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NOTIZIARIO del 28
settembre 2004
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Giustizia
: Bruti Liberati chiede incontro al ministro Castelli L'Associazione Nazionale Magistrati cerca ancora la strada del dialogo con il ministro Roberto Castelli sulla riforma dell'ordinamento giudiziario. Il suo presidente, Edmondo Bruti Liberati, ha chiesto di essere ricevuto dal Guardasigilli, che era stato assente al recente congresso straodrinario dell'ANM a Napoli. Scopo dell'incontro presentare la rinnovata Giunta Esecutiva Centrale, riferire sui lavori e le conclusioni del Congresso di Napoli, esporre le osservazioni sugli aspetti di costituzionalita' e di praticabilita' del controverso ddl sull'ordinamento giudiziario ed illustrare inoltre le proposte alternative dell'Associazione magistrati. La posizione unanimemente espressa di recente dalla magistratura associata e' comunque di netto dissenso sul contenuto e sul metodo di questa riforma, ritenuta non solo una riforma contro la magistratura, ma contro la giustizia, contro i cittadini, contro l’interesse del Paese e che "ove mai entrasse in vigore porterebbe ad un organizzazione giudiziaria contraria all’impianto costituzionale, ma anche ingestibile ed irrazionale, e che aggraverebbe la inefficienza dell’apparato giudiziario". Intanto i magistrati commentano che il Congresso straordinario del 24 e 25 settembre, "Quali riforme per la giustizia", ha avuto uno straordinario successo per livello di partecipazione, qualita' del dibattito ed attenzione della pubblica opinione e sottolineano che le relazioni degli illustri studiosi "hanno offerto ulteriori conferme dei numerosi e gravi profili di incostituzionalita' della riforma, nel suo impianto complessivo e nelle sue specifiche articolazioni, profili piu' volte denunciati dalla magistratura associata, e sui quali sarebbe necessaria, e ancora possibile, una attenta riflessione da parte del governo e della maggioranza." Quello di Bruti Liberati e' dunque un tentativo di dialogo con il ministro pur nella chiarezza delle posizioni di una magistratura che esprime "il dovere di dissentire". Se un punto di contatto non fosse trovato, il Comitato direttivo centrale dell'ANM, ribadendo la posizione gia' espressa con il documento approvato il 4 settembre scorso, ha dato mandato alla GEC, di organizzare una forte iniziativa di protesta, fissando la data dell'astensione dalla udienze. In dissenso l'Associazione Articolo 3, che ha deciso di ritirare la propria partecipazione alla giunta esecutiva centrale, dicendo di aver vissuto "con sofferenza alcune decisioni della magistratura associata" e di ritenere chiara l'impossibilita' di dialogo con il ministro della Giustizia. L'associazione ha una posizione sulle strategie piu' radicale di quella della maggioranza dell'ANM ed avrebbe anche preferito il rinnovo delle cariche associative. "Certo il congresso ha visto la partecipazione di numerosi colleghi" - commenta il presidente di Articolo 3 Antonello Ardituro - "ma e' stato a tutti evidente la scarsa attenzione avuta sulla stampa e soprattutto dalle televisioni". L'associazione ritiene che il congresso avrebbe dovuto programmare iniziative di protesta e proposte significative sull’ordinamento giudiziario sulla nomina dei dirigenti degli uffici giudiziari, sulla valutazione della professionalita', sull'effettivita' dell’esercizio dell’azione penale ecc… "Abbiamo sempre detto che i problemi che la riforma affronta sono veri problemi del sistema - continua Ardituro - naturalmente il progetto li affronta male e con atteggiamento rancoroso e punitivo per la magistratura, ma sono questioni che vanno affrontate innanzitutto al nostro interno." E se sul punto vi sono stati scritti di Fabio Roja (Unita' per la Costituzione) e Claudio Castelli (Magistratura Democratica), a giudizio di Articolo 3 "non si e' mai passati alla fase della realizzazione".
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