NOTIZIARIO del 17 gennaio 2004

 
     

LIBRO BIANCO SUL DISSERVIZIO GIUSTIZIA
Giustizia più efficiente e indipendenza della Magistratura a garanzia dei Cittadini
Associazione Nazionale Magistrati

SEZIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE. PRIMA PRESIDENZA Prot. n. 1357/03/SG

Roma 5 dicembre 2003
Oggetto: Riduzione dei fondi per la Biblioteca della Corte
Al Signor Primo Presidente Aggiunto Ai Signori Presidenti titolari delle sezioni civili e penali Al Signor Direttore dell?ufficio del massimario e del ruolo e p.c. Al Signor Procuratore Generale presso la Corte Suprema di Cassazione SEDE

Ricordo che nelle sedute del Gruppo Consultivo presso la Prima Presidenza, tenutesi nei giorni 16 e 20 ottobre 2003, fu fatto presente che i fondi destinati alla Biblioteca dei magistrati della Corte non erano sufficienti neppure a garantire il rinnovo degli abbonamenti alle principali riviste giuridiche. Il gruppo rilevò che appariva opportuna e necessaria la prosecuzione degli abbonamenti, richiedendo ? se del caso e quale estrema ratio ? un contributo volontario ai Magistrati della Corte. Chiunque volesse aderire a tale iniziativa potrà farlo dando un contributo individuale del tutto volontario presso il Segretariato Generale della Presidenza. Prego voler comunicare la presente a tutti i magistrati delle rispettive sezioni od uffici.

Il Primo Presidente (Nicola Marvulli)

Nemmeno la più fervida fantasia avrebbe potuto immaginare la circolare sopra trascritta, che organizza una colletta nella Corte Suprema Cassazione per l?acquisto delle riviste giuridiche. Nel discorso tenuto in occasione dell?inaugurazione dello scorso anno giudiziario, il Ministro della giustizia ha espresso l?impegno di restituire ai servizi della Giustizia efficacia ed efficienza, precisando che quest?ultimo termine significa non acritico e mero stanziamento di sempre maggiori risorse, ma loro utilizzo ottimale, eliminazione di sprechi, economicità di gestione.

Nella linea secondo cui "ogni Ministro deve essere imprenditore del proprio ministero", il Ministro ha annunciato l?adozione di migliori strumenti di programmazione e controllo di gestione economica e finanziaria, volti anche a conferire una maggiore elasticità nella contabilità del Ministero. E' stato poi riferito che le recenti leggi di bilancio hanno ulteriormente aumentato gli stanziamenti per l?amministrazione della giustizia - sicché le risorse dedicate a tale settore dovrebbero ormai essere allineate alle medie degli altri paesi europei - prevedendo anche l?assunzione di nuovo personale amministrativo.

Ad un anno di distanza ed in occasione dell?inaugurazione dell'anno giudiziario 2004, si deve prendere atto che nulla è cambiato. Basta, al riguardo, evidenziare come la insufficienza degli accreditamenti per le spese d?ufficio e simili ? già decurtate nel 2003 in alcuni casi del 50 per cento rispetto all'anno precedente ed ulteriormente decurtate con la Finanziaria 2004 - stia determinando il blocco della manutenzione e dell?aggiornamento del sistema informatico su cui si basa in gran parte la funzionalità operativa della Corte, sia per quanto riguarda le registrazioni che per quanto riguarda l?organizzazione delle udienze: si è già progressivamente determinato un consistente arretrato nelle registrazioni dei procedimenti presso la cancelleria centrale penale ed è prevedibile un conseguente rapido deperimento dei livelli di funzionalità del servizio, da cui non potranno che derivare ritardi nella trattazione dei ricorsi ed anche prescrizioni di reati e scarcerazioni per decorrenza dei termini di soggetti potenzialmente pericolosi.

Ai magistrati della Corte mancano circa 150 Personal computer e 150 stampanti, più volte richiesti dal Primo Presidente in sostituzione delle macchine ormai obsolete e non più in grado di supportare efficacemente il loro lavoro. Gravemente insufficienti ed ormai già esaurite risultano anche essere le somme accreditate per l?uso e la manutenzione di fotocopiatrici, fax e stampanti, e non dovrebbe essere necessario sottolineare quali paralizzanti effetti può determinare in un ufficio giudiziario il venir meno di tali strumenti. Anche la rilegatura delle sentenze dovrà tra poco essere bloccata per mancanza di fondi, il che ci pare rappresentare un suggello simbolicamente assai significativo, se solo ci si soffermi a riflettere sul valore e il significato delle sentenze della Corte Suprema di una grande democrazia occidentale.

