NEW del 30 settembre 2005

 
     

Informazione : la casalinga e Berlusconi
di Rita Guma

I berlusconiani diranno che si tratta di un caso o che gli studiosi sono comunisti. Berlusconi forse pensera' che sia a causa del suo fascino (quello che strego' la presidente della Finlandia...) se la signora la cui memoria si sta cancellando progressivamente per una malattia ha dimenticato marito e figlia e riconosce solo lui.

Gli studiosi, i neuropsicologi Sara Mondini, Università di Padova, e Carlo Semenza, Università di Trieste, dopo anni di prove e consulti con i loro colleghi di tutto il mondo, affermano invece che si tratta della prova di come alcune immagini ricorrenti si fissino fortemente nella corteccia cerebrale.

Un loro studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale 'Cortex', analizza il caso di una casalinga italiana di 66 anni affetta da deterioramento progressivo di un'area cerebrale dove avviene l'elaborazione delle immagini. Con l'eccezione, sembra, del crocifisso, la donna riconosce ormai solo il premier Silvio Berlusconi, che ha definito una volta 'un uomo molto ricco, che possiede stazioni televisive e ha successo in politica'.

Si tratta anche della prova di come la TV possa lavare (o imprimere indelebilmente, fate voi) il cervello del telespettatore. Immagino sia molto triste pensare che il proprio cervello o quello dei propri figli possa registrare l'immagine di un altro politico con maggior forza e nitidezza di quella degli affetti piu' cari. Ed immagino anche che nessuno di noi voglia essere ingannato con immagini truccate o informazioni parziali, le quali anche sono destinate a fissarsi nell'immaginario collettivo ed orientare pareri e scelte anche se infondati.

E' importante, anzi fondamentale, quindi, il ruolo dell'informazione corretta, varia ed equilibrata, quanto piu' possibile libera da vincoli che non siano raccontare i fatti, e magari commentarli, ma senza che l'operatore dei media sia sottoposto a censure o costrizioni di sorta.

E' di ieri la notizia che il direttore globale di Reuters ha denunciato le intimidazioni di atto (con morti e arresti illegali) ai giornalisti sul fronte iracheno da parte delle truppe USA, intimidazioni che limitano la liberta' di stampa da un lato e che si risolvono nel vuoto dell'informazione dall'altro, dal momento che gli USA rifiutano inchieste indipendenti su queste vicende.

Gli stessi Stati Uniti hanno violato un altro principio sacro del giornalismo, quello sul segreto delle fonti, incarcerando la giornalista Judith Miller, che ha scelto di non parlare finche' non e' stata "liberata" dalla sua stessa fonte, il che ne ha permesso ieri l'uscita dal carcere. Ma altri giornalisti, in Italia e nel mondo, sono censurati, intimiditi, ricattati, minacciati, e in alcuni Paesi anche uccisi.

Un giornalista ricattabile non puo' essere un giornalista sereno e obbiettivo, e di conseguenza noi perdiamo una parte di informazione, anche se ci sono coraggiosi professionisti che nonostante tutto continuano imperterriti a denunciare - su sempre meno testate e radio e su nessuno schermo - cio' che l'informazione ufficiale, embedded o omologata non dice o imbelletta.

Anche in quest'ottica va valutato lo sciopero di oggi e domani dei giornalisti italiani, che sollevano una questione importantissima relativa al precariato dei media - i freelance e i collaboratori - inflazionato nelle redazioni ma tutelato scarsamente, con conseguente rischio per la completezza e l'indipendenza dell'informazione.

Se vogliamo che la nostra mente registri miriadi di idee, immagini, opinioni (anche di parte, ma di diverse parti) e non solo un singolo volto o una singola idea, occorre la molteplicita' delle fonti informative e la maggior indipendenza possibile di esse. Ma perche' cio' accada anche ai milioni di omologhe della 'casalinga di Berlusconi', occorre pure che cio' sia diffuso al vasto pubblico.

Speciale libera informazione

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