negli anni seguenti ha sofferto gravi sintomi da shock post-traumatico per quanto accaduto - attacca anche la comunita' internazionale, che non ascolto' l'allarme da lui lanciato.

Un'inchiesta dell'Unione Africana ha riconosciuto che Dallaire fece tutto quanto in suo potere per salvare la popolazione civile, tanto che si stima che abbia contribuito a salvare dalla morte circa 30.000 persone. Il suo libro ha pero' suscitato polemiche. Tuttavia due anni fa con le parole ed oggi con questa nomina, Kofi Annan ha riconosciuto che le accuse del generale erano fondate.

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