NEW del 25 maggio 2005

 
     

Media : giornalisti in zona di guerra a rischio vita e traumi
di Gabriella Mira Marq

La Federazione internazionale dei giornalisti ed il Comitato internazionale per la protezione dei giornalisti hanno prodotto una versione in Arabo dei loro manuali sulla sicurezza dei giornalisti, mettendo in condizione gli operatori dei media del mondo arabo di sapere come muoversi in modo piu' sicuro nelle zone di guerra.

CPJ ha chiamato il suo testo in lingua araba "Guida per fare giornalismo in situazioni pericolose" e vi fa una panoramica sui temi della sicurezza e descrive come proteggersi, dal giubbotto antiproiettile alle regole di guerra.

Il manuale di IFJ, "Notizie dal vivo in Arabo", spiega come fare reportage in situazioni ostili, affrontare le emergenze mediche e le situazioni con ostaggi, ed affrontare traumi da stress. L'edizione e' realizzata in particolare per i giornalisti iracheni, corredata da un kit di primo soccorso ed un CD Rom con una guida alla sicurezza e protezione per gli operatori dei media.

Molti sono i giornalisti uccisi durante la guerra in Iraq e dopo la fine ufficiale del conflitto, ma gli operatori dei media sono stati anche vittime di rapimenti, con richieste in genere afferenti al ritiro delle truppe del loro Paese dall'Iraq.

Solo pochi giorni fa sono stati rilasciati i giornalisti rumeni Marie Jeanne Ion, Sorin Dumitru Miscoci e Ovidiu Ohanesian rapiti due mesi prima insieme al loro interprete. Rimangono invece in ostaggio la reporter francese Florence Aubenas ed il suo interprete Hussein al-Saad.

Almeno 30 giornalisti sono stati rapiti in Iraq dall'aprile 2004. Due di essi, fra cui il nostro Enzo Baldoni, sono stati uccisi. 27 sono stati rilasciati. Restano pero' ancora 2 giornalisti di cui non si ha alcuna notizia dal 2003, Frédéric Nérac e Isam Hadi Muhsin Al-Shumary.

Molti dei giornalisti uccisi erano iracheni. Della dinamica e i responsabili della loro uccisione non si e' saputo nulla, eccetto in qualche caso in cui pero' i colpevoli (soldati USA) non hanno pagato. Diversi giornalisti - iracheni e non - sono stati anche arrestati, interrogati e detenuti per periodi piu' o meno lunghi dalle truppe USA.

Ma anche in altre zone di conflitto del mondo i giornalisti sono a rischio di vita e talora la vita la perdono, vengono arrestati e brutalizzati dall'autorita' costituita o sono aggrediti dai vari gruppi armati.

Oltre alla sicurezza personale, pero', i giornalistri devono affrontare anche gli orrori della guerra, siuazioni che spesso generano traumi difficili da rimuovere. E' nato per questo il centro per il giornalismo e il trauma dell'Universita' di Washington.

Si tratta di una rete di giornalisti, docenti di giornalismo e professionisti della salute che di dedicano a coloro che coprono notizie drammatiche e ne riportano strascichi psicologici. Per esercitare il diritto di cronaca ed offrire a noi tutti l'informazione, ne portano il segno per tutta la vita.

Speciale libera informazione

Speciale pace e diritti umani


by www.osservatoriosullalegalita.org

___________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

 

Iraq: vita dura per i giornalisti

Giornalisti morti nel mondo nel 2004

Il Consiglio d'Europa difendera' i giornalisti in zona di guerra

Una legge vietera' di informare sulla guerra

Documenti: le regole USA per i giornalisti "embedded"

Giornalisti sotto attacco e cittadini sotto sorveglianza segreta