NOTIZIARIO del 20 luglio 2004

 
     

Appalti : Commissione porta l' Italia alla Corte UE
di red

Ancora nuovi procedimenti presso la Corte di Giustizia europea per il nostro Paese per gli appalti pubblici, e nuove procedure d'infrazione per il mancato adeguamento alla legislazione comunitaria.

La Commissione europea ha contestato ieri all'Italia l'illegittimita' di alcune norme della legislazione nazionale in materia di appalti pubblici ma anche le violazioni del diritto comunitario verificatesi nell'aggiudicazione degli appalti per il trattamento dei rifiuti in Sicilia. Nel primo caso si tratta gia' di una procedura presso il tribunale dell'Unione, mentre sul secondo punto si tratta per adesso di un "parere motivato" per infrazione della legislazione comunitaria, ma il mancato ottemperare alla sollecitazione portera' in Corte di Giustizia.

In Sicilia gli appalti per lo smaltimento dei rifiuti urbani dell'isola sono stati affidati per vent'anni in base a regole incoerenti con la legislazione comunitaria. Il presidente della Regione - nella sua funzione di commissario del governo - ha indetto nel 2002 una gara d'appalto per la scelta degli operatori in questione senza rispettare gli obblighi di pubblicita' previsti per l'aggiudicazione degli appalti pubblici di servizi dalla specifica direttiva CEE.

L'Italia era gia' stata deferita alla Corte europea per altre infrazioni, fra cui nello specifico per le procedure di assegnazione dell'appalto per la fornitura di elicotteri ai corpi dello Stato, assegnati sempre alla stessa azienda.

Nell'Unione europea il valore del mercato degli appalti pubblici supera i 1.500 miliardi di euro, piu' del 16% del PIL complessivo dell'UE. Il diritto comunitario degli appalti pubblici mira a far si' che tutte le imprese europee abbiano le stesse possibilita' di concorrere all’aggiudicazione degli appalti pubblici con procedure di gara aperte e trasparenti che costituiscono anche un argine contro la corruzione, oltre che un miglior investimento dei fondi pubblici.

Secondo un documento di lavoro della Commissione, le direttive europee vigenti in materia di appalti pubblici hanno permesso di rafforzare la concorrenza transfrontaliera e di ridurre del 30% circa il costo dei beni e dei servizi acquistati dagli enti appaltanti.

La Commissione ha deciso di deferire ieri l'Italia alla Corte di Giustizia anche per alcune disposizioni della legge quadro in materia di lavori pubblici modificata nel 2002. L'azione della Commissione riguarda la discriminazione effettuata nei confronti dei candidati dell'Unione non italiani ed il caso di lavori realizzati in deduzione degli oneri di urbanizzazione e dei servizi d'ingegneria industriale, d'architettura e di convalida dei progetti al di sotto delle soglie delle direttive comunitarie, nonche' dei servizi di direzione dei lavori e di collaudo.

Altra procedura d'infrazione per l'Italia e' stata decisa ieri nel settore delle imposte dirette e indirette. La Commissione europea ha chiesto ufficialmente alla Repubblica italiana di comunicarle le misure adottate per l'attuazione della direttiva europea sulla reciproca assistenza fra le autorita' competenti degli Stati membri nel settore delle imposte dirette e indirette. L'Italia e' in ritardo di sette mesi e non ha dato seguito alla lettera di costituzione di mora.

Ancora una questione riguardante la Sicilia per un'ulteriore procedura d'infrazione inerente alle dogane. La Commissione europea ha infatti chiesto ufficialmente all'Italia di porre fine all'imposizione di un tributo ambientale che grava principalmente sul gas naturale proveniente dall'Algeria, che arriva in Italia - o in altri Stati membri attraverso l'Italia - tramite un gasdotto appartenente ad una societa' privata.

Il trattato CE, nonche' l'accordo di cooperazione tra Unione Europea e Algeria, sanciscono il principio della libera circolazione delle merci nell'Unione, salvaguardano l'esistenza di una unione doganale tra gli Stati membri e definiscono i principi della politica commerciale comune nei confronti dei paesi terzi. A norma di tali disposizioni, gli Stati membri non possono introdurre unilateralmente nuove "tasse" - o misure di effetto equivalente - sulle merci importate direttamente da paesi terzi.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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