NOTIZIARIO del 4 aprile 2004

 
     

L'Italia e il lungo processo
di redazione www.osservatoriosullalegalita.org

Il 12 ottobre 2000 l'Italia fu condannata dalla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo a pagare una multa di 185 milioni di lire per ritardi nella giustizia in un processo record, durato cinquantuno anni e nove mesi.

La Corte dei diritti dell'Uomo stabili' che l'Italia aveva violato l'articolo 6.1 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Liberta' fondamentali, secondo il quale ognuno ha diritto ad un processo equo in tempi ragionevoli ("Toute personne a droit à ce que sa cause soit entendue équitablement, publiquement et dans un délai raisonnable...")

L'Italia ha comunque subito molte altre condanne per violazione dello stesso articolo. Delle 844 condanne emesse nel 2002 dalla Corte di Strasburgo, 325 erano a carico dell'Italia e solo 61 della Francia, che era al secondo posto.

Si può comprendere come l'onere per lo Stato e quindi per i cittadini sia molto alto, dovendosi peraltro adeguare a quelli stabiliti a livello UE dalla Corte dei diritti dell'uomo, come stabilito in una recente sentenza della Corte di Cassazione.

Inoltre conseguenze di un processo lento possono essere infatti l'ingiusta cancerazione preventiva e il prolungarsi del dubbio sulla sua persona, per un innocente, la sospensione della carcerazione preventiva o addirittura la prescrizione del reato per un colpevole, e la conseguente ingiustizia per le vittime nonche', a volte, il pericolo per l'intera societa'.

Tuttavia i tempi della giustizia in Italia sono rallentati da diversi fattori, nella fase istruttoria, durante il dibattimento ed anche in conseguenza della sentenza.

Prima del processo, infatti, vi sono le procedure di notifica, operazione che va effettuata direttamente all'indagato e che quindi e' vanificata nel casoin cui questi sia introvabile. Vi sono poi ritardi dovuti alle procedure di formazione della prova e ad eventuali rinunzie o ricusazioni dei periti.

Altri problemi possono essere le richieste di rinvio da parte degli avvocati difensori o incidenti (impedimento, morte) nel collegio di difesa, con conseguente necessita' di nominare un nuovo avvocato. Lo stesso accade per morte o trasferimento di uno dei giudici, con necessita' di ricominciare tutto daccapo. La Corte di Cassazione ha stabilito invece che le assenze degli avvocati per sciopero o per impegni istituzionali sospendeva la prescrizione.

Vi sono poi i problemi dovuti all'organizzazione e al funzionamento degli uffici, come la mancanza di strumentazione o di personale per la stenotipia (per scioperi o mancanza di fondi). Altro problema l'incredibile massa di processi a fronte del numero limitato dei magistrati, tenendo anche conto che per ciascuna sentenza occorre redigere la motivazione, consistente a volte in centinaia o migliaia di cartelle.

Alcuni di questi fattori sono in effetti una garanzia per i cittadini (formazione della prova, motivazione della sentenza), altri sono un problema che andrebbe sicuramente rimosso e che necessita di piu' fondi e nuove assunzioni.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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