NOTIZIARIO del 03 luglio 2004

 
     

Sudan , Darfur : disarmo milizie, interviene Annan
di Carla Amato

La situazione nel Darfur continua ad essere grave, ma qualche passo avanti sara' forse fatto dopo un intervento del segretario generale dell'ONU Kofi Annan. Il governo si e' infatti impegnato a disarmare le milizie arabe hanno costretto decine di migliaia di persone a lasciare i propri villaggi nella regione occidentale sudanese del Darfur.

L'impegno e' stato preso in una dichiarazione congiunta con l'ONU. Annan, che ha appena concluso un giro della regione in cui ha visitato gli accampamenti di 120000 rifugiati nel Chad, vicino al Darfur, ha detto: "il mio messaggio è semplice, la violenza deve arrestarsi."

Circa un milione di persone sono fuggite dalle loro sedi nella regione di Darfur ed almeno 10.000 gia' sono state passate per le armi, tanto che la milizia araba di Janjawid e' stata accusata "di pulizia etnica". Gli uomini vengono sgozzati e le donne violentate.

Il comunicato unitario dice che "il governo del Sudan si impegna fin da subito a disarmare Janjawid ...ed altri gruppi armati fuorilegge". Il governo sudanese inoltre ha promesso di permettere ai gruppi per la verifica dei diritti dell'uomo di documentare eventuali abusi in tutto il Darfur, impegnandosi anche a schierare "una forza credibile e rispettata di polizia" per proteggere il milione di persone a rischio.

Anche Colin Powell e' intervenuto nella questione, avvertendo che il Consiglio di sicurezza dell'ONU potrebbe intervenire se la violenza continuasse. Ha detto che il governo sudanese deve agire "nel giro di giorni o settimane".

Tuttavia un portavoce dell'Human Rights Watch ha avvertito che il governo del Sudan non onora quasi mai le sue promesse, chiosando ironicamente: "Preferiscono promettere... ". Fra l'altro la prospettiva e' ancor piu' difficile considerando la denuncia di alcuni mesi fa di Amnesty International riguardo alla connivenza del governo con i miliziani armati.

Alti funzionari sudanesi hanno recentemente negato che la milizia sia spalleggiata dal governo e il ministro degli affari esteri del Sudan ha detto che circa 6.000 soldati e poliziotti saranno spediti per migliorare la sicurezza in Darfur ma non ha specificato quando questo accadrebbe.

La data del 15 luglio e' comunque stata fissata per le trattative fra i gruppi che guerreggiano nella regione di Darfur, secondo il presidente dell'unione africana. I colloqui fra i ribelli ed il governo di Khartoum avverrebbero nel capitale etiopica, Addis Abeba.

L'ONU ha avvertito che i rifugiati potrebbero morire a causa della carestia e delle malattie a meno che non sia loro permesso di tornare a casa. L'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha previsto per circa 10.000 rifugiati malattie quali il colera, la malaria e la dissenteria, con la stagione delle pioggie che arriva in luglio.

Il coordinatore dei programmi di emergenza delle Nazioni Unite Jan Egeland ha parlato di "uno degli incubi logistici piu' grandi nella storia di assistenza umanitaria" ed ha aggiunto: "abbiamo raddoppiato la nostra presenza in Darfur nelle ultime cinque settimane e la raddoppieremo ancora nelle cinque settimane prossime, ma ancora dobbiamo triplicarla".

L'OMS e l'UNICEF stanno intanto per concludere un piano di vaccinazioni per oltre 2 milioni di bambini contro il morbillo, proprio nel Darfur nella speranza "di salvare fino a 50000 vite umane prevenendo l’insorgere del morbillo in questa regione".

Migliaia di veicoli hanno trasportato vaccini sensibili al calore e squadre di operatori sanitari attraverso strade rischiose e quasi impraticabili nelle tre province interessate della regione. La campagna e' finanziata dagli USA, dalla Fondazione Gates, dalla Gran Bretagna ed in misura minore anche dall'Olanda e dall'Italia.

by www.osservatoriosullalegalita.org

___________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

 

Rifugiati e asilo:
un posto da chiamare casa

Annan si scusa per il genocidio del Ruanda

Speciale diritti umani