NOTIZIARIO del 08 luglio 2004

 
     

Israele : oggi il muro alla Corte Internazionale ONU
di Rico Guillermo

Oggi la Corte Internazionale di Giustizia de L'Aja si pronuncera' sul muro israeliano. A quattro mesi dalla richiesta dell'ONU sulla legittimita' dell'erezione della barriera fra Israele e la Palestina da parte del governo di Sharon, il massimo organo giurisdizionale delle Nazioni Unite valutera' se il fatto costituisca una violazione del diritto internazionale.

Secondo quanto rivelato dal quotidiano israeliano 'Haaretz', la Corte dichiarera' illegittima la costruzione del muro ed esigera' lo smantellamento della barrera. Il tribunale ha preso la sua decisione quasi all'unanimita', con 14 voti a favore e solo quello dell'esponente degli USA contrario.

La Corte esigera' da Israele un indennizzo per i Palestinesi danneggiati dalla costruzione del muro sulle loro terre. La Corte - il cui parere non e' vincolante ma ha un grande valore politico - ha anche fatto sapere che solo il testo da essa diffuso dovra' far fede per i media di tutto il mondo.

Tel Aviv - che non ha mandato rappresentanti per presenziare alle udienze, limitandosi ad inviare un documento - ha fatto sapere che non ha intenzione di considerare il pronunciamento della Corte, non riconoscendole il diritto di interverire sulle sue decisioni. Cio' nonostante, il portavoce del governo Avi Pazner ha detto che l'esecutivo e' disposto a negoziare la costruzione del muro con il ritiro da Gaza pianificato dal primo ministro.

Israele ha già costruito circa 200 chilometri di barriera sugli oltre 700 previsti nel progetto. Ufficialmente il muro viene eretto per impedire ai kamikaze palestinesi di entrare nel suo territorio, e i servizi segreti israeliani affermano che la barriera ha gia' permesso di ridurre gli attentati del 90%, ma i Palestinesi invece ritengono la costruzione del muro un metodo subdolo per annettere territori che da anni appartengono alla loro gente.

Dieci giorni fa la Corte suprema di Israele dispose che il percorso del muro costruito da Sharon venisse modificato per minimizzare i disagi per i Palestinesi che vivono nella zona della West Bank, dato che "questa strada ha creato cosi' tanti disagi per la popolazione locale che lo Stato dovrebbe trovare un'alternativa che sia anche meno sicura, ma che porti meno danno alla popolazione. Questa strada alternativa esiste". La Corte Suprema ha anche ordinato di bloccare il lavori di una parte del muro.

I Palestinesi interessati dalla questione sono 45000. Mohammed Dahleh, l'avvocato che rappresentava i villaggi ricorrenti, disse in quell'occasione che la decisione dell'alta corte era "piu' importante di quella de L'Aja perche' questa sarà seguita."

Ed infatti Israele, forte dell'appoggio di Bush (a sua volta allergico ai tribunali internazionali e pronto a glissare sulle disposizioni dell'ONU), si permette quindi di sfidare gli organismi internazionali, compresa l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica.

Mentre altri Paesi mediorientali hanno accettato controlli e limitazioni sul nucleare, Sharon persegue ostinatamente la strategia ambigua praticata da ormai 40 anni e quindi non conferma ne' smentisce l'eventuale possesso della bomba atomica.

Dopo la visita infruttuosa del presidente dell'agenzia, l'egiziano Mohammad El Baradei, Tel Aviv afferma che aderirebbe al progetto di un Medioriente denuclearizzato solo con un accordo di pace globale nella regione.

Ma alcuni giornalisti palestinesi dicono di aver scoperto dei siti, nel deserto, dove sarebbero state nascoste scorie nucleari. Questo potrebbe spiegare il costante aumento dei casi di tumore, negli ultimi anni, nella regione di Hebron, vicino alla vecchia centrale di Dimona, gia' oggetto di tanti contrasti.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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