Sono state ridimensionate anche le somme a disposizione per la ristrutturazione del palazzo di Piazza Cavour: lavori diretti al recupero di locali, particolarmente necessari in un edificio in cui vi è, tra l?altro, una grave carenza di ambienti da destinare a studio per i magistrati. I Consiglieri della Corte di cassazione, come è noto, non hanno in dotazione, di regola, neppure una propria scrivania, mentre in questo pur faraonico palazzo mancano sale di studio, di consultazione e di colloquio riservate ai magistrati.

In alcuni ambienti sono comparsi i topi, mentre nei bagni è scomparsa la carta igienica. Gli ascensori sono spesso bloccati, mentre il degrado delle scalinate rappresenta un serio pericolo per l?incolumità fisica degli utenti. La situazione complessiva sopra descritta rappresenta una ulteriore ? ennesima ed esasperante ? difficoltà a celebrare i processi, a scrivere le sentenze, a studiare i precedenti ed a svolgere ricerche. Il blocco dell'assunzione del personale amministrativo infine impone ai magistrati di sobbarcarsi incombenze non proprie e li condanna ad un modo di lavorare privo di razionalità e di decoro.

SEZIONE DI BARI

Il 9 aprile 2003 è stato improvvisamente sospeso con effetto immediato il servizio di stenotipia e trascrizione atti previsto dall?art.51 disp. Att. C.P.P. per mancanza di fondi. Lo stanziamento sul capitolo di spesa 1461 pari a ? 214.037,44 per il Tribunale di Bari ? di gran lunga inferiore al richiesto- si è rivelato insufficiente ed esaurito dopo 3 mesi. A fronte delle documentate richieste inoltrate dalla Corte di Appello di Bari, il Ministero della Giustizia, con nota del 31 marzo 2003 ?considerata la notoria e cronica carenza di fondi sul capitolo1461 ha raccomandato a tutti gli Uffici di contenere al massimo la spesa relativa al servizio di verbalizzazione delle udienze penali?; ha quindi allo stato assegnato all?intero distretto della Corte di Appello - che comprende oltre agli uffici della corte anche i Tribunali di Bari, Foggia, Lucera, Trani e Minorenni ? un quarto della somma richiesta per l?anno 2003. Con ulteriore nota del 1° aprile 2003 il Ministero, ribadendo ancora una volta la cronica carenza di fondi, ha peraltro fatto sapere che a quella somma stanziata, già di per sé insufficiente, doveva attingersi ?anche per il pagamento delle fatture relative all?anno 2002, aventi ad oggetto lo stesso servizio, rimaste insoddisfatte per carenza di fondi?. Questa improvvisa decisione del Ministero ha fatto sì che a fine marzo fossero già esaurite le disponibilità finanziarie per poter fruire della stenotipia e conseguentemente il Presidente del Tribunale di Bari ha sospeso immediatamente il servizio. Il servizio è rimasto sospeso sino alla fine di giugno. Per il secondo semestre del 2003 analoga interruzione del servizio si è avuta a metà ottobre del 2003 sino a quando ? a seguito dell?incontro avuto da questa Giunta ANM con l?onorevole Vietti e del suo interessamento ? il Ministero non ha provveduto all?assegnazione della ulteriore somma di 200.000 ? che ha consentito di riprendere il servizio fino alla fine dell?anno. I magistrati del Distretto hanno continuare a tenere le udienze nel rispetto delle procedure previste dal codice: con verbale manuale redatto dal cancelliere di udienza e fonoregistrazione. I verbali delle udienze penali sono stati scritti a mano dal cancelliere di udienza, sotto dettatura del presidente che ovviamente interrompeva continuamente l?escussione del teste o l?esame dell?imputato o quant?altro avviene in udienza. Le conseguenze sono disastrose! La verbalizzazione riassuntiva limita le garanzie difensive in quanto non è ontologicamente idonea a registrare ogni passaggio anche nelle sue sfumature pur talvolta essenziali delle dichiarazioni rese in udienza. La durata delle udienze e conseguentemente dei processi sarà sempre più irragionevole, in contrasto con il principio sancito dal novellato art.111 Costituzione per ovviare alle ormai innumerevoli condanne dello Stato italiano in sede internazionale proprio per la lunghezza dei processi. Inoltre l?amministrazione giudiziaria non è dotata di personale tecnico idoneo a mettere in funzione le apparecchiature per la riproduzione fonografica che pur la legge impone di effettuare quando manchi la stenotipia. Tutto ciò sta ovviamente creando problemi soprattutto nei processi più delicati - al collegiale ed in Corte di Assise- dove non si riesce oggettivamente a rispettare le programmazioni effettuate: ad es. invece dei 13 programmati si è riusciti a sentire soltanto 4 testimoni e gli altri sono stati rimandati a casa. Si sono create situazioni paradossali: una udienza è stata interrotta alle ore 13 ? nel corso della deposizione di un teste venuto da Milano, costretto a ritornare in una udienza