NOTIZIARIO del 04 aprile 2004

 
     

Liberazione boss camorra: ancora polemiche
di red

Non si placano - soprattutto a Forcella, il quartiere dove e' stata uccisa la quattordicenne Annalisa - le polemiche per la scarcerazione di Paolo Sorprendente, il boss della camorra liberato dalla carcerazione preventiva.

La scarcerazione e' stata disposta dai magistrati della quinta sezione del Tribunale di Napoli, gli stessi che avevano condannato il boss a dieci anni di reclusione, ritenendolo a capo di una associazione di stampo mafioso. Il Tribunale comunica di aver dovuto prendere atto della scandenza dei termini di custodia cautelare, avendo il Sorprendente gia' trascorso in carcere oltre quattro anni, di cui parte in regime di 41 bis.

La liberta' di Sorprendente e' limitata da una serie di controlli e obblighi, come quello di non risiedere nell'ambito del comune di Napoli. Il suo rilascio sarebbe stato evitato solo qualora all'imputato fosse stata riconosciuta l'aggravante del riciclaggio dei proventi illeciti che avrebbe determinato l'allungamento dei termini di custodia, come chiesto dal PM, che richiedeva una pena di 17 anni.

Il segretario dell'Anm di Napoli, Linda D'Ancona, spiega che "i giudici non hanno fatto altro che applicare le regole processuali. Il vero problema è che il processo è durato troppo e la lunghezza non è dipesa da quel particolare collegio giudicante, ma da una serie di fattori complessivi con cui gli stessi giudici si trovano a dover fare i conti".

Diversi magistrati individuano nelle procedure imposte dalla fase di formazione della prova e nelle tabelle di organizzazione del lavoro del tribunale di Napoli le prime cause della lunghezza dei processi. Fra le cause del ritardo del processo di primo grado in cui Sorprendente era imputato, un incendio al Palazzo di Giustizia di Napoli che provoco' il rinvio del dibattimento.

Il tribunale di Napoli e' teatro di un contenzioso fra il ministro Castelli e i magistrati. Il CSM stabili' infatti a suo tempo l'incompatibilita' ambientale del procuratore Agostino Cordova, disponendone il trasferimento, ma il minitero ne ha prorogato l'incarico di altri sei mesi, suscitando la reazione dell'ANM.

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le cause del lungo processo