Commissione
UE a Italia : modificare ' salvacalcio '
di red
La Commissione europea ha deciso di chiedere formalmente all'Italia di modificare il decreto 'salva calcio' che oggi si configura come infrazione delle direttive contabili UE.
La richiesta della Commissione ha la forma di “parere motivato”, che è la seconda fase del procedimento previsto nel trattato UE nei casi d’infrazione. In mancanza di una reazione soddisfacente entro due mesi, la Commissione potra' adire la Corte di giustizia.
Come effetto del decreto 'salvacalcio' del febbraio 2003, alcune associazioni sportive professionistiche - fra cui le società calcistiche di serie A per le quali i contratti dei giocatori costituiscono la massima voce di spesa - possono presentare conti nei quali i costi effettivi di un determinato anno sono sottovalutati, le perdite reali sono occultate e pertanto forniscono agli investitori un quadro fuorviante.
Il decreto 'salva calcio' precisa che le società che scelgono di applicare le norme speciali così introdotte devono procedere, ai fini contabili e fiscali, ad ammortizzare tale voce di bilancio in dieci importi annuali uguali, anche se i diritti stabiliti nei contratti con i giocatori hanno durata, per esempio, solo biennale o triennale.
Le direttive UE riguardanti i conti societari annuali e consolidati, stabiliscono invece che i contratti degli atleti non si possano ammortare in un periodo più lungo della durata del contratto stesso e i rendiconti finanziari devono presentare un quadro veritiero e fedele degli attivi, passivi, situazione finanziaria, profitti o perdite delle societa'.
Sebbene il governo italiano sostenga che il decreto 'salva calcio' è stato concepito come una misura una tantum, la Commissione osserva che esso continua ad avere effetti sulla contabilita' delle societa' sportive in questione e che le autorità italiane non hanno preso sinora nessun provvedimento per far cessare tali effetti.
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