successiva - perché al cancelliere di udienza è venuto un crampo al braccio perché era il quarto giorno di fila che era costretto a scrivere i verbali riassuntivi. Lo stesso cancelliere di udienza deve chiamare i testimoni e curare che stiano appartati perché molti uffici non hanno l'ufficiale giudiziario (quello della Corte di Assise è morto un anno fa e non è stato più sostituito). Addetto alla fonoregistrazione è - in ossequio alle indicazioni del ministero - personale giudiziario che lascia vuote le cancellerie. I presidenti dei tribunali non hanno ovviamente i soldi per procedere alla trascrizione della fonoregistrazione, né vi è personale giudiziario in grado di procedervi - contrariamente a quanto indicato dal Ministero. Questa situazione ha determinato un notevole rallentamento nella celebrazione dei dibattimenti penali, con conseguenze gravissime nei numerosi maxiprocessi per criminalità mafiosa in corso nel distretto. In molti procedimenti si è pervenuti alla scarcerazione per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare di imputati poi condannati ? con sentenza di primo grado ? anche all?ergastolo per omicidi di mafia. Anche gli avvocati nei vari circondari del Distretto hanno proclamato l?astensione dalle udienze per protesta per la sospensione del servizio. Mancano gli ufficiali giudiziari e molte udienze si svolgono senza la sua presenza: per la chiamata degli imputati e dei testimoni ci si avvale della collaborazione dell?assistente di udienza o di agenti della polizia penitenziaria presenti in aula. Notevoli sono le difficoltà per la citazione dei testimoni, anche perché a dibattimento non ci si può più avvalere della polizia giudiziaria per le notifiche. I davvero esigui fondi assegnati per le ?spese di ufficio? ? pari per il Tribunale di Bari a soli 35.000 ? per il primo semestre 2003 a fronte di una richiesta di 170.000 ? non ha consentito l?acquisto di beni di primaria importanza per la vita dell?ufficio come i codici per le camere di consiglio dei magistrati; le microcassette necessarie per la registrazione degli interrogatori effettuati dai Pubblici Ministeri, imposta dalla legge per la validità dell?atto; la carta per le cancellerie, con il paradosso registrato nella cancelleria della Sezione lavoro per cui le etichette adesive necessarie per la registrazione dei ricorsi sono state messe a disposizione dai difensori dei ricorrenti. Da ultimo è esplosa la situazione della Sezione lavoro del Tribunale di Bari, presso la quale alla fine del 2003 erano pendenti circa 80.000 procedimenti, equamente ripartiti tra gli 11 giudici più il Presidente attualmente assegnati sulla carta alla Sezione (nella realtà lavorano in 9). Innumerevoli sono stati i ricorsi per la ?legge Pinto? instaurati da parti che hanno visto la loro causa durare anche oltre i dieci anni; sono stati così sottoposti a procedimento disciplinare per ?negligenza?!!!! magistrati che oltre a tenere un numero elevato di udienze - 3 settimanali ? hanno scritto circa 2000 (duemila) sentenze pro capite ogni anno. Anzi, le sentenze depositate dai giudici della sezione sono tante che la cancelleria non riesce a reggere il passo e, nonostante il rafforzamento operato nella cancelleria pubblicazione sentenze con ulteriori 3 unità, la pubblicazione delle sentenze è ferma al 21 luglio 2003: vi sono cioè centinaia di sentenze materialmente accatastate sul pavimento della cancelleria che non sono pubblicate. Tra quelle sentenze vi sono anche reintegre nei posti di lavoro! A fronte numero delle cause di lavoro ? che era ovvio prevedere in crescita a seguito dell?attribuzione di competenza nelle controversie del Pubblico Impiego ? l?organico della Sezione è fermo al 1969. In una tale situazione si è tuttavia dovuto attingere anche alla Sezione lavoro per far fronte alle emergenze di altri uffici quali il G.I.P. - a seguito delle polemiche sorte per la giacenza per lungo tempo di richieste di applicazione di misure cautelari - e il Tribunale del riesame, costantemente sotto pressione per l?esiguità dei magistrati ed il notevole carico di lavoro. Né era possibile attingere dalle due sezioni penali per il contestuale impiego di giudici delle dette sezioni in Corte di Assise per far fronte alle incompatibilità dell?unico collegio di cui è composta la Corte. Sin dal 1998 il Presidente della Corte di Appello di Bari aveva evidenziato la situazione di emergenza del Tribunale chiedendo la revisione della pianta organica risalente ad oltre un ventennio fa, ma l?unica risposta concreta che si è vista sin ora è stata una ispezione ministeriale successiva alla guerra di mala che nel giro di circa due mesi ha visto per le strade della città oltre dieci morti, tra cui un ignaro ragazzino di 15 anni che, dopo la scuola, lavorava la sera presso una pizzeria.

