NOTIZIARIO del 16 agosto 2004

 
     

Sudan : arriva forza pace , Janjaweed uccidono ancora
di Carla Amato

I soldati ruandesi sono arrivati in Sudan per contribuire a proteggere gli osservatori dell'Unione Africana che hanno il compito di controllare il cessate il fuoco nella travagliata regione occidentale del Darfur.

I soldati ruandesi sono considerati con un certo sospetto e decine di migliaia di persone si sono affollate per guardare il loro arrivo, ma il ministro sudanese degli affari esteri Mustafa Ismail ha detto "accogliamo favorevolmente i 150 soldati ruandesi" , aggiungendo che 150 soldati nigeriani si uniranno alla forza di protezione questo mese.

La piccola squadra dell'UA sta verificando il cessate il fuoco fra Khartoum e due gruppi di ribelli nel Darfur, dove i combattimenti e gli assalti delle truppe arabe sono costati 50.000 vite.

L'ONU ha detto di star considerando uno schieramento di 2.500 peacekeepers dell'AU, ma il Sudan ha espresso opposizione a gran voce: "non abbiamo riserve circa il numero dei soldati, ma sulla loro missione" ha detto Ismail "nessuna forza di una missione non definita sara' accettabile per noi" , ma ha detto che le autorita' prenderebbero ancora in considerazione la questione "se l'Unione Africana le convincesse dell'importanza di una forza di peacekeeping."

In un discorso radiofonico sabato il presidente sudanese, Omar Al Bashir, ha accusato nemici non specificati della crisi in Darfur ed ha detto che il suo governo e' capace di ristabilire la sicurezza nella regione.

Il presidente del Ruanda Paul Kagame ha dichiarato alla stampa che i 150 soldati ruandesi useranno la forza, se necessario, per proteggere i civili sudanesi: "se fosse chiaro che i civili sono in pericolo allora le nostre forze certamente interverrebbero ed userebbero la forza per proteggere i civili: dal mio punto di vista non ha significato dare sicurezza agli osservatori di pace mentre la popolazione locale e' lasciata morire".

L'inviato speciale del segretario generale dell'ONU Kofi Annan - Jan Pronk - ha detto che vi sono stati progressi nei colloqui con il governo sudanese circa l'istituzione di zone di sicurezza larghe 20 chilometri intorno ai grandi campi dei rifugiati in Darfur. Nell'ambito di questa proposta - che si pensa possa concretizzarsi a giorni - in tali zone ne' i soldati ne' la milizia filogovernativa dei Janjaweed potrebbero portare armi.

Malgrado il progresso nelle trattative con Khartoum, Pronk ha riconosciuto che i combattimenti stanno continuando nel Darfur, poiche' i Janjaweed continuano ad ignorare le istruzioni ufficiali di cessare gli attacchi.

I colloqui di pace previsti in Abuja il 23 agosto fra tutte le parti in conflitto - il governo sudanese ed i due gruppi di ribelli - andranno avanti, ha detto Pronk, malgrado l'incertezza sulla partecipazione dei gruppi di ribelli, i quali avevano chiesto una zona franca per i negoziati, oltre che la cessazione delle violenze da parte delle truppe Janjaweed ed una commissione d'inchiesta imparziale sui crimini da questi commessi ai danni dei sudanesi neri.

Intanto stanno terminando i finanziamenti stanziati dall'Unione Europea che basteranno a garantire i generi di prima necessita' solo fino alla fine di agosto. Per evitare una catastrofe umanitaria, infatti, i 250 milioni di euro stanziati (160 assicurati dagli Stati e 92 dal dipartimento aiuti umanitari della Commissione) non sono sufficienti e la Commissione ha invitato alcune settimane fa i singoli stati a mobilitarsi a favore della regione sudanese.

La Francia ha messo a disposizione 2 milioni di euro per noleggiare un aereo che faccia continuamente la spola con il Sudan, mentre la Gran Bretagna ha aperto una raccolta pubblica di fondi. Il cancelliere Gordon Brown ha detto che il rapporto dal Sudan "e' assolutamente scioccante e devastante. Vedere i bambini e le madri che muoiono davanti i nostri occhi e' qualcosa nessun governo e nessun amministratore pubblico dignitoso puo' tollerare".

by www.osservatoriosullalegalita.org

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