NEW del 18 luglio 2006

 
     

Ecomafia : soltanto un neologismo ?
di Antonio Antonuccio*

Ecomafia. Alla pagina 69 del volume IV della Piccola Enciclopedia Treccani al sostantivo maschile "ecologo" fa seguito il sostantivo femminile "ecometria", nulla è riportato per il termine "ecomafia", accezione che resta ancora non codificata.

Si tratta, tuttavia, come tanti altri, di un nome composto, la cui prima parte sta per ecologia e la seconda per mafia. E' un neologismo giornalistico coniato per definire tutte quelle attività illecite poste in essere dalla criminalità organizzata che, secondo il dossier di Lega Ambiente, opera in sei settori principali: l'abusivismo edilizio, i rifiuti, l'eredità di mucca pazza, il racket degli animali, il furto ed il riciclaggio di beni archeologici e opere d'arte e, per finire, l'abusivismo nei parchi.

Secondo quanto risulta agli atti della Commissione parlamentare antimafia, le organizzazioni criminali, quali mafia, 'ndranghita, camorra e sacra corona unita, hanno individuato nel settore ambientale un bussines comparabile per fatturato al traffico della droga ed alla prostituzione. Esse, in talune regioni (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), controllano il ciclo del cemento (ciò che va dall'attività estrattiva all'abusivismo edilizio) e sono massicciamente impegnate nelle lucrosissime attività di controllo della raccolta, dello smaltimento e dei traffici di rifiuti. E' stato ampiamente dimostrato che tali organizzazioni hanno un'elevata capacità di impiantare e ben strutturare vere e proprie imprese al fine di gestire tali attività.

Pierlugi Vigna, nell'ambito della suo passato impegno di Procuratore Nazionale Antimafia (audizione alla Commissione Parlamentare d'inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti - Luglio 2002) ebbe a dire: "… La nuova missione delle organizzazioni criminali è di inserirsi, oltre che negli appalti delle opere pubbliche, negli appalti dei servizi e in particolare quelli della pulizia e lo smaltimento dei rifiuti. …", con il chiaro intendimento di gestire l'enorme giro economico proveniente dall'attività per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani degli Enti Locali.

Le svariate operazioni investigative delle Forze dell'Ordine hanno fatto emergere azioni illecite a 360°, svelando e confermando le connessioni esistenti, nell'attività dell'ecomafia, tra il ciclo del cemento ed il ciclo dei rifiuti. Nel particolare, l'operazione denominata "Tamburo" ha potuto rivelare come la 'ndranghita calabrese, penetrata con i suoi tentacoli nei lavori di ammodernamento dell'autostrada A 3 Salerno - Reggio Calabria, abbia potuto portare a termine il perverso progetto di interramento clandestino di 18 mila metri cubi di rifiuti sotto l'asfalto dell'autostrada, rifiuti utilizzati per il riempimento di un tratto che aveva richiesto l'esecuzione di scavi e sbancamenti.

Nella regione Campania, le operazioni denominate "Eldorado" e "Re Mida" hanno scoperto come la camorra è riuscita ad entrare nell'emergenza rifiuti, arrivando alla compravendita dei terreni localizzati come area di stoccaggio delle cosiddette "ecoballe" ed allo smaltimento illecito di rifiuti provenienti soprattutto dal Centro - Nord. Famosa, ormai, è la modalità operata nel triangolo Qualiano, Villaricca e Giugliano detta "terra dei fuochi", dove si continuavano a bruciare nottetempo ingenti quantitativi di rifiuti con tecniche sempre più raffinate: dai pneumatici usati come combustibile, alla nuova frontiera delle balle di stracci imbevute con solventi ed altri rifiuti pericolosi.

Come è noto, da tali roghi si sprigionano rilevanti quantità di diossina, probabile origine di contaminazione che ha portato all'avvelenamento di migliaia di capi di bestiame della zona che successivamente sono stati sequestrati ed abbattuti. Altra modalità per il trattamento illecito dei rifiuti è il cosiddetto "giro di bolle" o "triangolazione" mediante il quale si effettua la declassificazione fittizia dei rifiuti; consiste nel far transitare i rifiuti solo cartolarmente da uno stoccaggio all'altro per alterarne la tipologia, aggirando le normative e ovviare alle prescrizioni autorizzative dei siti ai quali i rifiuti erano destinati.

