NOTIZIARIO del 27 luglio 2004

 
     

Darfur: Sudan accusa , USA vogliono un nuovo Iraq
di Carla Amato

L'inviato del Sudan presso l'Unione Africana ha accusato gli Stati Uniti di stare usando la crisi nel Darfur per rovesciare il governo del Sudan.

Usman al Said ha dichiarato alla stampa che un intervento militare occidentale in Sudan potrebbe destabilizzare l'Africa. Egli ha confrontato le attenzioni degli Stati Uniti verso il Sudan con l'azione condotta dall'amministrazione Bush in Iraq.

"La politica del governo del Sudan non e' gradita dall'amministrazione USA cosi' gli Americani stanno prendendo di mira il governo sudanese a causa della sua posizione politica" ha aggiunto, indicando la posizione del Sudan fra i piu' importanti temi arabi come l'Iraq e lo scontro Israele Palestina.

Washington, che afferma di avere interessi puramente umanitari verso il Sudan, e' in attesa che l'ONU decida sanzioni contro il Paese africano, dove le milizie arabe hanno ucciso circa 30000 neri, violentato donne e costretto alla fuga oltre 200000 persone in quello che le Nazioni Unite e varie organizzazioni umanitarie hanno definito la crisi umanitaria peggiore del mondo.

L'approvazione della risoluzione e' stata ritardata dall'Unione Europea, che ha suggerito di considerare se gli effetti delle restrizioni riusciranno effettivamente a bloccare le truppe assassine o non produrranno invece danno alla popolazione, gia' tanto colpita.

Gli USA hanno definito genocidio cio' che sta accadendo in Darfur, mentre i Paesi Arabi si sono espressi a sfavore del piano di sanzioni.

In realta' si dovrebbe in questo momento procedere con incontri di pacificazione in cui l'Unione Africana farebbe funzione di mediatore, ma le trattative si sono arenate quando le proposte dei gruppi ribelli verso il governo non sono state accettate.

Essi chiedevano il disarmo delle truppe arabe, l'istituzione di una commissione internazionale d'inchiesta sui crimini di genocidio commessi nella travagliata regione del Darfur, la cattura dei criminali responsabili di genocidio, la creazione di un corridoio umanitario per aiutare i profughi, il rilascio dei prigionieri di guerra detenuti e la creazione di un contesto neutrale per le trattative.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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