NEW del 06 marzo 2006

 
     

Darfur : giustizia internazionale riuscira' a punire atrocità ?
di Carla Amato

Punire i responsabili delle violazioni dei diritti dell'uomo in Darfur? E come? Queste le questioni che saranno affrontate domani in una conferenza della Corte Criminale internazionale che si terra' a San Francisco, in California.

Il convegno, dal titolo "La corte criminale internazionale: Darfur e oltre", fara' anche il punto sul dibattito in corso all'ONU dove vi e' una spaccatura sulla questione dopo che il procuratore Luis Moreno-Ocampo ha lanciato una inchiesta sui crimini di guerra.

Mentre le violenze travagliano ancora il nord del Darfur, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha infatti affrontato il 27 febbraio l'ipotesi di sanzioni contro i funzionari che sono ritenuti una minaccia allo sforzo di pace o ai diritti dell'uomo nella zona. L'ambasciatore John Bolton, rappresentante attuale degli Stati Uniti in Consiglio, ha detto ai giornalisti che l'ONU vuole "andare avanti rapidamente sulle sanzioni stabilite". Lo scopo e' fare pressione su chi sta violando l'embargo delle armi, non contribuendo allo sforzo di stabilire un processo efficace di pace in Darfur e riportare una situazione di sicurezza nella regione.

Tuttavia, nella sessione a porte chiuse, Cina, Russia e Qatar si sarebbero opposte alle sanzioni, mentre gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Danimarca e la Francia sarebbero a favore. Grazie al veto di Cina e Russia ci si e' trovati ad un punto morto.

Secondo alcuni esperti sarebbero 400.000 le vittime del conflitto del Darfur dal 2003 e 2 milioni di abitanti della regione si sono spostati o rifugiati nel vicino Ciad dopo che i loro villaggi erano stati distrutti dalle milizie arabe Janjaweed, mentre nuovi episodi di violenza hanno visto bersaglio anche la missione delle Nazioni Unite sul posto. L'ONU dice che il Darfur e' attualmente "la catastrofe umanitaria peggiore del mondo".

Il Consiglio di sicurezza ha deciso nel marzo scorso di imporre il congelamento dei beni e il divieto di viaggiare a chiunque ostacolasse il processo di pace o violasse i diritti dell'uomo. Una commissione speciale diretta da Antonio Cassese e' stata incaricata di offrire raccomandazioni di sanzione. Cassese, un italiano, magistrato e professore di diritto internazionale, era responsabile dell'organizzazione del tribunale criminale internazionale per la Iugoslavia, che sta processando l'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic.

Riguardo al Darfur, una regione grande circa quanto la Francia, egli l'ha analizzata con l'aiuto di 30 collaboratori ed a dicembre scorso ha dato al consiglio una lista segreta di nomi di persone che ritiene dovrebbero essere punite. In seguito si e' saputo che la lista include il ministro degli interni Elzubier Bashir Taha, il capo dell'intelligence e tre comandanti ribelli dell'esercito di liberazione del Sudan, che hanno designato i civili e gli operatori umanitari come bersaglio.

Si pensa che Cassese abbia inviato alla sede ONU almeno nove casse di documenti sulle violenze con prove di torture, saccheggi ed uccisioni di massa che in buona parte sono state esaminate da Moreno-Ocampo dopo che lo stesso Cassese aveva raccomandato al segretario generale Kofi Annan che sarebbe stato opportuno deferire la questione al tribunale criminale internazionale. Tuttavia il governo sudanese avrebbe gia' avvertito che il Sudan non cooperera' mai ed inoltre ha giurato che mai concedera' l'estradizione di un cittadino sudanese ad un tribunale straniero.

Il caso del Darfur potrebbe quindi concludersi con la dimostrazione dell'impotenza del tribunale internazionale che non ha una propria polizia e deve contare sulla collaborazione dei 100 Paesi che hanno firmato il trattato sul mandato d'arresto internazionale.

Speciale diritti

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

 

 

Caso Sudan - Darfur: 1.200.000 profughi, 50.000 morti

Caso Sudan - Khartoum: 900.000 vittime di violenza e povertà