I rifiuti, in verità, sono trasformati solo sulla carta. E' da rilevare che ogni violazione o illecito ambientale è all'origine di violazioni tributarie: nel settore del traffico dei rifiuti, le attività di raccolta, trasporto e smaltimento, sono connesse con frodi fiscali; nell'attività estrattiva abusiva centinaia di migliaia di metri cubi di materiali vengono commercializzati sul mercato dell'edilizia sfuggendo totalmente al fisco; stesso discorso vale per le costruzioni abusive che determinano danni in termini di mancate entrate dei tributi locali.

Cosa ha indotto le organizzazioni criminali ad individuare il settore dell'ecologia come campo di interesse per il loro malaffare? In maniera piuttosto semplicistica si possono individuare i soliti due motivi di fondo: il primo l'odore dei soldi, il secondo le colpevoli inadempienze della classe politica, tradotta nei casi peggiori nell'assenza ed in quelli migliori nei ritardi, quindi inefficacia dell'azione di prevenzione, controllo e repressione del fenomeno, altresì per la mancata adeguata formulazione di leggi ad hoc, utili deterrenti per scoraggiare i soliti criminali ad avventurarsi in tale ambito di manovra. Esempi delle manchevolezze politiche sono:

· la mancata approvazione del disegno di legge, promosso dall'allora Ministro dell'Ambiente, Edo Ronchi e da quello della Giustizia, Oliviero Diliberto, che avrebbe introdotto anche nel nostro codice penale i delitti contro l'ambiente, garantendo efficaci strumenti di prevenzione e repressione;

· la mancata approvazione del disegno di legge, promosso dal Ministero dei Lavori Pubblici, che avrebbe consentito di superare ritardi, inefficienze e difficoltà nell'abbattimento degli immobili costruiti illegalmente;

· la mancata approvazione della legge contro il maltrattamento degli animali e la piaga dei combattimenti clandestini, sollecitata con forza dalla Lega Antivivisezione;

· l'approvazione, da parte dell'allora governo, del terzo condono edilizio, che, come era facile prevedere, ha innescato una forte ripresa dell'abusivismo edilizio. Le inadempienze della politica, in materia di ambiente e legalità, altresì, hanno determinato la decisione, da parte della Commissione Europea, di deferire l'Italia dinanzi alla Corte di Giustizia Europea:

· a causa della definizione restrittiva di "rifiuto" che ha stabilito di non considerare più come tali i rottami metallici e i combustibili prodotti dai rifiuti, contrariamente a quanto previsto con la direttiva quadro sui rifiuti dell'Unione Europea, sfuggendo, pertanto, alle disposizioni delle normative comunitarie che ne regolamentano il trattamento, con grave nocumento per l'ambiente e la salute dei cittadini;

· per la mancata conformità alla direttiva comunitaria del 1999 relativa alle discariche di rifiuti finalizzate a ridurre al minimo i rischi e gli inconvenienti per l'ambiente prodotti dalle discariche, come l'inquinamento delle acque e del suolo (in verità, l'Italia, pur fissando norme rigorose per le discariche di nuova progettazione, ha dilatato di otto anni i tempi di messa in regola delle strutture già esistenti).

Ciò ha contribuito a diffondere nel nostro Paese, in maniera direttamente proporzionale, la solita convinzione di una sostanziale impunità che autorizza i devianti al malaffare; al contrario, esempio tangibile della percezione, nel cittadino onesto, di quel sentimento, di quella forma di prevaricazione nei confronti di chi rispetta le leggi.

Nella letteratura della devianza e della criminalità esiste differenza, per quanto riguarda la tipologia e la caratteristica, tra l'ecomafioso e, per esempio, il trafficante di droga? E' sbagliato pensare all'ecomafia come una sorta di specializzazione criminale. Esiste, di fatto, la criminalità organizzata che opera in diversi settori che vanno dall'estorsione, al controllo degli appalti, al traffico degli stupefacenti, al controllo della prostituzione, al traffico delle armi, al trasporto dei clandestini, al traffico del riciclaggio del denaro frutto dell'illecito, ecc. Il mafioso è sempre uguale; è quell'essere che con la prevaricazione, che giunge fino all'assassinio di un suo simile, vuole perseguire il potere con l'accumulazione di ingenti fortune e con il controllo del territorio di pertinenza, opponendosi in quest'ultima attività al potere statuale.

Esiste semmai una differenza nel numero di contatti e/o presenze di certi attori/interlocutori, i quali facilmente sono riconducibili alla categoria dei criminali in "colletto bianco" (capitani d'impresa, funzionari pubblici e di istituti di credito, amministratori locali e - non ci sarà da scandalizzarsi quando operazioni delle forze dell'ordine lo denunceranno - politici centrali). E' proprio la maggiore presenza di tali figure che porta più facilmente a pensare all'assenza e/o ritardo dell'azione della politica, o meglio, che induce alla formulazione di tale ipotesi.

