NOTIZIARIO del 14 aprile 2004

 
     

Bush si difende su Iraq, Al Qaeda e 11 settembre
di Rico Guillermo

Il presidente USA George Bush ha tenuto ieri sera, alle 20.30 ora di Washington, una conferenza stampa di cui la crisi in Iraq e l'11 settembre sono stati i punti focali.

E' stata la prima occasione per fare il punto con i giornalisti sulla questione irachena dal 6 marzo 2003, anche perche' Bush e' uno dei presidenti USA che ha tenuto meno conferenze con i giornalisti e il pubblico durante il mandato (l'unica altra occasione e' stata l'11 ottobre 2001).

Dopo aver dedicato un quarto d'ora a descrivere le violenze in Iraq, Bush ha detto che il Paese e' relativamente stabile, ha ribadito che le forze americane resteranno in Iraq per finire il lavoro iniziato e che il passaggio dei poteri agli Iracheni avverra' il 30 giugno. Bush ha detto: "Se occorreranno altre truppe le manderemo".

Bush ha ripetuto - riferendosi all'Iraq - che quelle appena trascorse sono state settimane pesanti, ma ha detto che l'occupazione non sara' indefinita: "non siamo un potere imperialista, ma un potere che libera".

Bush ha individuato tre gruppi militanti che combattono conro le forze della coalizione, e cioe' i residui del regime di Saddam Hussein, i militanti Islamici di Mouqtada Sadr e i terroristi di altri Paesi. Bush ha detto di aver autorizzato i comandanti militari ad usare la "forza decisiva" per restaurare l'ordine e proteggere le truppe americane in Iraq: "Non permetteremo che regni il caos".

Bush ha rifiutato il paragone fra Vietnam e Iraq avanzato da un reporter: "Io penso che questa analogia sia falsa e penso anche che questo paragone mandi il messaggio sbagliato alle nostre truppe e al nemico".

Richiesto riguardo alla sua strategia antiterrorismo prima dell'11 settembre Bush ha detto che col senno di poi avrebbe fatto alcune scelte che ha invece fatto dopo. Come esempio, ha citato la creazione del dipartimento di sicurezza interna, che e' stato creato dopo gli attacchi e che inizialmente non era ben accetto all'amministrazione.

Richiesto se egli ritenesse di dovere delle scuse su questo al popolo americano, ha risposto che "la persona responsabile di quegli attacchi e' Osama bin Laden".

La conferenza stampa e' arrivata proprio nel momento in cui l'amministrazione Bush e' sotto tiro per la sua azione in Iraq (nonche' il mancato ritrovamento della armi di distruzione di massa e l'inconsistenza delle prove addotte per iniziare la guerra) e per i dubbi sull'azione preventiva rispetto alla minaccia di Al Qaeda prima dell'11 settembre.

Su quest'ultimo punto la testimonianza di Condoleezza Rice non ha convinto, mentre per l'Iraq si configura una vera e propria strage, nell'uno e nell'altro campo. 70 soldati USA sono morti nell'ultimo mese, mentre 600 Iracheni sono morti nella sola Falluja. I sequestrati di 12 nazionalita' diverse sono 40.

Il generale John Abizaid, comandante centrale delle forze USA, ha detto al Pentagono di aver bisogno di altri 10000 soldati in Iraq per tenere in pugno la situazione, ma molti soldati parlano di tornare a casa, e molti non si sentono sicuri a causa delle dotazioni, non sempre adeguate.

Ad aggravare la situazione di Bush, la pubblicazione del memorandum del 6 agosto 2001 su Al Qaeda e le accuse e le proposte alternative del candidato in pectore per i democratici alla Casa Bianca, John Kerry. Kerry, che ha reclamato un ruolo centrale per l'ONU; ha anche detto che occorrono piu' truppe per supportare la polizia irachena, ma che queste truppe - sebbene sotto il comando USA - devono essere piu' internazionali.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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Il memo del 6 agosto 2001
su Al Qaeda

Sciiti: la coalizione deve pagare

Soldati USA senza
giubbotti antiproiettile

Iraq: 10000 civili uccisi

Iraq: le bufale della CIA

Cheney voleva la guerra
dal 1998