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NOTIZIARIO del 02
novembre 2004
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Elezioni
USA : in gioco le maggioranze al Senato e al Congresso A margine delle presidenziali americane, un'altra battaglia si svolge per il controllo del Congresso, l'assemblea dei rappresentanti, e di un terzo dei Senatori, che saranno rinnovati oggi. In totale sono in gioco i 435 seggi della Camera dei rappresentanti e 34 seggi del Senato. I Repubblicani sono quasi certi di conservare la maggioranza al Congresso, mentre i Democratici hanno una flebile speranza di imporsi al Senato. Il Senato conta attualmente 51 Repubblicani e 48 Democratici piu' un senatore indipendente apparentato con questi ultimi. Per il controllo del Senato americano, Bush necessita di soli 50 dei 100 seggi, contro i 51 necessari a Kerry, che deve quindi guadagnarne 2. Infatti, per un'insieme di combinazioni di date elettorali e per la Costituzione americana, quest'anno la semplice equazione si complica. In caso di rielezione del duo Bush-Cheney e di uguaglianza perfetta 50-50 al Senato, essendo il vicepresidente presidente del Senato, i Repubblicani si troverebbero ad avere la maggioranza. Qualora vincesse il tandem Kerry-Edwards, con 50-50 senatori, Cheney farebbe pendere la maggioranza per i Repubblicani dal 3 gennaio (data d'inaugurazione del Senato) al 20 gennaio, giorno dell'investitura del presidente, dal quale momento in poi il testimone passerebbe ad Edwards. Ma in quello stesso giorno John Kerry dovrebbe dare le dimissioni da senatore del Massachusetts, ed i Repubblicani si troverebbero ad avere 50 seggi contro 49 fino all'estate, quando si provvederebbe alle suppletive, che vedrebbero un democratico eletto in questo Stato dalla solida tradizione politica. Tornando dunque in parita', il Senato penderebbe a favore dei Democratici, grazie alla presenza di Edwards. Alla Camera dei rappresentanti invece i Democratici hanno bisogno di 12 eletti in piu' per superare i Repubblicani che ne hanno attualmente 227. Per la maggior parte dei politologi, il numero di elezioni considerate aperte appare molto limitato: 9 senatori ed una trentina di rappresentati potrebbero destare sorprese, anche se molte di tali elezioni avvengono in Stati solitamente vicini a Bush. La macchina elettorale repubblicana e' meglio oliata, grazie ad un'organizzazione capillare, tuttavia Kerry e' riuscito a conquistare alcuni consensi prima conservatori, ed i suoi sostenitori sperano in questo effetto e nei transfughi dal campo repubblicano in conseguenza della guerra in Iraq. Fra i democratici, il candidato che avrebbe maggiori possibilita' di sedere al Senato dopo le votazioni di domani e' Barack Obama, concorrente dell'Illinois, che puo' contare su un buon vantaggio sul suo antagonista. Sarebbe il primo senatore nero a sedere in Campidoglio.
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