Qual è il ruolo dei media nei confronti del fenomeno "tutela e legalità" dell'ambiente? Le agenzie dell'informazione, in verità, per un difetto di valutazione dei tempi e dei modi, nel senso che: o se ne parla tanto o, non se ne parla per niente, paradossalmente non agevolano l'opinione pubblica alla formazione di una coscienza ambientalista.

Un esempio di diverso tenore, al contrario, arriva dal mondo dell'associazionismo, a tal proposito, significativo è stato il "manifesto" redatto dai cicloecologisti pugliesi ed inviato al Governatore della Regione (la Puglia, secondo le stime di Lega Ambiente, presenta il più alto indice di criticità nazionale, anche come fatturato delle Ecomafie), nel quale si dice "…La nostra identità di cicloecologisti ci rende utenti lenti ed attenti di questa rete viaria e addolorati osservatori dello stato ambientale del territorio solcato da questa rete. … è un degrado ambientale e paesaggistico impressionante. … Rifiuti e discariche ai margini delle strade secondarie, dei tratturi, delle strade vicinali e comunali. Rifiuti e discariche ad oscurare e deturpare sentieri naturalistici e storici. … Riteniamo che il danno ecologico sia anche un danno all'economia e al turismo in quanto il degrado paesaggistico rende impossibile la fruizione turistica del territorio. …".

Anche l'attuale azione politica "miope o compiacente" contribuisce alla mancata formazione della coscienza poiché non incide culturalmente sul fenomeno dell'infiltrazione mafiosa, rende difficile il diffondersi, appunto, della cultura della differenziazione e riciclaggio della materia prima dei rifiuti, con la conseguenza di far lievitare i costi dello smaltimento in discarica; semmai, come ha fatto il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, annuncia il raddoppio della tassa comunale sui rifiuti solidi urbani, chiaro esempio di ulteriore vessazione al cittadino.

Ci sono strumenti legali e giudiziari per incentivare i comuni di competenza a responsabilizzarsi. I territori demaniali e le strade ricadono sotto la diretta responsabilità delle Amministrazioni Comunali che devono provvedere alla pulizia. I cittadini e le associazioni devono mobilitarsi nella denuncia, segnalando le discariche all'Ufficio Tecnico comunale. I giudici e i Prefetti devono sanzionare gli amministratori inadempienti. E' necessario che la politica centrale si adoperi per la costituzione di un sistema sanzionatorio per i delitti contro l'ambiente. S'impone, dunque, un adeguamento legislativo che, preso atto di tale realtà ormai indiscussa, fornisca alla polizia giudiziaria nuovi e più penetranti strumenti investigativi, ed alla magistratura più idonei regimi sanzionatori proporzionati alla gravità delle violazioni poste in essere.

E' necessario un articolato che preveda innanzitutto delle fattispecie incriminatici innovative, "Alterazione dello stato dell'ambiente" e "Traffico contro l'ambiente", fino all'introduzione dell'"Associazione per delinquere contro l'ambiente", tendenti a reprimere i più gravi fenomeni di pericolo e detrimento per l'ambiente, che attualmente sfuggono alla tutela delle leggi speciali settoriali. Queste fattispecie, costruite come delitti, prevedono come pena le sanzioni della reclusione e della multa, quindi si distinguono nettamente dai reati ambientali contravvenzionali attualmente previsti dalle leggi speciali di settore, assolutamente prive di qualsiasi effetto deterrente nei confronti delle organizzazioni criminali.

Ciò per colpire pesantemente le associazioni mafiose che, come si è detto, operano nel settore ambientale, traendo profitti sempre maggiori, non solo dalla commissione di reati ambientali contravvenzionali (abusivismo edilizio, attività estrattiva illecita, gestione dei rifiuti, ecc.), ma anche al controllo dei contributi, degli appalti e dei servizi pubblici destinati alla protezione ambientale.

La domanda, a questo punto, è la seguente: come mai un Paese che si ritiene così avanzato come l'Italia non riesce ad essere incisivo di fronte a tale fenomeno? La risposta può essere un'altra domanda. E' forse legato al fatto che una culla dello scibile come l'Istituto Enciclopedico Treccani ancora non ha catalogato il neologismo "ecomafia"?

*Dott. in Scienze del Servizio Sociale, Master Specialistico in Criminalità, Devianza e Sistema Penitenziario

Speciale mafia e antimafia

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

 

 

Ecomafia: e' questa la vera emergenza?

Lettera a Ciampi di un cittadino solo contro l'ecomafia

Ecomafie: Toscana chiederà reati ambientali in codice penale