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NOTIZIARIO del 09
novembre 2004
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Darfur
: Commissione Cassese arrivata in Sudan ma crescono violenze L'apposita commissione ONU capitanata dal magistrato italiano Antonio Cassese e' giunta ieri in Sudan per verificare se vi sono gli estremi per parlare di "genocidio" nella regione del Darfur. Il gruppo di cinque membri designati da Kofi Annan ha tre mesi per pervenire ad una valutazione finale. Gli accusati sono le armate arabe e filogovernative Janjaweed, che imperversano nella regione violentando le donne ed uccidendo gli abitanti neri animisti, costretti alla fuga. Ben 1.200.000 persone sono fuggite nei campi profughi al confine o nel vicino Ciad. Gli Stati Uniti hanno gia' definito genocidio la situazione nella regione, ma il governo di Khartoum ha rifiutato questa definizione, ridimensionando a 7.000 i morti stimati dall'ONU in 70.000 e affermando che Washington abbia interessi politici e voglia cercare un pretesto per invadere il Sudan. Tuttavia il consiglio di sicurezza dell'ONU, su proposta degli USA, ha approvato questa estate ben due risoluzioni che imponevano al governo sudanese di pacificare la regione disarmando i ribelli, pena sanzioni. Il Consiglio sta esaminando una nuova risoluzione da adottare questo mese durante l'incontro di Nairobi, risoluzione che piu' che nuove minacce dovrebbe offrire aiuto a Khartoum. Nel Paese vi sono anche le truppe dell'Unione Africana, che si e' di fatto interposta per risolvere internamente al continente la questione. L'Unione Africana si e' anche adoperata come garante nei colloqui di pace con le due fazioni non arabe dei ribelli, che denunciano invece i Janjaweed. E' stato recentemente firmato un accordo per cercare una soluzione entro la fine dell'anno. Il ministro degli esteri sudanese Mustafa Uthman Isma'il ha detto ieri che la commissione ONU presieduta da Cassese e' benvenuta e si e' detto sicuro che essa concludera' che non e' stato perpetrato alcun genocidio. Le agenzie umanitarie in Darfur hanno evacuato alcune aree dove ancora continuano i combattimenti. Per fortuna il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite e' riuscito a sfamare in settembre piu' di 1.3 milioni di persone nella regione, andando oltre il suo stesso obiettivo di 1.2 milioni, con l'ausilio di camion, aerei e treni a dispetto delle difficolta' dovute ai combattimenti. Molte scorte non erano state distribuite in agosto a causa della stagione delle piogge. Nei campi profughi, una collaborazione piů stretta tra le varie organizzazioni non-governative partner del PAM ha migliorato la distribuzione del cibo tra coloro che ne avevano bisogno. Tuttavia domenica sera si sono registrate recrudescenze nelle violenze. Christiane Berthiaume, portavoce del Programma Alimentare mondiale a Ginevra ha detto che con la scusa della sicurezza la polizia sudanese ha impedito improvvisamente a 160.000 rifugiati di muoversi, mentre il PAM e' stato costretto all'evacuazione di 88 operatori umanitari nei tre campi della regione di Nyala. Secondo le Nazioni Unite, l'esercito e la polizia sudanese avevano circondato tre campi di rifugiati interdicendo l'accesso alle organizzazioni umanitarie. Ibrahim Hamid, ministro degli Affari Umanitari del governo sudanese ha minimizzato l'accaduto e affermato che "l'Unione africana e' stata avvisata". Secondo Khartoum, le tribu' arabe - incollerite per il prelevamento di 18 di loro da parte dei ribelli dell'Armata di Liberazione del Sudan, la maggiore fazione di ribelli non arabi - si avvicinavano alla zona. I ribelli neri da parte loro affermano che domenica mattina i Janjaweed hanno prelevato 30 Africani da un autobus e li hanno sterminati. Fra conferme delle associazioni umanitarie e dell'ONU sull'aumento delle violenze e degli spostamenti imposti con l'uso della forza e le dichiarazioni dell'Unione Africana che afferma di non avere alcuna informazione sull'accaduto, si consuma quindi un altra violenza nella violenza. A Washington l'addetto stampa del dipartimento di Stato Tom Casey ha dichiarato che il suo governo e' "indignato", mentre il primo ministro canadese Paul Martin conta di incontrare il presidente sudanese Omar el-Béchir il 24 novembre dopo essere stato in Burkina Faso.
___________ I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE
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Caso Sudan - Darfur: 1.200.000 profughi, 50.000 morti Caso Sudan - Khartoum: 900.000 vittime di violenza e povertà Il caso Uganda : orecchie, nasi e labbra tagliate e bimbi soldato Il caso Congo: 40.000 vittime di stupro in 6 anni L'Unione Europea stanzia 18 mld di euro per il Darfur Rifugiati
e asilo:
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