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NOTIZIARIO del 05
febbraio 2005
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Terrorismo
: per gli Usa e' guerra , per l' Europa crimine Il giudice spagnolo Baltasar Garzón ritiene che vi sia una differenza fra i 'modelli' di lotta al terrorismo islamico nordamericano ed europeo, dato che il primo parte dal presupposto che si tratti di "guerra", ed il secondo lo inquadra nel "crimine organizzato internazionale". Il magistrato spagnolo - che ha parlato ad una conferenza per le Giornate Internazionali sul terrorismo islamico, a Madrid - pensa sia oggi fondamentale rendere compatibili i due modelli di investigazione, per combattere con maggior efficacia il terrorismo islamico. Occorre a suo avviso realizzare un "cammino comune", ed i mezzi che l'Unione Europea sta seguendo, come Eurojust o la creazione di gruppi di investigazione congiunti, sono il camino da seguire. Secondo il magistrato della Audiencia Nacional - che ha condotto molte indagini sul terrorismo di matrice islamica, scoprendone reti e condannandone membri - tale differenza comporta che gli USA antepongano i servizi di intelligence a qualsiasi azione politica, giudiziaria e militare", il che provoca poi problemi nel momento in cui si passa ai procedimenti giudiziari. Garzon ha commentato che un Paese come la Spagna non potrebbe al giorno d'oggi usare in un procedimento comune i dati ottenuti dai servizi di intelligence. Occorre invece, a suo avviso, che le informazioni di intelligence possano avere qualche influenza sulle indagini penali. Il magistrato spagnolo si e' soffermato anche sul sistema delle garanzie, ma ha detto che il fenomeno del terrorismo "va affrontato senza timidezze, con tutti i mezzi permessi dalla legge", oggi spesso usati solo per un 30%. Egli ha auspicato un rapido adeguamento delle legislazioni, con una riflessione congiunta fra Stati Uniti ed Europa, dato che questo tipo di azioni criminose non possono restare impunite. Garzón si e' anche schierato con coloro che ritengono che il terrorismo possa essere classificato come 'crimine contro l'umanita'', ed ha ritenuto importante che tale delitto non si prescriva. Il giudice ha affermato che tutte le organizzazioni islamiche hanno in comune una "visione deformata della religione musulmana", ed il loro punto di riferimento e' Al Qaida. La difficolta' ad arginare il fenomeno, consiste nel fatto che non sono organizzazioni strutturate come quelle cui siamo abituati. Baltasar Garzón ha parlato anche dell'11 marzo a Madrid - che a suo giudizio non si sarebbe potuto evitare - dicendo che la Spagna non era preparata per una "aggressione indiscriminata", dato che il terrorismo dell'ETA, cui era abituato, era in un certo qual modo prevedibile. Il magistrato ha rivelato che il terrorismo islamico non era "sconosciuto", dato che le prime indagini su di esso si rifanno agli anni 1991-1992, mentre nell'aprile 1997 si incrimino' Alekema Lamari, uno dei sette suicidi di Leganés (Madrid), per appartenenza al Gruppo Islamico Armato (GIA). In un passaggio dell'intervento, il magistrato ha detto che e' stato "ingiusto" il giudizio secondo il quale il comportamento alle urne degli Spagnoli a tre giorni dagli attacchi sia stato influenzato da quei tragici eventi, avendo il popolo spagnolo esso sofferto di terrorismo per molti anni. Gli attacchi dell'11 marzo a Madrid hanno comunque lasciato una profonda ferita in Spagna, se tre giorni fa, all'istruttoria per il processo per l'11 marzo 2004 a Madrid, un altro magistrato - il giudice della Audiencia Nacional Juan Del Olmo, incaricato dell'inchiesta - si e' commosso in aula. Il magistrato si e' rivolto ad una delle vittime degli attentati e, con voce rotta dalla commozione, ha promesso che la giustizia dara' "risposta a molte cose".
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