NOTIZIARIO del 12 marzo 2005

 
     

Consiglio d'Europa difende giornalisti in situazioni di crisi
di Gabriella Mira Marq

Il Consiglio d'Europa si e' ieri impegnato a proteggere la liberta' di informazione e di espressione in guerra e durante le crisi per attacchi terroristici ed a promuovere la liberta' d'azione dei giornalisti e il giornalismo investigativo.

I ministri della cultura dei Paesi aderenti al Consiglio d'Europa hanno chiuso ieri Kiev, in Ucraina, la settima conferenza ministeriale sulla politica dei mass media, finalizzata ad individuare le priorita' delle future attivita' intergovernative riguardanti la liberta' dei media e discutere la situazione dei media in Europa.

I tre temi principali della conferenza sono stati: la liberta' di espressione in tempi di crisi, la differenza culturale e di media nell'era della globalizzazione e i diritti umani e la liberta' su internet nella societa' dell'informazione. Hanno aperto la conferenza Viktor Yuschenko e il vicesegretario generale del Consiglio d'Europa Maud de Boer-Buquicchio, che ha sottolineato come la liberta' dei media sia una costante preoccupazione del consiglio.

Al termine dei lavori i partecipanti hanno varato un documento comune, dal titolo "integrazione nella diversita': le nuove frontiere dei media europei e delle politiche di comunicazione", in cui si impegnano a promuovere i valori fondamentali che sottendono alla costruzione dell'Europa, principalmente i diritti umani, la democrazia e il ruolo della legge, ed in particolar modo la liberta' di espressione e di informazione.

Si impegnano inoltre a creare una sfera pubblica pluralista. Impegno significativo e' stato espresso verso il pluralismo della comunicazione e verso la promozione della societa' dell'informazione. I ministri hanno riconosciuto che i media sono un fondamentale veicolo culturale della tolleranza e dell'incontro fra diversita'.

Dato che il Consiglio d'Europa e' l'unico organismo paneuropeo, comprendente cioe' tutti gli Stati d'Europa e non solo quelli dell'Unione, esso si impegna poi a stabilire standard minimi comuni per garantire una dimensione umana e democratica nella comunicazione nel continente ed promuovere la mutua comprensione fra popoli di culture e religioni diverse.

Il Consiglio ricorda a tutte le autorita' la necessita' di salvaguardare l'indipendenza dei media e di garantire la loro liberta' dalle interferenze delle autorita' politiche.

Riguardo alla liberta' di espressione e informazione in tempo di crisi (guerre, attacchi terroristici), i ministri hanno deciso di adottare una risoluzione specifica che imponga il rispetto della liberta' di informazione ed una limitazione delle interferenze, che debbono restare "eccezionali ed essere strettamente in linea con le condizioni stabilite dagli strumenti internazionali sui diritti umani" (come le Convenzioni di Ginevra, ndr).

Il Consiglio ha condannato gli attacchi alla liberta' di espressione e affermato che l'esercizio del giornalismo e l'integrita' fisica dei giornalisti deve essere garantita anche in tempi di crisi. Eventuali misure per la protezione dei giornalisti in situazioni a rischio dovranno essere decise dalle organizzazioni internazionali che vigilano sulla liberta' di stampa ed i governi dovranno limitarsi ad assisterle nel metterele in atto.

I ministri hanno convenuto che debbano essere stabiliti strumenti appropriati per intervenire nel caso la liberta' di stampa sia lesa nel territorio di uno Stato membro che si trovi in una situazione di crisi, con minacce ad operatori dei media o limitazioni alla loro liberta' di coprire un evento.

Il Consiglio ha inoltre sottolineato che le leggi in preparazione negli stati membri che riguardino la liberta' di stampa in tempi di crisi debbono essere in linea con i principi stabiliti a livello europeo (potrebbe essere il caso della legge italiana di riforma dei codici militari, ove confliggesse con le regole internazionali sulla liberta' di stampa e informazione).

Infine il Consiglio ha deciso di analizzare gli aspetti legali e di sicurezza specifici del giornalismo investigativo per decidere iniziative a sua protezione nella societa' democratica.

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