NOTIZIARIO del 24 luglio 2004

 
     

Berlusconi silura Mario Monti per il suo lavoro ?
di Rita Guma

L'aspetto politico di equilibri interni e scambi di favori nella CdL ha offuscato quello che e' - a mio avviso - il principale motivo della scelta di silurare Mario Monti, commissario europeo alla libera concorrenza.

Francamente non so se Monti abbia una provenienza di parte, mi limito a valutare il suo lavoro, che come Osservatorio sulla legalita' abbiamo seguito in questi anni: un lavoro serio e ben fatto, che proprio per questo aveva creato non pochi imbarazzi all'attuale governo, il cui premier e' l'antitesi vivente dell'antitrust.

Un premier che possiede o controlla gran parte delle reti televisive italiane e continua a varare leggi che favoriscono le sue testate, anche grazie alla raccolta pubblicitaria - suscitando la rampogna dell'OSCE, del parlamento europeo e del consiglio d'Europa per la sua posizione dominante nel campo della comunicazione - non poteva amare un serio commissario alla concorrenza.

Monti, infatti, ha operato sempre in ossequio al suo prestigioso curriculum. Laureato in Scienze economiche e commerciali presso l’Università Bocconi di Milano e perfezionatosi a Yale, negli USA, ha ricoperto varie cattedre, divenendo poi, fra l'altro, rettore e presidente della Bocconi, Presidente dell’Associazione universitaria europea di studi finanziari, componente di varie commissioni economiche e di alcuni consigli di amministrazione, nonche', per 7 anni, editorialista economico del Corriere della Sera.

Se Monti ha segnalato in moltissime occasioni i problemi che questo governo ha creato alla libera concorrenza nel Paese, lo ha fatto per serieta' del suo ufficio, cosi' come lo ha fatto per tutti i Paesi che violavano la normativa sulla concorrenza dell'Unione (e sfidando colossi come Microsoft e France Telecom), tuttavia, si sa, a Berlusconi non piace essere controllato, criticato e men che meno portato in tribunale, anche se si tratta della Corte europea di Giustizia.

Dal decreto salvacalcio alla prassi sugli appalti in alcuni settori importanti (in termini di cifre in gioco), dai trasporti allo smaltimento rifiuti, Monti e' stato inflessibile, ed ha perseguito l'Italia - con il consenso della commissione - per garantire la concorrenza a norma di legislazione UE.

Perche' libero mercato significa spazio per le piccole e medie imprese, crescita economica, speranza nel futuro per i singoli e per le Nazioni, prezzi piu' bassi e talora anche maggiore trasparenza delle procedure e riduzione della corruzione, mentre nel campo dell'informazione e' garanzia di pluralismo.

In un mondo di politici sempre assenti o inerti, Monti lavorava moltissimo, anche se prendendo iniziative scomode. Aveva avviato un approfondito lavoro per la riforma delle professioni, per eliminarne lacci e lacciuoli, con una preventiva indagine conoscitiva che aveva suscitato ampi consensi sul metodo e nel merito, pur se con le ovvie resistenze di chi vorrebbe mantenere i privilegi di casta.

Aveva di recente varato il nuovo regolamento antitrust dell'Unione - con cui la legge Gasparri potrebbe confliggere - entrato in vigore il primo maggio.

Le norme che regolano il funzionamento della Commissione europea stabiliscono che i suoi membri devono operare in modo equanime, libero da condizionamenti di partito, di governo o di altre entita'. Seguendo passo passo il suo lavoro, si puo' dire che questo Monti lo abbia fatto.

Anche e soprattutto per questa ragione era pericoloso in quel ruolo, ed andava silurato, pur essendo apprezzato urbi et orbi ed avendo dato la propria disponibilita' a continuare.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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La Commissione UE all'Italia: modificare il decreto salvacalcio

Abuso di posizione dominante:
Gasparri fuorilegge?

Appalti e rifiuti: l'Italia alla Corte UE

Appalti: l'UE deferisce l'Italia alla Corte di Giustizia

Varato il nuovo regolamento antitrust dell'Unione

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