NOTIZIARIO del 22 giugno 2004

 
     

Rifugiati e asilo : un posto da chiamare casa
di Rico Guillermo

Sono anni che si celebra in tutto il mondo la giornata o la settimana del rifugiato, anche se non sembra che i progressi nel campo vadano di pari passo con la presa di coscienza del problema.

Il 20 giugno, giorno del rifugiato del mondo, ha messo a fuoco quest'anno la ricerca e l'attuazione di soluzioni durevoli per i rifugiati. Sulla base del tema "Un posto da chiamare casa: ricostruendo le vite nella sicurezza e nella dignita'", l'ONU ha analizzato le sfide e le speranze che accompagnano i rifugiati nella loro ricerca di una nuova sede, con il rimpatrio volontario, l'integrazione locale o il riassestamento.

L'evento mondiale e' stato patrocinato a Barcellona da Angelina Jolie, in qualita' di ambasciatrice di buona volonta' ONU. Numerosi sono stati gli eventi promossi da Enti locali ed associazioni anche in l'Italia, l'unico paese nell'Unione europea a non avere una legge sull'asilo. Sono oltre 22 milioni i rifugiati nel mondo, circa 13 mila sono i rifugiati in Italia e quasi altrettanti godono di protezione umanitaria.

In gran parte essi provengono dai Balcani, dal Corno d'Africa, dalla regione dei Grandi Laghi, dall'Iraq, dalla Turchia, dal Myamar. Sono costretti a fuggire dal proprio paese dove la loro vita e' in serio pericolo e spesso l'Italia e' solo una tappa della loro fuga.

Amnesty International, Medici Senza Frontiere, il Consorzio Italiano di Solidarieta' e l'Arci hanno aderito per l'occasione alla campagna "Diritto d'Asilo: una questione di Civilta'" invitando i Consigli Comunali a votare nella data del 20 giugno un ordine del giorno su questa importante questione. Amnesty International ha colto l'occasione anche per denunciare le carenze legislative in Italia ed accusare il governo del Sudan per la devastazione in corso nel Darfur.

L'Africa ospita la maggior parte dei rifugiati e che e' stata indicata per la sua grande generosita' nella risoluzione adottata 55/76 dell'assemblea generale dell'ONU del 4 dicembre 2000. Tuttavia i rifugiati vivono spesso anche situazioni terribili in cui sono privati di ogni diritto e sottoposti a uccisioni, stupri, saccheggi.

Amnesty denuncia che "il governo del Sudan è responsabile dello sfollamento di oltre un milione di civili" e delle violenze alla popolazione, con incendi di villaggi "e distruzione dei beni di sostentamento della popolazione del Darfur. A compiere queste atrocità sono le milizie filogovernative denominate Janjawid, ma l’esercito sudanese le assiste regolarmente anche con raid aerei".

L'organizzazione di difesa dei diritti umani ha denunciato che "il governo di Khartoum, che e' obbligato a prendere tutte le misure necessarie per tutelare i diritti della popolazione civile e garantire accesso illimitato ai soccorsi umanitari, nega ancora l’ingresso ai veicoli, ai medicinali e alle forniture alimentari e continua a negare pubblicamente la gravità della crisi umanitaria e dei diritti umani nel Darfur".

Le milizie Janjawid hanno stuprato numerosissime donne, causando gravidanze, malattie a trasmissione sessuale, traumi psicologici ed emarginazione. I rifugiati lungo la frontiera, a loro volta, sono presi di mira dalle milizie Janjawid e dall’aviazione sudanese.

L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati ha allestito dei campi che ospitano attualmente 90.000 persone, mentre altri 40.000 civili vivono in condizioni disperate al di fuori dei campi.

Il 3 giugno a Ginevra si e' tenuta una conferenza di donatori per trovare i fondi per la crisi, ma non basta. Quando i campi diventeranno piu' difficili da raggiungere per le agenzie umanitarie a causa della stagione delle piogge, infatti, il rischio di morte specialmente per gli anziani e i bambini sara' elevatissimo.

La recente relazione dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ad interim sulla situazione dei diritti umani nella regione del Darfur ha invitato il governo del Sudan a condannare pubblicamente le azioni delle milizie Janjaweed operanti nel Darfur e a porre le milizie sotto il suo controllo.

Anche l'Unione Europea, un mese fa, ha espresso ufficialmente la speranza che le autorita' del Sudan consentissero alle organizzazioni umanitarie l'illimitato accesso a Darfur a tutti i livelli, sottolineando come spetti al governo del Sudan proteggere effettivamente le popolazioni locali e gli sfollati interni dai gravi abusi commessi dai gruppi armati.

L'UE ha anche espresso apprezzamento per la costituzione, da parte del Governo del Sudan, di una commissione d'inchiesta per far luce sulle violazioni dei diritti umani commesse dai gruppi armati nel Darfur e si e' augurata che siano prese rapidamente misure alla luce dei risultati cui giungerà la Commissione.

Secondo Amnesty il numero di rifugiati e richiedenti asilo nel mondo raggiunge oggi i 12 milioni e il 75% di essi si trova nei Paesi in via di sviluppo. Milioni di persone risultano sfollate a causa di conflitti e di gravi abusi dei diritti umani in Africa centrale e occidentale, in Asia meridionale, in Russia e in Colombia. Il piu' numeroso gruppo di rifugiati è tuttora costituito dai palestinesi.

In aggiunta a coloro che cercano riparo al di fuori del proprio paese, vi sono circa 23 milioni di sfollati o “profughi interni”, cui è spesso negata la protezione che il governo garantisce ai loro connazionali. Il Sudan ha il piu' alto numero di sfollati del mondo.

Indice puntato da piu' parti anche sulla situazione del diritto d’asilo in Europa e in Italia, dove la convenzione di Ginevra e l’articolo 10 della Costituzione rimangono lettera morta. E' ora in discussione alla Camera una normativa organica sul diritto d’asilo, tuttavia vi e' il rischio, come gia' in Europa, che invece di studiare come dare aiuto alle tante persone in difficolta', si vogliano solo aumentare filtri e limitazioni.

Ben venga quindi l'ulteriore riflessione sui temi dell'accoglienza che si terra' oggi a Roma, alle ore 16, presso i musei della centrale Montemartini in via Ostiense n°106. Interverranno: Sandro Triulzi, docente di storia dell’africa sub-sahariana università Orientale di Napoli, Goffredo Fofi, direttore della rivista “Lo straniero”, ed Ettore Zerbino, psicanalista di “medici contro la tortura”.

Nel corso dell'incontro si avranno racconti di storie di vita, documentazione video e fotografica ed un documento video sulla guerra in Darfur e saranno presenti alcuni rifugiati.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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