NEW del 05 dicembre 2005

 
     

Giustizia : Cirami attacca i giudici sulla 'Mafia bianca'
di Mauro Giannini

Il senatore Melchiorre Cirami, magistrato siciliano dell'UdC, ha chiesto al ministro della Giustizia di focalizzare l'attenzione sul libro 'La mafia e' bianca', e sui magistrati che si prestano per presentarlo.

Il libro, scritto da Stefano Maria Bianchi e Alberto Nerazzini, con prefazione di Michele Santoro, riporta indagini, intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, interrogatori, testimonianze, dichiarazioni e processi che si ricollegano in vario modo a Cosa Nostra e coinvolgono potenti uomini politici, imprenditori milionari, pentiti di mafia e medici. Vengono citati fra gli altri Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Sicilia, sotto processo per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, Angelo Siino, Michele Aiello e Giuseppe Guttadauro.

Cirami, collega di partito di Cuffaro e autore della legge sul 'legittimo sospetto', ha fatto presente al ministro in una interrogazione che il libro e' stato presentato in data 4 novembre presso il cinema Metropolitan di Palermo con allegato un DVD, "dal contenuto politico-giustizialista per niente innovativo rispetto a quanto già ampiamente pubblicato da mass media, a giudizio dell'interrogante, compiacenti, tranne qualche passo o qualche immagine estrapolati da atti giudiziari (non è dato sapere se coperti o meno da segreto istruttorio)".

Cirami sottolinea che "alla presentazione dello scritto e alla proiezione del video sarebbero stati presenti in prima linea, tra gli altri, alcuni sostituti Procuratori della Repubblica di Palermo: Paci, Scarpinato, Ingroia ed altri (quali il Procuratore Generale di Torino Giancarlo Caselli) alcuni dei quali titolari delle inchieste e delle indagini oggetto di quelle pubblicazioni; che uno di questi sostituti Procuratori, sembra il Paci, avrebbe sottoscritto, con altri, il manifesto dichiaratamente a contenuto politico a sostegno della sig.ra Borsellino, candidata alle «Primarie» in Sicilia per una parte dei partiti dell'Unione".

Paci e' colpevole pero' anche di aver "avanzato, assieme ad altri, la richiesta di custodia cautelare nei confronti del deputato regionale siciliano Davide Costa (sempre UdC, ndr), il cui arresto è avvenuto in maniera sorprendentemente eclatante, in presenza di numerosi giornalisti e numerose telecamere, tempestivamente preavvisati, a giudizio dell'interrogante, da chi era certamente a conoscenza del provvedimento di custodia cautelare".

Cirami ha chiesto quindi di conoscere se il ministro "non ritenga opportuno accertare la veridicità delle circostanze in premessa e, ove queste fossero confermate, come valuti l'opportunità di promuovere conseguenti provvedimenti di competenza nei confronti di quei magistrati che, con il loro comportamento, ad opinione dell'interrogante altamente politicizzato, hanno certamente dato ulteriore prova di partigianeria e di non imparzialità nella gestione delle loro delicatissime funzioni".

Sulle vicende giudiziarie di Salvatore Cuffaro e le accuse di connivenze mafiose rivoltegli, vi sono state recentemente ma anche in passato diverse polemiche, con l'invito a dimettersi, in una occasione giunto addirittura da una sua collega della maggioranza, la parlamentare calabrese di AN Angela Napoli, componente della Commissione antimafia. I membri laici della Casa delle liberta' al CSM hanno anche chiesto lo scorso anno di indagare sul giudice Lo Forte, inquirente su alcuni amici di Cuffaro.

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