16 giugno 2007

 
     

USA : condannati a causa di giurie inesperte e testimoni inattendibili
di Rico Guillermo*

La memoria dei testimoni oculari puo' fare strani scherzi ed un innocente puo' finire in prigione per una testimonianza inattendibile. E' successo diverse volte negli Stati Uniti, dove le condanne sono spesso decise da una giuria e dove i giurati non hanno in genere conoscenze psicologiche su come funziona la mente di un testimone e su quali errori questi possa commettere nel rilasciare la sua deposizione in buona fede.

Secondo il progetto Innocence, sono quasi 200 le persone che una giuria USA ha condannato alla detenzione e che una successiva prova del DNA - in genere intervenuta dopo anni di prigione - ha scagionato dalle accuse, a partire dal 1989, anno di introduzione di questo tipo di esame nei procedimenti giudiziari.

Uno studio del 2006 di Jurimetrics (volume 46, no 2, 177-214) - che ha esaminato circa 1.000 giurati potenziali di Washington valutando la loro capacita' di comprensione dell'affidabilita' del testimone oculare - ha messo in evidenza che piu' della meta' dei giurati non capiscono come variabili quali l'illuminazione, la distanza di osservazione o persino il modo in cui le forze dell'ordine hanno condotto le indagini, possono influire sull'esattezza della testimonianza oculare.

Secondo Monitor on Psychology, Volume 38, No. 6 June 2007, dopo piu' di 30 anni di ricerca, gli psicologi hanno identificato molte variabili che interessano l'identificazione del testimone oculare. I fattori riguardano l'illuminazione, la razza, la presenza di un'arma e il grado di trauma del testimone mentre vede il perpetratore del crimine possono ridurre l'esattezza delle identificazioni.

Per istruire le giurie circa i trabocchetti della memoria, gli avvocati possono invitare gli psicologi in qualita' di periti a presentare la loro indagine, e cio' avviene spesso durante i processo dove l'identificazione del testimone oculare e' la sola o la principale prova contro l'imputato, ma la presenza di un esperto puo' essere costosa per gli avvocati e richiedere tempo agli psicologi, che necessitano di ore per studiare il caso e preparare la loro testimonianza. E questo sempre che il giudice permetta l'audizione dell'esperto.

In alternativa, gli psicologi stanno usando un altro approccio per fronteggiare il problema: istruire i giudici, che hanno il potere di accettare o negare la testimonianza del testimone oculare, di fornire le istruzioni alla giuria e di determinare il funzionamento di un caso legale.

Uno studio su Psicologia Cognitiva Applicata del maggio 2004 (volume 18, in no 4, 427-443), indicava infatti che soltanto il 55% dei giudici era in grado di rispondere correttamente alle 14 domande riguardanti l'attendibilita' del testimone oculare e i fattori che possono minarla. E cio' malgrado la loro esperienza legale e giudiziaria.

Un corso per fronteggiare tale carenza viene sviluppato attualmente presso l'universita' cattolica d'America a Washington, DC, e si spera possa essere esteso alle universita' giudiziarie. Esso aiutera' i giudici di fresca nomina ad imparare quanto necessario circa l'inattendibilita' della testimonianza del testimone oculare prima di affrontare il loro primo caso.

Diversamente molti giudici contribuiranno a mandare in prigione degli innocenti per un crimine che non hanno commesso.

* si ringrazia Claudio Giusti

Speciale giustizia

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