NEW del 19 giugno 2006

 
     

Referendum costituzione 25 e 26 giugno : non e' vero che...
di Rita Guma

4- La riforma proposta da D'Alema con la bicamerale prevedeva gli stessi poteri per il premier.
L
e riforme proposte dalla bicamerale presieduta da D'Alema presentavano differenze non irrilevanti rispetto a quella in esame. Schematicamente infatti si aveva:
FORMA DI STATO
Costituzione federalista su base regionale. Fra le materie riservate allo Stato politica estera, difesa e sicurezza, bilancio, ordinamento generale dell’istruzione, giustizia, tutela dei beni ambientali.
Enti locali con fiscalita' propria e destinatari di almeno il 50% del gettito statale al netto delle competenze centrali.
FORMA DI GOVERNO
Presidente della Repubblica, eletto direttamente dai cittadini, in carica per 6 anni, con presidenza del Consiglio supremo della politica estera e della difesa e compito di nomina del primo ministro (con possibilita' di chiedere al premier la verifica della fiducia in Parlamento).
Primo ministro sfiduciabile con una mozione di un quinto dei parlamentari, con previste dimissioni dopo l’insediamento del nuovo capo dello Stato o se sfiduciato. Prevista una legge sul conflitto di interessi.
Su questo punto si notano le differenze piu' rilevanti (vedi).
CAMERE
Si prevedeva possibilita' di scioglimento da parte del presidente della Repubblica (altra differenza rilevante).
Camera con meno deputati (fra 400 e 500, da definirsi con legge elettorale). Il Senato, composto da 200 senatori eletti direttamente e 200 rappresentanti delle Regioni, arebbe avuto funzioni di garanzia, di nomina delle autorita' di garanzia e dei giudici costituzionali, concorrendo all'approvazione delle sole leggi bicamerali.
GIUSTIZIA
CSM senza poteri disciplinari, dati ad una Corte di Giustizia apposita. Accenno ad una separazione giudici-PM. Corte dei Conti e Consiglio di Stato senza poteri giurisdizionali. Corte Costituzionale con 20 giudici, cui e' ammesso il ricorso diretto dei cittadini.

Alcune differenze, come si vede, sono molto rilevanti. Nella legge che dovremmo confermare con il SI o bocciare con il NO, il capo dello Stato ha poteri modesti, da notaio. La maggioranza a sua volta e' ostaggio del premier, dato che sfiduciandolo rischia di tornare a casa per lo scioglimento delle Camere. Inoltre e' il capo dell'esecutivo ad essere (di fatto) eletto direttamente e non si prevede come bilanciamento una seria legge sul conflitto d'interessi, fondamentale per limitare il potere di un singolo di impadronirsi di tutti i poteri della Nazione e di operare per i propri interessi.

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