NOTIZIARIO del 15 maggio 2004

 
     

I militari italiani sapevano delle condizioni dei prigionieri.
Il Governo cosa ha fatto?

Di Pino Finocchiaro

Le immagini che lo confermano sono state raccolte dal produttore indipendente Stefano Rolla. Nelle immagini di Rolla si nota distintamente un ufficiale dell'esercito italiano accanto alle gabbie dove erano stipati i prigionieri "comuni" di Nassiriya. Insomma, i militari sapevano e tentavano di strappare i detenuti ad una sorte inumana. E il governo?

Già nellŽagosto 2003 gli ufficiali dellŽesercito italiano avevano accesso alle carceri di Nassiriya, conoscevano quellŽinferno e si prodigavano per rendere più umana la detenzione dei prigionieri.

Le immagini che lo confermano sono state raccolte dal produttore indipendente Stefano Rolla, lŽeroe civile ucciso a Nassiriya insieme ai carabinieri e ai soldati coinvolti nellŽattacco del 12 novembre.

Tra gli accompagnatori in Iraq di Stefano Rolla vi era anche il maresciallo-biologo del Ris, Massimiliano Bruno, anchŽegli caduto a Nassiriya. Il filmato di 33 minuti prodotto dal regista Massimo Spano fu acquistato dalla rete 2 della Rai e molto parzialmente utilizzato dal programma Excalibur di Socci.

Le immagini raccolte da Stefano Rolla sembrano dettate dalla vedova del maresciallo del Ris, Pina Bruno, cosiŽ come proposte nellŽintervista di Chiara Rossotto al Tg3. Il maresciallo Bruno viene inquadrato distintamente da Rolla al termine di un sopralluogo nellŽAntica Babilonia ed appare in altre immagini filmate da Rolla ma non montate dai collaboratori di Massimo Spano.

Nelle immagini successive, il produttore, morto a Nassiriya, riprende invece un ufficiale in mimetica dellŽesercito italiano a colloquio con un gruppo di detenuti reclusi dentro una gabbia non molto piuŽ grande di quelle del canile di Porta Portese. La gabbia è stipata. Accanto allŽufficiale italiano vi è un iracheno con la divisa della polizia locale e i gradi di capitano sulle spalline. Il militare italiano parla in inglese, tenta di incoraggiare i detenuti e si appresta ad una mediazione con le autorità locali.

Le immagini di Stefano Rolla testimoniano che Massimiliano Bruno poteva essere a conoscenza di quelle condizioni inumane cosiŽ ben descritte nelle interviste concesse dalla vedova Bruno e dal suo comandante, il colonnello Burgio.

Chi scrive ha potuto vedere per intero il filmato. Ne traspare non solo la consapevolezza di operare in uno scenario di guerra dove i diritti umani sono limitati da fatti circostanze e usi locali, ma soprattutto lŽimpegno umanitario dei nostri militari, incluso il maresciallo Bruno e i suoi ufficiali, affinché la polizia locale assumesse atteggiamenti `occidentaliŽ nei confronti dei prigionieri iracheni.

Nessuno ne aveva mai dubitato.
Ma, visto che i marescialli sapevano, i capitani sapevano, i colonnelli sapevano e persino il generale Spagnuolo sapeva, dove si eŽ interrotta la catena di comando e controllo? Come mai il governo non sapeva?

Ah, a proposito, il documentario nei titoli di coda ringrazia per il contributo i ministeri della Difesa e degli Affari Esteri; ma Martino e Frattini lo sapevano? Lo hanno mai visto?

Nessuno lŽha mai detto a Berlusconi?

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