NEW del 21 settembre 2005

 
     

Iraq : cresce numero giornalisti uccisi con colpo alla testa
di Mauro Giannini

Cresce il numero dei giornalisti uccisi in Iraq, e le uccisioni si presentano sempre piu' come vere e proprie esecuzioni, mirate a specifici operatori dell'informazione, sia iracheni che stranieri.

Due giornalisti del quotidiano iracheno As Safir sono stati uccisi questa settimana a Mossul, nel nord del Paese, a colpi d'arma da fuoco, come reso noto dal caporedattore del giornale, Hussein Juburi.

Firas al-Maadhidhi, capo della redazione di Mossul, e' stato ucciso martedi' da uomini armati davanti alla sua abitazione. Il giorno 16 la sua collega Hind Ismail, di 28 anni, era stata assassinata da uomini che indossavano uniformi della polizia in una strada del centro della citta'. Il suo corpo e' stato trovato la mattina dopo con un sol colpo alla testa.

Il 18 settembre uomini armati vestiti da agenti hanno prelevato anche il reporter e fotografo del "New York Times" dalla sua casa a Bassora, dicendo alla moglie che il giornalista doveva essere interrogato e sarebbe tornato di li' a poche ore. Il suo corpo e' stato ritrovato il giorno dopo con un colpo alla testa e bruciature sulla schiena.

Haider, 38 anni, era inviato del "New York Times" da piu' di due anni, ed operava anche come free lance per Merbad TV, una stazione locale di Bassora, per il "Guardian" di Londra, il "National Geographic" ed altre pubblicazioni. Lascia tre bambini.

Il "New York Times" ha detto che Haider stava seguendo le crescenti violenze a Bassora, dove si pensa che alcuni ribelli si siano infiltrati nella polizia. In agosto un altro freelance americano, Steven Vincent, era stato rapito con il suo interprete e ritrovato morto. L'interprete e' ricoverato in ospedale.

Secondo la federazione internazionale dei giornalisti, queste morti portano a 27 il numero di operatori dei media uccisi in Iraq quest'anno. L'organizzazione sta facendo pressioni presso l'ONU perche' protegga i giornalisti in zone di conflitto, protezione che dovrebbe essere gia' garantita dalle convenzioni internazionali.

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