SEZIONE BRESCIA La situazione dell?amministrazione della giustizia nel distretto della Corte di Appello di Brescia risente in modo particolarmente pesante dell?ormai cronica e da sempre irrisolta sproporzione tra la popolazione delle province che fanno capo al distretto medesimo (Brescia, Bergamo, Mantova, Cremona) e l?alta densità industriale che caratterizza almeno due di esse (Brescia e Bergamo, che rappresentano uno dei più importanti poli industriali del Paese) e le dotazioni di organici degli uffici. Questa situazione si riflette, negativamente in termini di efficienza e di celerità nella celebrazione dei processi, sia nel campo civile traducendosi in un?evidente fattore di diseconomia nel tessuto produttivo della zona, sia nel campo penale tenendo conto che l?area bresciana ? bergamasca rappresenta uno dei distretti del nord Italia dove, tradizionalmente, è più avvertito il peso della criminalità. Eloquente è il caso del Tribunale di Brescia che tra i 165 tribunali italiani si colloca al quinto posto per popolazione e scende oltre il decimo quanto al numero di dipendenti amministrativi; questi sono in numero di 164 che sono nulla rispetto ai 296 dipendenti di Catania o ai 414 dipendenti di Palermo, provincia che per numero di abitanti viene immediatamente dopo Brescia. Analoga carenza di organico si evidenzia nella magistratura, dato che sempre a Brescia esiste un giudice ogni 18 mila abitanti (per un totale di 59 giudici), quando a Catania (che per numero di abitanti è il decimo tribunale italiano) un ufficio con 110 magistrati garantisce una toga ogni 8 mila abitanti. Il risultato è che presso il Tribunale di Brescia, nel settore penale, proprio per queste deficienze, non si riescono ancora ad avvertire i benefici che, in termini di riduzione della durata dei processi, avrebbe dovuto portare l?introduzione del giudice monocratico; nel settore civile, dove ogni istruttore è gravato di circa 900 ? 1000 cause, difficilmente una causa dura meno di tre anni e un vero e proprio problema è costituito da circa 8.000 cause che sono pendenti davanti al Tribunale da oltre il triennio che, come noto, rappresenta il limite fisiologico di durata secondo i criteri che si vanno affermando in relazione al diritto alla ragionevole durata del processo. E? significativo peraltro che, sempre presso il Tribunale di Brescia, vi siano 726 cause ogni 100 mila abitanti che esprimono una domanda di giustizia inferiore dell?11% rispetto alla media nazionale; questo dato appare quantomeno strano in una zona economicamente forte e molto attiva in campo imprenditoriale. Fondato è il sospetto che su queste percentuali abbia inciso e tuttora incida la tradizionale insufficienza delle strutture giudiziarie bresciane e la conseguente disaffezione dell?utenza. Si segnala nel distretto il caso grave della perdurante e forte carenza di organico degli ufficiali giudiziari di Bergamo (su un organico di 32 persone di registra una presenza effettiva di 14), che ha comportato notevoli problemi nella notifica di atti di numerosi processi penali. L?Ufficio Unico Notificazioni assolve ad un carico di lavoro che al 31.1.2003 si attestava su circa 200.000 notifiche e 42.000 esecuzioni. Più in generale, nel distretto merita di essere adeguatamente segnalata la vicenda che ha interessato la Procura della Repubblica di Bergamo. Il posto vacante di Procuratore della Repubblica è in pratica scoperto dal giugno 2001 a causa della strenua opposizione manifestata dal Ministro alla nomina, deliberata dal CSM, di Adriano Galizzi. Risale al 25 ottobre 2002 la nota con la quale l?On. Castelli si rifiutò ? dopo avere negato il concerto ? di controfirmare il decreto di nomina conseguente alla deliberazione consiliare risalente all?estate precedente. E? stato necessario che il CSM sollevasse conflitto di attribuzione contro il Ministro davanti alla Corte Costituzionale perché il caso avesse un positivo sbocco. E la Corte con la recente sentenza del 18 dicembre scorso ha finalmente negato la legittimità del comportamento del Ministro escludendo che questi abbia in generale un potere di sindacato intrinseco o, tantomeno, di riesame sul contenuto degli apprezzamenti e delle scelte discrezionali del Consiglio ?nella specie, deve escludersi che da parte del CSM sia mancata una attività di concertazione, o che nel comportamento dello stesso possa ravvisarsi una mancanza di leale collaborazione ?essendo stati svolti approfondimenti e verifiche, con completa attività istruttoria, essendo state compiute valutazioni motivate in ordine alle ragioni addotte dal Ministro, ed essendo trascorso un periodo di tempo di gran lunga superiore ad ogni ragionevole aspettativa, tenuto conto della durata della vacanza del posto diterrivo da coprire, senza che sia stata raggiunta una soluzione comune?..non spetta al Ministro della Giustizia non dare corso alla controfirma del decreto del Presidente della Repubblica di conferimento di ufficio direttivo sulla base di deliberazione del CSM, quando, nonostante sia stata svolta una adeguata attività di concertazione ispirata al principio di leale collaborazione, non si sia convenuto tra CSM e Ministro, in tempi ragionevoli, sulla relativa proposta?. Nel mentre si saluta la positiva conclusione della vicenda, non si può fare a meno di evidenziare come il ?braccio di ferro? che avrebbe potuto benissimo essere evitato solo che si fossero, con un minimo di attenzione, studiati gli stessi precedenti della Corte Costituzionale (sentenza n. 379/1992 e n. 142/1973 e 168/1968) ha avuto il deleterio risultato di lasciare scoperto per quasi tre anni un posto di assoluto rilievo quale è quello del Procuratore della Repubblica.

