NEW del 20 giugno 2006

 
     

Referendum Costituzione : si dice ma non e' vero...
di Rita Guma

3- La riforma comportera' un risparmio per i conti pubblici, tagliando il numero dei parlamentari.
Da giorni molti spot insistono su questo particolare aspetto della riforma invitando a votare Si'. Ma - a parte il fatto che la riforma sottoposta a referendum si compone di altre parti ben piu' rilevanti che incidono su organizzazione dei servizi e sui diritti del cittadino ben piu' di qualche parlamentare in meno - la riduzione del numero dei parlamentari non implichera' nel complesso una riduzione della spesa ne' delle persone che gestiranno il potere.

Intanto, la riforma approvata dalla cdl prevede e' vero di abbassare dal 2016 di 112 il numero dei deputati e di 63 quello dei senatori, ma ai membri con diritto di voto del Senato andranno sommati i 40 rappresentanti delle Regioni e dei Consigli delle autonomie locali, i quali avranno una indennita' economica, quindi il numero degli stipendi che si taglieranno (fra tre legislature) e' inferiore a quello che si potrebbe credere.

Peraltro nella riforma non si impedisce, ad esempio, di aumentare gli emolumenti ai parlamentari superstiti, e, dato che alle regioni saranno delegati piu' poteri, i membri dei consigli regionali potranno decidere di aumentarsi gli stipendi e conseguenti pensioni. L'unica certezza e' pertanto sul numero.

D'altro canto, va considerato che proprio questo passaggio di alcuni poteri (scuola, sanita', polizia) alle regioni, comportera' l'istituzione o il potenziamento di diversi uffici, una sorta di mini-ministeri. L'attuale maggioranza parlamentare ipotizza notevoli cifre, la cdl le mette in ridicolo, ma non avanza ipotesi. E' lecito pero' ipotizzare che trasformare 20 uffici regionali possa costare almeno quanto gli stipendi di qualche centinaio di parlamentari.

La Lega poi sottolinea che quando nel 2001 il centrosinistra modifico' la Costituzione, non ridusse i parlamentari. Eppure nella scorsa legislatura lo stesso centrosinistra presento' una proposta di legge costituzionale che prevedeva gia' dal 2011 il numero dei deputati a 400 e dei senatori a 200, ma il centrodestra non considero' la proposta.

4- La riforma proposta da D'Alema con la bicamerale prevedeva gli stessi poteri per il premier.
L
e riforme proposte dalla bicamerale presieduta da D'Alema presentavano differenze non irrilevanti rispetto a quella in esame. Schematicamente infatti si aveva:
FORMA DI STATO
Costituzione federalista su base regionale. Fra le materie riservate allo Stato politica estera, difesa e sicurezza, bilancio, ordinamento generale dell’istruzione, giustizia, tutela dei beni ambientali.
Enti locali con fiscalita' propria e destinatari di almeno il 50% del gettito statale al netto delle competenze centrali.
FORMA DI GOVERNO
Presidente della Repubblica, eletto direttamente dai cittadini, in carica per 6 anni, con presidenza del Consiglio supremo della politica estera e della difesa e compito di nomina del primo ministro (con possibilita' di chiedere al premier la verifica della fiducia in Parlamento).
Primo ministro sfiduciabile con una mozione di un quinto dei parlamentari, con previste dimissioni dopo l’insediamento del nuovo capo dello Stato o se sfiduciato. Prevista una legge sul conflitto di interessi.
Su questo punto si notano le differenze piu' rilevanti (vedi).
CAMERE
Si prevedeva possibilita' di scioglimento da parte del presidente della Repubblica (altra differenza rilevante).
Camera con meno deputati (fra 400 e 500, da definirsi con legge elettorale). Il Senato, composto da 200 senatori eletti direttamente e 200 rappresentanti delle Regioni, arebbe avuto funzioni di garanzia, di nomina delle autorita' di garanzia e dei giudici costituzionali, concorrendo all'approvazione delle sole leggi bicamerali.
GIUSTIZIA
CSM senza poteri disciplinari, dati ad una Corte di Giustizia apposita. Accenno ad una separazione giudici-PM. Corte dei Conti e Consiglio di Stato senza poteri giurisdizionali. Corte Costituzionale con 20 giudici, cui e' ammesso il ricorso diretto dei cittadini.

Alcune differenze, come si vede, sono molto rilevanti. Nella legge che dovremmo confermare con il SI o bocciare con il NO, il capo dello Stato ha poteri modesti, da notaio. La maggioranza a sua volta e' ostaggio del premier, dato che sfiduciandolo rischia di tornare a casa per lo scioglimento delle Camere. Inoltre e' il capo dell'esecutivo ad essere (di fatto) eletto direttamente e non si prevede come bilanciamento una seria legge sul conflitto d'interessi, fondamentale per limitare il potere di un singolo di impadronirsi di tutti i poteri della Nazione e di operare per i propri interessi.

5- Anche il centrosinistra ha modificato la Costituzione nel 2001 con un modesto margine di maggioranza.
Effettivamente nel 2001 la Costituzione fu modificata dalla maggioranza di centrosinistra con un margine di pochi voti a favore e quindi la legge di modifica costituzionale fu sottoposta a referendum confermativo il 7 ottobre 2001.

Va notato che questo fatto contraddice altre due affermazioni che si sentono in questi giorni. La prima che la Costituzione dopo sessant'anni va cambiata, mentre gli amanti dei 'rinnovi' tanto per rinnovare possono vedere che essa e' stata gia' cambiata pochi anni fa. La seconda e' che, se vincesse il NO, l'attuale maggioranza non vorra' apportare cambiamenti, perche' legata al vecchio testo costituzionale. Ma se lo stesso centrosinista volle a suo tempo apportare modifiche non e' evidentemente fossilizzato sul primo testo.

Quanto al merito della riforma di allora, essa riguardava il solo titolo V, quindi la distribuzione dei poteri fra Stato ed enti locali, non gia' la parte relativa all'elezione e all'attribuzione dei poteri al presidente del Consiglio e al presidente della Repubblica, alla composizione e le funzioni della Camera e del Senato e alla composizione della Corte Costituzionale, scelte, queste, che modificando i meccanismi legislativi e di garanzia, palesemente incidono su aspetti molto piu' gravi ed importanti e potenzialmente sui diritti fondamentali del cittadino, e dovrebbero quindi essere approvate con la piu' ampia convergenza.

Per i punti 1 e 2 vedi ieri.

Speciale diritti

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