NEW del 16 ottobre 2005

 
 
       
 

Terrorismo : nuovi leggi europee , Islamici allarmati
di Gabriella Mira Marq

I leader islamici lanciano l'allarme e protestano per le nuove leggi europee contro i religiosi fondamentalisti che, dicono, attentano alla liberta' di espressione ed etichettano tutti i Musulmani come pericolosi.

Alcuni Paesi europei contano rilevanti minoranze musulmane. Fra questi la Gran Bretagna, la Francia e la Germania che - come l'Italia - hanno preso alcune misure limitative. Per la Francia esse prevedono come riferimento la laicita' dello Stato, per la Germania, il Regno Unito e l'Italia l'espulsione senza accertamento giudiziario ne' processo per gli "imam" ritenuti pericolosi.

Ma questa misura e' discutibile, avvertono le organizzazioni per i diritti umani, soprattutto se il deportato rischia di essere rimpatriato in un Paese in cui sia un perseguitato politico o sia pratica comune la tortura. Peraltro, anche il diritto d'asilo e' minacciato dall'intolleranza e dalla falsa informazione che porta a confondere il terrorismo con l'immigrazione, come denunciato di recente dall'alto commissario per i rifugiati Antonio Guterres.

Nazioni come la Svizzera e l'Olanda - in cui sono stati arrestati in questi giorni sette presunti terroristi islamici, vi sono tre religiosi a rischio espulsione e si svolge attualmente il processo all'assassino di Theo van Gogh - , si stanno interrogando su quale sia il limite fra dottrina islamica ortodossa e propaganda terroristica e se vi sia incompatibilita' fra comportamenti religiosi musulmani e societa' occidentale.

In tali Paesi ci si chiede se criticare la guerra in Iraq in un sermone sia incitamento al terrorismo, se le limitazioni poste agli omosessuali ed alle donne dall'Islam siano attentati alle regole democratiche occidentali e se le madrasse siano un problema di sicurezza nazionale.

Inayat Bunglawala, del Consiglio musulmano della Gran-Bretagna (l'organizzazione che manifesto' la sua piena collaborazione sul terrorismo nei confronti delle autorita' britanniche), dice che le moschee sono luoghi di devozione religiosa e le azioni europee contro gli Imam aumentano l'ansia nella societa' in un momento in cui i governi dovrebbero fare qualunque cosa per coinvolgere la comunita' musulmana moderata.

Inoltre egli parla di legislazione che "disorienta", dato che i leader religiosi, nelle loro prediche, non fanno distinzione con il quotidiano e il politico e "molti musulmani hanno sensibilita' forti quando si parla di Palestina e Cecenia" e la nuova legislazione "confonde il sostegno a chi resiste all'oppressione con quello a chi effettua atti di terrorismo insensato".

Ed in effetti, la Societa' britannica di legge ha commentato che persino la moglie di Blair, Cherie - la quale ha, per inciso, rappresentato in Tribunale una giovane che voleva portare il velo a scuola, vincendo la causa - , potrebbe essere perseguita, avendo detto nel 2002 di capire il sentimento che porta i giovani palestinesi agli attacchi suicidi.

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