NEW del 30 settembre 2005

 
     

Informazione : due giorni di sciopero dei giornalisti
di red

"La Fnsi non puo' rinunciare a tutelare ed a rappresentare migliaia di giornalisti freelance e non puo' accrescere le forme più estese della flessibilità nei rapporti di lavoro", e cio' anche a tutela della liberta' di stampa. Percio' ha indetto uno sciopero dei giornalisti dalle 7 di oggi, 30 settembre, alle 7 di domenica 2 ottobre. L’emittenza radiotelevisiva nazionale e locale, pubblica e privata, scioperera' invece consecutivamente nei giorni di venerdì 7 e sabato 8 ottobre.

L'agitazione e' stata indetta per protesta contro le decisioni della federazione italiana degli editori FIEG, delle emittenti radiotelevisive private locali (Aeranti-Corallo) e dell’Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego (Aran), e le ragioni sono state espresse in una lettera inviata al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e i presidenti del Senato Marcello Pera, e della Camera Pierferdinando Casini, il Presidente della Corte Costituzionale Piero Alberto Capotosti, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il Presidente del Cnel Antonio Marzano.

In tale missiva, il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Franco Siddi e il Segretario Generale Paolo Serventi Longhi spiegano fra l'altro che "la Fnsi ha individuato come asse strategico della propria azione quello di fornire condizioni minime di tutela normativa e di riconoscimento economico per le migliaia di giornalisti che hanno un rapporto di lavoro autonomo e precario, una situazione che riguarda ormai ben oltre il 50% della categoria. Il Sindacato ha anche chiesto norme che consentano di impedire un utilizzo eccessivamente flessibile del prodotto giornalistico esterno alle redazioni, condizione questa che riduce l’autonomia dell’informazione".

Serventi Longhi ha spiegato in una nota che il sindacato unitario dei giornalisti era disposto a diverse concessioni, tuttavia aveva "posto, come condizione irrinunciabile, la sospensione degli effetti, devastanti per i giornalisti e per le redazioni, della legge 30 sul mercato del lavoro e del Decreto riguardante la totale liberalizzazione dei contratti a termine. La seconda condizione posta dalla Fnsi era l’apertura di un confronto che potesse prefigurare il riconoscimento contrattuale del ruolo dei giornalisti con rapporto di lavoro autonomo, e quindi dei libero-professionisti, dei freelance e dei collaboratori che vivono la difficile realtà di un duro precariato, sia dal punto di vista della dignita' professionale sia da quella dell’esiguita' dei compensi".

Solidarieta' e' giunta dalla Federazione Europea dei Giornalisti, che ha chiesto oggi ai diversi sindacati nazionali europei di sostenere con iniziative concrete i giornalisti italiani. "In tutta Europa – ha dichiarato il Presidente della IFJ Arne König – vediamo che lo status di freelance e' sempre piu' usato dagli editori per tagliare i normali diritti sociali e del lavoro. I giornalisti italiani affrontano la sfida con il pieno supporto dei colleghi di tutto il continente".

Secondo König "i giornalisti che hanno condizioni di lavoro precarie, e che vedono ignorati i loro diritti sociali non possono garantire la qualita' dell’informazione. Oggi abbiamo in tutti i Paesi europei molti freelance 'forzati' che avrebbero il diritto a vedere applicata la contrattazione collettiva e minimi livelli di retribuzione e di protezione sociale". La EFJ afferma che "il futuro della professione e il diritto del pubblico di avere una informazione corretta e di qualita', dipende dal risultato di questa battaglia".

Un giornalista sottopagato, senza tutele e senza sicurezza del posto di lavoro sara' infatti piu' facilmente soggetto a ricatti e pressioni, mentre l'editore che vuole mantenere una certa linea potra' liberarsi con facilita' di chi dimostra una certa indipendenza (a garanzia del lettore). Un problema tanto piu' serio in un Paese come l'Italia in cui l'informazione e' viziata dalla concentrazione e dal conflitto d'interessi, come rilevato da OSCE, Consiglio d'Europa, parlamento UE, federazione della stampa estera e Antitrust italiana (vedi questi documenti nello speciale libera informazione ).

Come associazione a tutela dei diritti civili, l'Osservatorio ne e' convinto, ed esprime solidarieta' alla categoria. Anche per questo, oggi parleremo solo di informazione libera.

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