NOTIZIARIO del 30 giugno 2004

 
     

Maxiemendamento : la vendetta degli imputati
di Rita Guma

Non c'e' dubbio che la riforma (o meglio sarebbe dire "rivoluzione") dell'Ordinamento Giudiziario, sia stata votata da un parlamento che non aveva neppure letto (per mancanza di tempo, dato il breve preavviso e la mole del documento, per mancanza d'interesse o di preparazione) il testo cui ha dato l'avallo.

Diversamente si dovrebbe concludere che la fame di potere, o l'attaccamento alla poltrona, di questi deputati e' superiore ad ogni brandello residuo di quei valori un tempo professati da alcuni di essi (AN per DNA, la Lega ai tempi di Mani Pulite).

Chi si prendesse la briga, infatti, di leggere il testo, accanto a macroscopiche ignoranze (si proibisce ai magistrati di essere iscritti a societa' segrete e partiti politici, cosa che gia' prevede la Costituzione) vedrebbe uno spazio spropositato (il 30%) riservato alle punizioni e sanzioni e processi etc etc ai magistrati.

Non vi e' dubbio che il testo approvato sia frutto degli avvocati di berlusconi, livorosi per i processi cui il premier o loro stessi sono stati sottoposti ed alcuni dei quali hanno perso (come legali o come imputati).

Ne' c'e' dubbio che sia frutto del partito del guardasigilli, che ha dichiarato in aula, per bocca di una sua deputata, di votare "convintamente" la fiducia al provvedimento.

Non e' improbabile che l'abbiano fatto ricordando le condanne al loro leader Bossi o ad altri amici, e il mancato chinare il capo sia dei magistrati di Milano di fronte alle ispezioni del ministro Castelli, sia del CSM, sia di chi, dovendo applicare la legge sulle rogatorie, si e' naturalmente richiamato al diritto internazionale, che, superando quello nazionale, vanificava una legge pedestre.

Oltre alla minuziosa ed ampia parte riguardante le indagini, i processi e le sanzioni ai magistrati, ecco infatti spuntare anche il premio per chi si piega.

Infatti il maxiemendamento prevede che "per i magistrati fuori ruolo che abbiano svolto per non meno di tre anni gli incarichi di capo o vice capo di uno degli uffici di diretta collaborazione del Ministro della giustizia" ovvero di capo, vice capo o direttore generale di uno dei dipartimenti del Ministero della giustizia" (per intendersi, ad es. la moglie di Bruno Vespa) "lo svolgimento di detti incarichi costituisca titolo preferenziale per l'attribuzione, a loro domanda, da parte del Consiglio superiore della magistratura, delle funzioni di legittimitą e per il conseguente ricollocamento in ruolo nei posti vacanti di consigliere della Corte di cassazione o di sostituto procuratore generale della Procura generale presso la Corte di cassazione" e cosi' via premiando...

Mi e' difficile capire, con una legge come questa, che ci costringe a mettere nel cassetto la famosa speranza dell'oppresso ("ci sara' pure un giudice a Berlino!"), con una riforma dello Stato di tipo presidenziale spinto, e con il fatto che oramai persino i giornali di sinistra ci hanno convinto che alle elezioni e' impossibile barare (il che non e' vero), quale speranza di democrazia rimanga al povero cittadino per bene, onesto e non colluso con il potere.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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La notizia dell'approvazione alla Camera

Il testo del maxiemendamento approvato

Lo speciale sulla riforma dell'odinamento giudiziario