NOTIZIARIO del 23 novembre 2004

 
     

Darfur : UA e ONU , dissenso su tregua dopo morte operatore MSF
di Carla Amato

Il responsabile politico dell'Unione Africana in Darfur hadetto ieri che il cessate il fuoco dichiarato ad inizio settimana fra governo e ribelli sarebbe rispettato, mentre le organizzazioni umanitarie operanti nella regione e l'ONU parlano del permanere di condizioni di insicurezza.

Il governo sudanese ha annunciato ad inizio settimana di aver ordinato alle sue truppe dislocate nel Darfur di osservare una tregua immediata. L'indomani i rappresentanti dei due principali gruppi di ribelli (Armata di liberazione del Sudan e Movimento per la giustizia e l'uguaglianza) hanno annunciato che i ribelli dei loro gruppi non avrebebro attaccato. Un primo cessate il fuoco stabilito era stato violato in aprile e a novembre la tregua concordata non era durata piu' di due settimane.

I combattimenti puu' recenti erano concentrati nel sud della travagliata regione, ma gli osservatori dell'Unione Africana nella zona (800 soldati e 100 osservatori) hanno comunicato che la tregua sembra effettiva e che i due gruppi di ribelli avrebbero addirittura lasciato la zona. Il giudizio non e' condiviso dalle associazioni umanitarie che operano nella zona.

Gli operatori del programma alimentare delle Nazioni Unite PAM segnalano una situazione di persistente insicurezza dovuta ai banditi ed ai combattimenti che minano il loro lavoro presso i quasi due milioni di profughi generatisi nei 22 mesi di conflitto.

Medici senza Frontiere accusa soldati governativi di aver sparato, uccidendolo, ad un operatore umanitario africano dell'organizzazione, ed ha aggiunto che altri 29 impiegati sono spariti dopo l'assalto. L'organizzazione britannica Save the Cildren, che ha perso quattro operatori negli scontri a fuoco e nell'esplosione di una mina, ha deciso ieri di lasciare il Darfur.

La portavoce dell'ONU Radhia Achouri ha dichiarato alla stampa ieri a Khartoum che le milizie arabe dei Janjaweed, hanno ancora attaccato dei villaggi nelle ultime due settimane, facendo fuggire centinaia di persone.

Per parte sua il segretario generale dell'ONU, Kofi Annan, ha detto ieri di essere preoccupato e di temere il fallimento del piano imposto al governo del Sudan con l'ultima risoluzione del Consiglio di Sicurezza, che prevedeva severe sanzioni.

Lo speciale diritti umani


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