SEZIONE DI CAGLIARI

Il 12.11.2003 è stata inviata dalla Delta Communications s.r.l. ? incaricata della fornitura del servizio di stenotipia in questa sede ? con una nota nella quale si sottolinea la mancanza di fondi per il pagamento delle fatture relative al periodo settembre-dicembre del 2003 (euro 131.447,93 fino al 13 novembre, euro 115.000,00 per la previsione fino a dicembre). Ciò comporta un notevole disagio per la ditta, acuito dal fatto che i fondi relativi al corrente anno, qualora non venissero tempestivamente assegnati, non potrebbero essere utilizzati prima del giugno 2004. Del resto le fatture relative al nuovo anno saranno onorate, nel rispetto dei tempi tecnici, non prima del mese di aprile 2004. In sostanza, il periodo di scopertura sarebbe davvero molto lungo, con innegabili ripercussioni negative per la società che, non potendo contare sulla remunerazione prevista contrattualmente, non potrebbe proseguire il servizio. La società cura la verbalizzazione delle udienze penali in forma stenotipica computerizzata presso il Tribunale di Cagliari e le sezioni distaccate di Carbonia, Iglesias e Sanluri, il Tribunale di Lanusei e il Tribunale per i Minorenni; all?occorrenza, anche presso la Corte d?appello. Svolge una media di 10 udienze giornaliere con 14 dipendenti stenotipiste, 2 tecnici audio, 2 collaboratori. Verbalizza dai 30 ai 54 processi al giorno per il Tribunale di Cagliari, da 25 a 35 al giorno per il Tribunale di Lanusei e dai 5 ai 7 al giorno per il Tribunale per i Minorenni. Mantiene costantemente allestite tutte le aule d?udienza con proprie attrezzature di registrazione digitale e informatiche, per consentire lo svolgimento di udienze convocate anche all?ultimo minuto. Fornisce il verbale in bozza simultanea consultabile in udienza immediatamente e consegna il verbale definitivo entro le 24 dal termine dell?udienza. E? dotata anche di un sistema di videoconferenza installato al Tribunale di Lanusei per svolgere il servizio in caso di udienze non previste, data la difficoltà di raggiungere la sede, notoriamente collegata malissimo al capoluogo. Analoghe ad altri distretti le ulteriori disfunsioni aggravate dalla persistente esistenza di Tribunali troppo piccoli per poter funzionare, con le incompatibilità incrociate che richiedono continue applicazioni da altre sedi. Rimane priva di giustificazione la mancata istituzione in Corte d'appello di una sezione lavoro, unitamente alla riduzione disposta per i giudici del lavoro in primo grado, nonostante l'aumento delle competenze e dei carichi. La situazione fatiscente dell?edilizia costringe a lavorare nel palazzo di giustizia per metà senza riscaldamento per "inconvenienti tecnici" che si protrarranno per tutto l'inverno e senza poter usare mezzi alternativi di riscaldamento (stufette) perché la potenza complessiva dell?impianto elettrico non lo consente.

