NEW del 18 agosto 2006

 
     

USA : giudice , illegale programma intercettazioni di Bush
di Rico Guillermo

Un giudice federale ha deciso ieri che il programma dell'agenzia di sicurezza nazionale per registrare le comunicazioni internazionali di alcuni Americani senza un ordine giudiziario ha violato la costituzione ed ha ordinato di interromperlo.

Negli Stati Uniti un magistrato federale puo' permettersi di decidere sull'incostituzionalita' delle leggi e gia' in passato un altro magistrato federale aveva giudicato incostituzionale la parte del vecchio Patriot Act che prevedeva controlli dei registri internet da parte dell'FBI senza mandato di un giudice.

Il procedimento piu' recente - promosso dall'Unione per le liberta' civili - riguardava la prima valutazione giudiziaria delle motivazioni dell'amministrazione Bush in difesa del programma di sorveglianza che ha provocato un dibattito legale e politico feroce da quando e' divenuto di pubblico dominio grazie alle denunce della stampa nel dicembre scorso, ma la sentenza non e' ancora depositata e il dipatrimento di giustizia presentera' un appello immediato che consentira' di mantenere per il momento in funzione il programma, come confermato dallo stesso segretario alla giustizia Alberto R. Gonzales che ne e' stato l'artefice legale quando ancora era solo consigliere.

Secondo il New York Times, la decisione del giudice Anna Diggs Taylor della corte del distretto di Detroit ha preso le mosse dalla storia, dalla separazione costituzionale dei poteri e dalla Carta dei diritti, rifiutando qualsiasi argomento dell'amministrazione Bush. Il giudice Taylor ha stabilito che il programma ha violato sia il quarto emendamento che una legge 1978 che richiede che le agenzie di intelligence chiedano un mandato del magistrato per mettere sotto controllo gli Statunitensi ed ha rifiutato le ripetute asserzioni dell'amministrazione secondo cui vi un'autorizzazione congressuale del 2001 e l'autorità costituzionale del presidente sarebbero state sufficienti a consentire il programma.

I Repubblicani hanno detto che la decisione era l'opera di un giudice liberale che avanza un ordine del giorno partigiano, giocando forse anche sul fatto che il giudice Taylor e' stata la prima donna nera della Corte federale di Detroit, ma sulla sua reputazione di magistrato da manuale e' pronto a giurare il decano della scuola di diritto dell'universita' del Michigan.

Il Washington Post aveva pubblicato mesi fa una approfondita inchiesta secondo la quale nel quadro della sorveglianza messa in atto dalla NSA sono state controllate le conversazioni e la posta elettronica di 5.000 Americani quando in realta' solo 10 persone sono state giudicate cosi' sospette da richiedere ulteriori indagini.

Il ministro della giustizia americano Alberto Gonzales aveva detto alla commissione giudiziaria del senato degli Stati Uniti - dove i Democratici accusavano l'amministrazione Bush di tacere al Congresso informazioni sul programma - che il contestato programma di spionaggio sui cittadini "potrebbe fare la differenza fra il successo e la sconfitta" nella lotta al terrorismo ed aveva detto che le leggi sulla guerra al terrorismo danno al presidente il potere di disporre i controlli.

Ma lo stesso presidente repubblicano del comitato, Arlen Spectre, aveva definito le spiegazioni legali che Gonzales ha dato fin qui "sforzate e non realistiche", esprimendo scetticismo sulle asserzioni del presidente Bush di aver avuto l'autorita' legale di intercettare le conversazioni degli Americani, poiche' la legge federale "ha una energica proibizione contro ogni sorveglianza elettronica senza un'autorizzazione di un tribunale" ed anche un altro repubblicano della commissione, Lindsey Graham, aveva dichiarato a dicembre: "Non conosco alcun fondamento giuridico che permetta di aggirare la giustizia per ordinare delle intercettazioni".

Per la questione delle intercettazioni abusive sugli Americani poi' voci - anche repubblicane - hanno anche parlato di impeachment per George W. Bush.

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