NOTIZIARIO del 03 settembre 2004

 
     

Presidenziali USA : Bush , Kerry , la guerra e il terrorismo
di Rico Guillermo

Bush afferma di essere il piu' adatto a dirigere il Paese per condurre una guerra al terrorismo senza cedimenti ed accusa Kerry di essere codardo, ma il suo avversario gli rinfaccia di aver sfuggito personalmente la guerra del Vietnam e di mandare oggi altri a combattere sul fronte iracheno.

A due mesi dalle elezioni presidenziali, George W. Bush ha ufficialmente accettato la candidatura per un secondo mandato da parte del suo partito. Davanti ai delegati riuniti al Madison Square Garden di New York ed a milioni di telespettatori, il presidente uscente ha promesso di vincere il terrorismo e riprendere una politica interna di "conservatorismo improntato alla solidarieta'" gia' proposto nel 2000.

Parlando di terrorismo Bush ha ampiamente parlato della sua azione all'indomani dell'11 settembre, in questo sostenuto dal sindaco di New York Rudolph Giuliani. I toni dei discorsi erano in alcuni punti volutamente strappalacrime. Bush ha confrontato la situazione attuale di Iraq ed Afghanistan, oltre che del Pakistan, con quella del 2001.

Ovviamente ha glissato sulle violenze irachene e sullo stato di poverta' devastante dell'Afghanistan, mentre ha posto l'accento sul fatto che questi Stati sono un "punto di transito del terrorismo" di Al Qaeda. Ovviamente il presidente ha omesso di parlare dei legami fra la famiglia Bush e quella di Bin Laden, o del fatto che tutto il suo staff voleva la guerra fin dal 1998, ha omesso di giustificare le armi di distruzione di massa non trovate o la mole di fondi non giustificati al Congresso per le enormi spese di guerra. Egli ha promesso che difendera' sempre l'America.

George Bush ha toccato in modo superficiale i temi interni, sottolineando vigorosamente alcuni valori, la famiglia e il lavoro, mentre con riguardo all'amor di Patria ha accusato il suo avversario Kerry di comportamento poco coraggioso in Vietnam.

Ma Kerry risponde in modo pungente: "in tre giorni a New York , al posto di sentir parlare di economia, abbiamo sentito collera e insulti da parte dei Repubblicani... perche' non possono parlare dei veri problemi con i quali si confrontano gli Americani."

"Tutta la settimana egli ha messo in dubbio il mio patriottismo e la mia stessa capacita' di servire lo Stato come comandante in capo" ha aggiunto Kerry "ma io non ho mai lasciato il mio impegno a difendere questo Paese messo a rischio da coloro che hanno rifiutato di servirlo quando avrebbero potuto farlo e che hanno trascinato l'America in guerra in Iraq".

Kerry ha voluto sottolineare che George W. Bush e Dick Cheney non hanno conosciuto l'esperienza del combattimento. Bush sfuggi' al Vietnam rifugiandosi nella Guardia Nazionale del Texas dove divenne pilota prima di farsi trasferire in Alabama per aiutare la campagna elettorale di un amico di suo padre. Cheney si rifiuto' di andare volontario in Vietnam alla fine degli anni 60 affermando di avere altre priorita'.

Un discorso che tocchera' sicuramente le famiglie dei soldati USA uccisi in Iraq e coloro che in quella terra vi sono andati senza adeguate protezioni. Peccato che anche Kerry abbia votato a favore della guerra e che la sua posizione sul ritiro dei soldati USA dall'Iraq sia ondivaga.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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