NEW del 25 luglio 2006

 
     

Il Kurdistan : l'altra area a rischio in Medio Oriente
di Shorsh Surme*

Mentre la comunità internazionale sta cercando di trovare una soluzione per il cessato il fuoco tra Israele e Libano, la Turchia sta per accendere un'altro fuoco nella area mediorientale, quello di invadere il Kurdistan dell'Iraq approfittando proprio della attuale situazione nella regione. Infatti il governo Turco ha ammassato più di 250 mila soldati affiancati da carri armati ed elicotteri,con l'intenzione di annientare il partito dei lavoratori curdi meglio conosciuto come PKK.

Non è la prima volta che i generali turchi entrano ed escono come se fosse un gioco: nel mese di aprile di questa'anno l'esercito di Ankara oltre passò per una decina di kilometri in profondità nel territorio del Kurdistan dell'Iraq, costringendo alla fuga migliaia di persone nei villaggi al confine.

Alcuni mesi fa un giornale turco aveva rivelato l'esistenza di un piano predisposto dai vertici delle forze armate turche per inviare in 18 ore nel Kurdistan dell'Iraq un contingente 150 mila soldati. Questo progetto avrebbe avuto l'appoggio totale dell'Iran, l'ex nemico la Siria. Sempre secondo Milliyet, la motivazione della decisione d'intervenire nel conflitto iracheno (al quale la Turchia era rimasta estranea) sarebbe dovuta alla necessità di tutelare strumentalmente la minoranza turcomanna (Iracheni di origine turca) nella città curda di Kirkuk.

Lo statuto di cui beneficia il Kurdistan iracheno fa temere ai paesi vicini - Iran e Turchia, che ospitano una numerosa popolazione curda - un contagioso separatismo. La dirigenza curda teme un'invasione della regione autonoma curda dell'Iraq ad ovest da parte delle forze turche e ad est da parte delle forze Iraniane.

Washington da parte sua ha richiamato il governo turco tramite il portavoce del Dipartimento di Stato americano Sean McCormack, sottolineando che "tutti i vicini dell'Iraq debbono rispettare la sua sovranità e cooperare con il governo iracheno su tutti i problemi legati alle frontiere". Il quotidiano turco "Sabah" riporta questi propositi, ma limitando le dichiarazioni americane ai soli iraniani, senza fare riferimento all'incursione turca. Le autorità irachene, da parte loro, esitano sull'atteggiamento da adottare.

Il Parlamento iracheno, nato dalle legislative del 15 dicembre 2005, finora ha discusso diverse volte la questione della ingerenza turca ed iraniana nei affari interni dell'Iraq. Ma purtroppo non è mai arrivato a una condanna unanime a causa della posizione intransigente dei membri dei vari movimenti e partiti sciiti sostenuti dall'Iran. Da parte sua il Ministro degli Esteri dell'Iraq Hoshyar Zebari, il 6 luglio scorso, ha messo in guardia la Turchia dal compiere qualsiasi incursione militare nei territori del Kurdistan dell'iraq per contrastare i guerriglieri curdi attestati in alcune zone, e alle sue parole sono seguite le dichiarazioni dell'ambasciatore Wilson.

La reazione di Erdogan è indicativa però di un malessere della Turchia cui, di fronte alla contesa tra due alleati importanti, solo Washington sembra poter porre fine.

* giornalista curdo-iracheno

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