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NEW del 30 agosto
2005
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Iraq
: giornalista Reuters ucciso da fuoco USA , inchiesta ? Anche l'esercito USA in Iraq afferma di indagare sull'uccisione di un tecnico del suono della Reuters ed il ferimento di un cameraman domenica a Baghdad ad opera di fuoco americano. Entrambi gli operatori della Reuters erano di nazionalita' irachena e sono stati colpiti nel quartiere di Adel, ad ovest della capitale, mentre una pattuglia della sicurezza irachena si scontrava con presunti insorti. I soldati americani erano arrivati a sostenere gli Iracheni e i loro spari hanno ferito i due operatori della Reuters. Il comando USA non aveva subito confermato l'accaduto, ma la polizia irachena ha indagato, verificando che due spari provenivano da armi americane. Il portavoce dell'esercito USA Steven Boylan ha quindi detto che anche gli Americani hanno ora aperto una indagine. Il tecnico del suono che ha perduto la vita e' Walid Jaled, mentre il cameraman, trasferito in un ospedale militare USA, si chiama Haidar Qazem. Reuters ne ha chiesto ieri il rilascio al comando americano. Un altro cameraman della Reuters di origine palestinese era stato ucciso lo scorso anno ad Abu Ghraib, per spari proabilmente provenienti da truppe USA, ma i giornalisti morti in Iraq costituiscono una lunga lista. La federazione internazionale dei giornalisti ha chiesto nell'aprile scorso al presidente USA George W. Bush, "indagini esaurienti" ad alte cariche della sua amministrazione sugli incidenti nei quali hanno perso la vita operatori dei media dall'inizio della guerra in Iraq, nel marzo 2003. Tuttavia, oltre agli esiti delle inchieste sulle torture, che hanno dimostrato come solo i gradi bassi siano stati colpiti, anche precedenti indagini su vicende come quella dell'hotel Palestine in cui fu riconosciuta la responsailita' di due soldati americani, si sono concluse senza sanzioni per i soldati, che Bush ha detto piu' volte di voler proteggere. Decine di morti di civili ad opera di fuoco USA o addiritura "fuoco amico" americano, fra cui quella del nostro Nicola Calipari, si sono concluse al massimo con delle scuse ufficiali. ___________ NB:
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