NOTIZIARIO del 01 novembre 2004

 
     

Darfur : Sudan giudica accettabili richieste ribelli ma...
di red

Il governo sudanese ha espresso il suo ottimismo ieri su una soluzione politica della crisi del Darfur, dopo aver ascoltato le proposte di un gruppo ribelle, che ha giudicato "ragionevoli e accettabili".

Il "movimento per la giustizia e l'uguaglianza", il piu' piccolo dei due gruppi ribelli presenti alla discussione patrocinata dall'Unione Africana ad Abuja, in Nigeria, ha fatto una "dichiarazione di principi" chiedendo una maggior rappresentanza a livello nazionale a svantaggio dei poteri locali per il Darfur.

Il portavoce del gruppo, Ahmed Hussain Adam, ha dichiarato che le proposte del gruppo vertono sulle "vere questioni: l'amarginazione politica, l'emarginazione economica e l'emarginazione sociale" dei gruppi etnici del Darfur. Ha chiesto la rappresentanza dei gruppi etnici del Darfur a livello nazionale e la ristrutturazione dell'esercito per inglobare abitanti del Darfur e di altre regioni.

"Penso che le richieste siano tutte ragionevoli e accettabili" ha detto Abdel Rahim Kalil, l'ambasciatore del Sudan in Nigeria e membro della delegazione sudanese ai colloqui. "Pensiamo che tutte le regioni del Sudan debbano essere rappresentate in misura adeguata a livello federale" ha aggiunto.

Ma il gruppo ribelle, che gia' due giorni fa aveva espresso la sua sfiducia che il governo sudanese volesse davvero impegnarsi, ha precisato che le proposte di Khartoum per i poteri accordati ai tre Stati del Darfur di eleggere un proprio parlamento erano "parole vuote".

Il piu' importante dei gruppi ribelli, l'"armata per la liberazione del Sudan" , non e' invece pronta a fare un compromesso sulle esigenze chiave. "Dobbiamo separare la religione e lo Stato" ha detto Mahgoub Hussain, portavoce del gruppo. Ma Abdulrahman Zuma, portavoce del governo sudanese, ha dichiarato che la Sharia restera' in vigore in Sudan, aggiungendo che si tratta di una scelta del popolo.

Il gruppo di ribelli accusa anche il governo di aver lanciato un raid aereo la scorsa settimana su Allaiat, nel Darfur, uccidendo 26 persone.

Intanto altri problemi si hanno sul fronte dei peacekeepers. Infatti la forza di pace inviata dall'Unione Africana e guidata dalla Nigeria e dal Ruanda, non ha un mandato ben preciso in ordine a durata e compiti e chiede chiarimenti.

Il presidente ruandese Kagame rivendica un ruolo piu' attivo per i soldati del contingente, che a suo giudizio non possono assistere senza agire alle violenze, ma invece il mandato e' blando e generico.

Le Nazioni Unite hanno valutato che il Darfur e' teatro dellla piu' grave crisi umanitaria del mondo. Almeno 70.000 persone sono morte da marzo - la maggior parte di fame e di malattie, ma molte anche per le violenze - ed 1.300.000 abitanti della regione sono fuggiti da febbraio 2003.

Ma Khartoum afferma che le cifre dell'ONU sono esagerate e parla di "soli" 7.000 morti.

Lo speciale diritti umani


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