SEZIONE DI CALTANISSETTA

La Corte di Appello è afflitta dalla cronica vacanza dei posti in organico; problema che, inevitabilmente, si ripercuote negativamente sul funzionamento degli altri uffici. Attualmente, infatti, sono scoperti un posto di presidente di sezione (su quattro) e sei posti di consigliere (su dieci), per una complessiva scopertura del 44,44 % dell?organico con il quale ?dovrebbe? farsi fronte all?efficiente funzionamento di una sezione civile (che si occupa anche delle controversie di lavoro), di due sezioni penali e di una sezione di Corte di Assise di Appello. Peraltro, tale problema - oltre a determinare la riduzione delle udienze settimanali, l?aumento della durata dei processi, delle pendenze (con il rischio di incorrere della prescrizione) e dei casi di incompatibilità ? ha comportato la necessaria e sistematica applicazione dei giudici del Tribunale (già frequentemente applicati al Tribunale di Sorveglianza, a quello per i minorenni, oltre che gravati da un eccessivo carico di lavoro), con i conseguenti negativi effetti sul primo grado. Non può, inoltre, essere sottovalutata la assoluta inidoneità delle strutture a disposizione: si pensi alla mancanza di aule di udienza, a causa della quale i giudici del settore civile sono costretti a tenere le udienze nelle proprie stanze, molto spesso sfornite di impianti di condizionamento o, ancora, alla mancanza di aule di udienza dotate di camera di consiglio. La carenza del personale amministrativo è certamente da individuare come un?altra delle principali cause delle disfunzioni che si verificano nella vita giudiziaria nissena; anche in tale contesto sono, peraltro, frequenti le applicazioni, che determinano, a loro volta, vacanze e disagi negli uffici di provenienza. Sono ricorrenti i casi di udienze che non possono avere regolare inizio e svolgimento per mancanza del personale addetto, o di rilevanti servizi di cancelleria inevitabilmente trascurati per le medesime ragioni. Il noto taglio dei fondi, inoltre, ha determinato ulteriori effetti negativi: non è, ad esempio, possibile utilizzare l?istituto dello straordinario, al punto che è quasi impensabile sperare di avvalersi del lavoro degli impiegati negli orari pomeridiani. A tutto ciò si aggiunga che le autovetture a disposizione degli uffici sono poche ed assolutamente obsolete e che quelle blindate sono insufficienti per fare fronte alle necessità dei magistrati sottoposti a protezione, i quali devono spesso recarsi fuori sede per le proprie attività di indagine e per raggiungere i vari Tribunali del distretto ove vengono celebrati i processi di competenza della D.D.A.. Ancora, nel 2003, i contratti con il personale che si occupava della gestione del servizio CED ? attraverso il quale era possibile l?accesso al sistema SIDDA ? SIDNA, nel quale sono immagazzinati i dati più importanti relativi agli esiti delle attività investigative in materia di criminalità organizzata - non sono stati rinnovati per carenza di fondi, così sottraendo un insostituibile patrimonio di conoscenze a coloro che, tra mille difficoltà, sono quotidianamente impegnati nella attività di contrasto alle organizzazioni di tipo mafioso. Infine, per le già esposte ragioni, non è agevole l?acquisto di materiale di aggiornamento (libri, riviste, codici); anche tale circostanza va certamente a discapito di un migliore rendimento del servizio giustizia offerto ai cittadini.

