NOTIZIARIO del 22 giugno 2004

 
     

Iraq : in Sud Corea manifestazioni per l' ostaggio
di red

La Corea del Sud, tramite il ministero dell'industria, commercio ed energia, ha chiesto ai propri cittadini in Iraq per motivi di lavoro di abbandonare il Paese, mentre si attendono notizie sull'ostaggio sudcoreano il cui ultimatum per la decapitazione e' scaduto. I sudcoreani nel Paese dovrebbero essere ancora 22.

Intanto nella capitale, Seul, e' in atto una mobilitazione per salvare l'interprete sudcoreano rapito dai militanti islamici vicini ad Al Qaeda, e la popolazione si schiera contro l'invio di altri tremila uomini a fianco degli americani.

E' stata organizzata una veglia nel centro della capitale ed un gruppo di manifestanti ha agitato cartelli con lo slogan: "l'invio di truppe uccide" o con la citazione dello stesso Kim Sun-il: "i nostri militari devono ritirarsi, non voglio morire".

La Corea del sud conta invece di inviare altri tremila uomini ad Arbil, nella regione settentrionale dell'Iraq curdo. Con i 670 militari già sul posto, la Corea del Sud rappresenterebbe allora il terzo maggiore contingente straniero sul territorio iracheno. L'invio di truppe era stato gia' osteggiato da molta parte dell'opinione pubblica prima che venisse presa la decisione definitiva.

Kim, un impiegato della la Kellog Brown and Root, compagnia di costruzioni affiliata al colosso petrolifero americano Halliburton, e' stato rapito a Falluja il 17 giugno, il giorno dopo che la Corea del Sud aveva annunciato l'invio delle sue truppe dopo mesi di discussioni.

7 missionari di quel Paese erano stati nelle mani dei rapitori per qualche giorno circa un mese fa.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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