NEW del 16 ottobre 2006

 
     

Frattini : politiche immigrazione ora piu' europee
di Gabriella Mira Marq

Politiche di contrasto all'immigrazione illegale ; politiche di cooperazione con i paesi terzi ; politiche che permettano agli immigrati di accedere al mercato del lavoro europeo, dove tante professionalità sono già perdute o in via di "estinzione", politiche di integrazione. Questi, secondo il vicepresidente della Commissione UE Franco Frattini i punti fondanti della su azione come responsabile giustizia, sicurezza e liberta' civili dell'Unione Europea.

Di tutti questi segmenti, secondo il commissario - intervenuto al seminario Aspen svoltosi la scorsa settimana a Venezia - quello della migrazione legale, in particolare, "ha bisogno di una risposta politica", piu' facile oggi che anche il nord Europa ha preso atto del problema fino ad oggi sentito solo da nazioni come Italia e Spagna e quindi la soluzione potra' essere cercata nell'Europa a 25. Secondo Frattini, si tratta infatti di semplificare ed armonizzare a livello europeo i "canali di ingresso legale nei settori del mercato del lavoro europeo nei quali la carenza di risorse umane sia stata comprovata".

Questa politica della migrazione legale e' pero' ancora soggetta al vincolo dell'unanimità (Articolo 67 del Trattato di Amsterdam), un vincolo che Frattini ha ancora una volta messo in discussione con decisione alla riunione informale di Tampere di qualche giorno fa (20-22 settembre), chiedendo l'attivazione della clausola della "passerella" prevista dagli attuali Trattati, e che permetterebbe, in caso di accordo unanime degli Stati membri, di cominciare a prendere decisioni a maggioranza qualificata anche in questo campo, senza dovere attendere l'adozione della nuova Costituzione Europea.

E' quindi urgente ed inevitabile procedere fin da subito alla creazione di una politica e di una legislazione europea nel campo della migrazione legale, offrendo agli immigrati "un'alternativa credibile ai pericolosi e, umanamente deprecabili, viaggi della speranza". Per questo Frattini ha proposto quattro direttive per allargare le possibilità legali di inserimento nel mercato del lavoro europeo a diverse categorie di immigrati.

Esse disciplineranno: 1. l'ingresso ed il soggiorno di lavoratori altamente qualificati (prevista per il 2007); 2. di lavoratori stagionali (2008) ; 3. di lavoratori in trasferimento all'interno di società multinazionali ; 4. infine di tirocinanti retribuiti (2009). A monte, fin dal 2007, dovrebbe essere varata una direttiva di natura più generale, che stabilisca di quali diritti di base debba godere un lavoratore straniero, una volta ammesso sul territorio di uno Stato membro, prima di acquistare lo status di soggiornante di lungo periodo.

L'obiettivo è di definire condizioni di residenza e lavoro comuni e comparabili per tutti i lavoratori stranieri in posizione regolare residenti nell'Unione. Fermo restando che le quote d'ingresso continueranno ad essere fissate a livello nazionale, l'obiettivo è tuttavia di arrivare a produrre, per certe categorie d'immigranti, una specie di "green card" europea.

Questa strategia della migrazione legale deve essere naturalmente accompagnata da un'azione più efficace nella repressione dell'uso di immigrati clandestini all'interno del mercato del lavoro europeo. Frattini ha annunciato che nel 2007 la Commissione presenterà anche una direttiva volta a stabilire le sanzioni penali cui sottomettere i datori di lavoro che impiegano degli immigranti illegali (cosa che del resto già oggi non possono fare se non in violazione delle esistenti norme del diritto del lavoro).

A ciò si aggiungerà anche, quanto prima, la messa in campo di un sistema informatico sulla cui modalità di funzionamento la Commissione sta attualmente riflettendo: un sistema che permetta di registrare l'ingresso e l'uscita di ogni singolo immigrato attraverso le frontiere dell'Unione Europee, per poter così controllare il rispetto dei limiti di soggiorno concessi conseguentemente anche l'eventuale posizione lavorativa.

A fianco di tale opera andra' assicurato lo sviluppo nei luoghi di provenienza degli immigrati, per il quale il commissario italiano ha osservato che "oggi purtroppo, la grande parte dell' aiuto allo sviluppo non arriva alla popolazione a cui è diretta e le cause principali le conosciamo. La soluzione è nel migliorare le pratiche di buon governo (good governance – l'Unione ha stanziato per i prossimi anni 3 miliardi per questo capitolo di spese) e rafforzare le istituzioni politiche e democratiche di quei paesi affinché le popolazioni possano diventare protagoniste di questi processi di modernizzazione e costruire assieme ai loro governi un miglior futuro per i loro paesi".

Infine Frattini ha parlato dell'importanza della comunicazione, che nel caso degli immigrati dovrebbe essere diretta su due fronti, da un lato far conoscere le possibilita' di sviluppo aperte nei loro stessi Paesi dalla cooperazione con la UE, dall'altro quello di comunicare meglio le concrete disponibilità di posti di lavoro esistenti in Europa ed offrire delle indicazioni chiare ed operative sul modo di entrare in contatto con i datori di lavoro, ottenere legalmente dei permessi di lavoro, sulle regole esistenti nel mercato di lavoro in ogni singolo Stato membro ed in generale in Europa.

Speciale immigrazione

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