SEZIONE DI FIRENZE

Gravissime carenze di personale amministrativo; secondo dati aggiornati all?1.10.03 (ma non sostanzialmente mutati), mancano 50 unità di personale amministrativo su una pianta organica di 281 unità (17,7 %), in quanto vi sono 37 carenze di organico, 12 applicazioni ?passive? (dipendenti del Tribunale applicati in altri uffici) e 1 distacco sindacale (situazione solo in parte mitigata da 2 applicazioni attive e 8 unità di ex lavoratori socialmente utili). Le mancanze di personale amministrativo sono ancora più devastanti in considerazione della logistica dell?ufficio, che opera su quattro sedi (San Firenze, San Martino, Riesame, Aula bunker). In particolare, il movimento di fascicoli tra San Firenze e San Martino è estremamente complicato per l?esiguo numero di commessi, con conseguenti disservizi e ritardi. Non si è ancora in condizione di utilizzare completamente i sistemi di gestione informatica dei procedimenti, sia civili che penali, in parte per le difficoltà tecniche connesse alla dislocazione dell?ufficio in più edifici separati, e in parte perché le deficienze di personale amministrativo non hanno consentito di completare l?archiviazione informatica dei procedimenti pendenti. Molti giudici delle sezioni penali non hanno una loro stanza e, quando non sono in udienza, lavorano necessariamente a casa o dividendosi lo spazio nelle stanze destinate alle camere di consiglio. Per quanto riguarda la Procura della Repubblica di Firenze un grave motivo di disservizio è dato dalle diverse sedi: quella della ex Procura presso il Tribunale e quella della ex Procura presso la Pretura Circondariale, distanti tra loro e non facilmente raggiungibili stante il traffico cittadino (il Palazzo di Giustizia, che avrebbe dovuto essere pronto quest?anno, è a poco più delle fondamenta). Anche qui si lamentano: - gravissime carenze di personale amministrativo su una pianta organica di 173, la copertura è ad oggi di 145 (in particolare, mancano 3 Direttori di cancelleria, 13 Cancellieri C2, 11 Operatori Giudiziari B3; 10 Operatori giudiziari ?part time?; 5 Ausiliari ecc.); - la mancanza di personale ausiliario aumenta le difficoltà sia per il trasferimento dei fascicoli alle varie sedi del Tribunale, sia al Giudice di Pace, e rende problematica la tenuta dell?archivio (che si trova in parte in Viale Lavagnini e in parte a Prato); - sempre per carenza di personale, la registrazione delle iscrizioni a Registro Generale subisce ritardi che, in certi periodi dell?anno, divengono intollerabili (l?iscrizione a mod.21 ha conosciuto recentemente ritardi di circa 20 giorni, e quella a mod.44 ritardi di oltre due mesi). Si cerca di migliorare, in qualche modo, la situazione; -la riduzione degli stanziamenti ministeriali per le spese ordinarie di giustizia (carta, cancelleria, computer, stampanti, gestione automezzi, servizio postale, ecc.) provoca disservizi e lentezze, e pone l?ufficio ?sul limite della sopravvivenza?. Ultimo segnale, in proposito, è la circolare n.11401 del 27.11.03, ove gli uffici vengono invitati a limitare l?uso del fax e quello della posta raccomandata, assicurata o prioritaria, utilizzando, per il resto, soltanto la posta elettronica.

