NOTIZIARIO del 10 settembre 2004

 
     

Darfur : Bush inorridito per massacro ma il Sudan non ci sta
di Carla Amato

Il Sudan ha rifiutato ieri di accettare una dichiarazione degli Stati Uniti che definiva "genocidio" gli accadimenti violenti nel Darfur, ma subito dopo il presidente USA George W. Bush ha girato il coltello nella piaga dicendo di essere inorridito dalle violenze nella regione.

"Si tratta di un'altra specie di pressione portata contro il governo del Sudan dagli Stati Uniti ed i governi occidentali, il genere di pressione politica generale che mostra come gli Stati Uniti non siano amici del Sudan" aveva detto Ahmad Hassan Al-Zubair, il ministro delle finanze del Sudan "dimostreremo che e' vero che il conflitto nel Sudan e' un problema tribale interno e sara' opportuno che sia il governo nazionale a risolvere questo problema".

In precedenza il governo del Sudan aveva protestato sia con gli Stati Africani, sia con la Lega Araba che gli USA cercavano una scusa per inviare truppe di invasione e rovesciare il governo di Khartoum. Tuttavia, un portavoce per il movimento dei ribelli per la liberazione del Sudan (SLM), Abd Al-Hafiz Mustafa Musa, ha commentato l'ultima azione degli Stati Uniti come "sviluppo benvenuto".

Il segretario di Stato USA Colin Powell aveva detto in un'udienza in Senato che le indagini fatte dagli Stati Uniti e da altre fonti "hanno concluso che e' stato commesso genocidio in Darfur e che il governo del Sudan e le brigate Janjaweed ne hanno la responsabilita'", ma capi dell'Unione Africana fanno notare che durante la visita di Powell in Sudan egli aveva sottolineato che non si trattava di genocidio: "se oggi sta affermando che era genocidio, vorremmo essere messi a parte di tali informazioni".

I presidenti del Sudan e del vicino Ciad (che ha ricevuto 200000 rifugiati fuggiti dal Darfur) - che hanno partecipato ad un incontro fra Stati sul problema della disoccupazione - a margine dell'incontro hanno espresso una convergenza su una soluzione pacifica e diplomatica della situazione, sottolineando che "una soluzione militare non risolvera' i problemi in Darfur e sarebbe una catastrofe assoluta", aggiungendo che il governo del Sudan ha accettato il rinforzo dell'attuale missione militare dell'Unione Africana in Darfur.

L'Unione Africana e' stata quindi molto chiara sul fatto di considerare un'ingerenza un'eventuale intervento di una forza non africana in Sudan, e cio' mentre gli Stati Uniti stanno preparando una nuova risoluzione delle Nazioni Unite riguardante la crisi nella travagliata regione del Darfur, per ottenere sanzioni internazionali contro il governo in Khartoum, e lo stesso Bush e' intervenuto invocando l'intervento dell'ONU.

I morti nella regione sono forse 50000, mentre 200000 sono i rifugiati in Ciad e 1200000 persone sono a rischio di vita per la persecuzione, le malattie e la fame. Anche la FAO ha lamentato di recente le condizioni proibitive in cui sono costrette ad operare le varie missioni umanitarie a causa di violenze che continuano a verificarsi nonostante il cessate il fuoco dichiarato.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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