NEW del 21 novembre 2005

 
     

Iraq : conferenza di riconciliazione nazionale ma ancora morti
di Rico Guillermo

La Lega Araba ha annunciato ieri a Il Cairo che la conferenza di riconciliazione nazionale irachena avra' luogo a febbraio prossimo, quando il presidente iracheno Jalal Talabani si e' dichiarato disponibile a discutere con gli insorti. Il portavoce della Lega Araba, Alaa Rouchdi, ha precisato che il luogo privilegiato per l'incontro sarebbe Baghdad.

Questo annuncio e' stato seguito da un messaggio on line attribuito ad Al Qaida, che avverte: "non ci sara' tra noi e loro altro dialogo che quello della spada e del sangue". Peraltro l'annuncio del Cairo giunge in un momento di recrudescenza delle violenze, con 100 morti in tre giorni, fra cui otto soldati USA ed uno britannico.

Il comando americano a Baghdad ha anche annunciato due giorni fa che il 15 novembre, nel corso di un'operazione di rastrellamento, una pattuglia dell'esercito iracheno ha arrestato cinque membri di una cellula antigovernativa "che preparava un attentato contro l'ambasciata italiana a Baghdad" e sequestrato due veicoli di cui era previsto l'uso nel corso dell'attacco.

Il soldato britannico ucciso ieri nei pressi di Bassora e' stato vittima dell'esplosione di una bomba a bordo strada. Altri quattro commilitoni sono rimasti feriti nello stesso incidente, come dichiarato dal ministero della difesa di Londra.

Un Marine, 15 civili iracheni e 8 ribelli sono invece periti sempre ieri in una imboscata e in uno scontro a fuoco ad Haditha, ad ovest di Baghdad. Sabato sera il comando USA aveva gia' annunciato la morte di cinque soldati USA uccisi da due bombe a nord della capitale. Le forze irachene e USA sono impegnate da piu' settimane in una grande operazione alla frontiera con la Siria contro i ribelli e per instaurare un controllo permanente della frontiera.

Sono 2.091 gli Americani morti in Iraq e 98 i Britannici dal marzo 2003. Nonostante queste morti e le richieste provenienti dalla societa' civile ed anche da membri del parlamento di entrambi gli schieramenti per un ritiro delle truppe dall'Iraq, Donald Rumsfeld ha detto che l'amministrazione Bush non intende fare concessioni agli oppositori della guerra.

Il segretario alla difesa USA ha affermato che il livello numerico delle forze americane in Iraq non scendera' al di sotto dei 138.000 uomini fintanto che i comandanti non saranno convinti che le forze di sicurezza irachene siano pronte a subentrare in autonomia alla coalizione.

Una posizione analoga e' stata espressa dal ministro degli esteri italiano Gianfranco Fini - che ha subordinato il rientro delle truppe italiane alle indicazioni delle autorita' di Baghdad - mentre il presidente Jalal Talabani ha parlato qualche giorno fa di possibile ritiro dei soldati britannici e la Corea del sud ha da poco annunciato una drastica riduzione del suo contingente.

Speciale pace

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