SEZIONE DI GENOVA

Tre i principali fattori di maggiore disfunzione e disorganizzazione. Mancata copertura di posti vacanti di magistrati e riduzioni del personale amministrativo e/o delle ore lavorative. - La mancata copertura di un posto vacante all?ufficio GIP-GUP comporta seri problemi anche per l?insostenibile e irrazionale sistema delle incompatibilità, per la celebrazione di udienze preliminari e riti alternativi, per i quali si sta cominciando a ricorrere a supplenze con giudici del dibattimento; tali problemi potrebbero diventare deflagranti con la prevedibile prossima richiesta di rinvio a giudizio di grossi procedimenti legati ai fatti del G8 e che potrebbero anche determinare l?impossibilità di formare un collegio giudicante predeterminato per legge. - In diversi uffici sono previste riduzioni del personale amministrativo in relazione al passaggio di diversi lavoratori dal part-time al tempo pieno; stante l?impossibilità, in molti casi, di mantenere i predetti lavoratori nello stesso ufficio in cui prestavano la loro attività, essendo già coperti i posti destinati ai dipendenti a tempo pieno, si verifica spesso la perdita secca di personale da parte dell?ufficio interessato senza alcuna possibilità di rimpiazzo (per es., all?ufficio GIP/GUP saranno prossimamente trasferiti tre soggetti con gravi problemi per il funzionamento di quell?ufficio). Nel tribunale del lavoro la prossima riduzione di quattro unità del personale amministrativo, per la quale è già stata preannunciata la mancata copertura comporterà la necessaria riduzione delle udienze da quattro a due per settimana, oltre all?impossibilità di celebrare udienze pomeridiane. In diversi uffici è stato già ampiamente superato il monte ore previsto per il lavoro straordinario, per cui è stato disposto con ordine di servizio emanato presso la Procura della Repubblica il divieto di prestare ulteriore attività lavorativa straordinaria, salvo ricorrano ridottissime e motivate esigenze eccezionali. Ciò comporterà spesso l?impossibilità di prosecuzione delle udienze nelle ore pomeridiane. La cronica carenza di ufficiali giudiziari durante lo svolgimento delle udienze pubbliche, soprattutto monocratiche, rende addirittura non dignitosa la chiamata dei testi, cui deve provvedere ora il segretario di udienza, ora il difensore, ora il teste già sentito. In proposito è stato proposto di attivare quantomeno un sistema di chiamata dei testi analogo a quello in uso presso uffici pubblici abitualmente frequentati dal pubblico. Nel capitolo della carenza di personale può anche farsi cenno alla assenza di forza pubblica nei pressi delle aule di udienza durante lo svolgimento delle udienze pubbliche; sono già stati segnalati numerosi episodi di persone che danno in escandescenze, se non di veri e propri atti minatori perpetrati anche nei confronti dei giudici. Riduzione delle disponibilità finanziarie degli uffici giudiziari La riduzione delle risorse finanziarie messe a disposizione degli uffici giudiziari per le spese correnti e per le trascrizioni delle registrazioni sta comportando vari problemi: il più grave è quello costituito dall?impossibilità o dalla grave difficoltà di continuare a disporre le trascrizioni dei dibattimenti penali; da cui consegue anche l?impossibilità di procedere alla mera registrazione fonografica delle istruttorie dibattimentali, per il rifiuto della ditta incaricata delle trascrizioni di fornire il proprio personale al fine di procedere alla sola registrazione, senza trascrizione delle udienze, stante l?impossibilità contrattuale di essere retribuita per questa attività. La riduzione delle disponibilità finanziarie per le spese correnti, poi, ha determinato carenze nell?acquisto di materiale di cancelleria (carta, penne, fotocopie, post-it, evidenziatori, ricariche per stampanti ecc.), comprese le agende per l?anno 2004 e di materiale di studio (codici, libri, riviste, cd-rom ecc.), nella riparazione o sostituzione di macchinari guasti o vecchi (fotocopiatrici, computer, stampanti, apparecchi di registrazione, auto di servizio ecc.), nel rinnovo di arredamenti ormai usurati e talvolta pericolosi. Carenze igienico-ambientali e di sicurezza del lavoro. Le condizioni ambientali di lavoro sono spesso disagevoli, ora per il caldo (mancanza di impianti di condizionamento dell?aria nel periodo estivo), ora per il freddo (proprio in questi giorni l?impianto di riscaldamento è rimasto spento non si sa per quale ragione, determinando una obiettiva impossibilità di lavorare in ufficio per il freddo intenso). Il disagio è stato ulteriormente aggravato dai lavori in corso nel palazzo di giustizia genovese, dapprima eseguiti senza alcun avviso al personale amministrativo e giudiziario interessato dagli stessi, poi, comunque, senza alcun rispetto delle esigenze lavorative dello stesso (rumori insostenibili nel corso delle udienze, polvere dappertutto ecc.). L? illuminazione delle aule di udienza è scarsissima e pone difficoltà per la lettura degli atti a magistrati ed avvocati. Ci sono anche carenze addebitabili al Comune quale ente cui compete la fornitura dei servizi accessori, quali la mancanza di carta igienica, asciugamani e sapone nei bagni. Sono stati segnalati, infine, grossi problemi per l?adeguamento del palazzo di giustizia alla normativa di sicurezza di cui alla L. n. 626/94.

SEZIONE DE L?AQUILA

Perdura la forte carenza di organico degli ufficiali giudiziari di Pescara, che ha comportato notevoli problemi nella notifica di atti di numerosi processi penali (molti saltano per tale motivo; per diversi mesi migliaia di decreti penali sono rimasti fermi senza essere notificati con inevitabili ripercussioni sulla prescrizione dei reati).

continua >

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