NEW dell'11 maggio 2005

 
     

Giornalisti sotto attacco e cittadini sotto sorveglianza segreta
di Mauro Giannini

La liberta' di espressione e le altre liberta' civili vengono sacrificate sempre piu' in nome della sicurezza nazionale nel mondo. Lo conferma un nuovo rapporto della Federazione internazionale dei giornalisti unitamente all'Osservatorio degli Stati, dal titolo "Giornalismo, liberta'civili e guerra al terrorismo".

Il documento verifica lo stato della liberta' di espressione in 20 Paesi evidenziando i mutamenti occorsi in conseguenza della guerra al terrore globale e conclude che in almeno la meta' dei casi gli Stati stanno insidiando gli standard minimi stabiliti dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

Secondo il rapporto, c'e' una "pervasiva atmosfera di paranoia" nei media che sta guidando verso un pericoloso livello di autocensura, il dissenso dentro e fuori i media subisce sempre maggiori restrizioni, i diritti umani in fatto di giusto processo e detenzione sono sistematicamente violati, mentre i governi prendono sempre piu' decisioni segrete e stanno segretamente creando dei grandi database per sorvegliare i cittadini.

Fra i Paesi analizzati, Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia, Argentina, Colombia, Peru', Australia, Cina, India, Indonesia, Pachistan, Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Arabia Saudita, Kenia e Uganda. Ma se in alcuni casi, come in Cina, i governi accusano i dissidenti di terrorismo per giustificarne la persecuzione, in altri, come in Colombia, ci si limita a lasciare impuniti gli omicidi nei confronti dei giornalisti per determinare una ricaduta sull'autocensura.

Freedom House, ha esaminato invece la sola liberta' di stampa in 194 Paesi in rapporto alla situazione legale in cui i media operano, alle influenze politiche e alle pressioni economiche sull'accesso e la diffusione delle informazioni.

In base a tali parametri il 35% dei Paesi sono stati dichiarati "non liberi" ed il 26% parzialmente liberi. Fra i Paesi che hanno migliorato la loro situazione l'Ucraina, il Libano e il Guatemala, nonche' alcuni Stati mediorientali. Il Pachistane il Kenia hanno registrato un peggioramento nel 2004.

Anche gli USA hanno peggiorato la loro situazione, soprattutto a causa dei casi legali che vedono sotto processo i giornalisti per costringerli a rivelare le loro fonti. Inoltre e' stato evidenziato come noti commentatori televisivi siano stati pagati con denaro pubblico per divulgare informazioni addomesticate prodotte dall'amministrazione Bush.

Per contrastare questa morsa, venti organizzazioni per la difesa dei media hanno stiputato un accordo di partnership internazionale per sostenere lo sviluppo dei media indipendenti nel mondo sia con programmidi formazione dei reporter, sia con azioni coordinate di riforma della legislazione in materia.

Speciale libera informazione


by www.osservatoriosullalegalita.org

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